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sabato 18 novembre 2023

Modena: i canonici hanno paura del Credo (niceno - costantinopolitano)?

Nostri amici, ci segnalano che durante la celebrazione della S. Messa, in Cattedrale a Modena, la domenica mattina (celebrata dai Canonici del Capitolo della Cattedrale), è ormai consuetudine omettere il Credo niceno - costantinopolitano e sostituirlo con la rinnovazione delle promesse battesimali. 
Di per sé non è vietato dal Messale, ma riservato solo per la Veglia Pasquale,  e le SS. Messe dove si amministrano i battesimi o le Cresime.
In ogni caso ci sembra veramente bizzarra questa nuova consuetudine.
Ci chiediamo chi ha paura del Credo a Modena?
Luigi

23 commenti:

  1. “Di per se non è vietato nel Messale”.
    Caso chiuso.

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    1. Esatto. Purtroppo a determinati settori del tradizionalismo il pretesto per la polemica spiccia è l'alimento base quotidiano. E spiace vedere gli argomenti proposti in questi post rivelarsi sempre più per ciò che sono, ovvero mere chiacchiere da sagrestia, amplificate attraverso il mezzo digitale.

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    2. E poi dove è scritto che è riservato per la veglia pasquale e quando si celebrano battesimi?

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    3. No non è chiuso.. "...ma riservato, inter alia, per la Veglia Pasquale etc..."

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    4. Anche dalle mie parti, in Brianza, a volte accade (tipicamente con alcuni sacerdoti in particolare che sembrano avere questa tendenza). Penso che la sostituzione in modo sistematico del credo niceno sia una parità per la comunità cristiana. La formulazione, oltre che molto bella (almeno io la trovo così), fissa un approdo al termine della durissima "battaglia" con il pericolo ariano. I frutti di quella "conquista", costata molto alla cristianità, sono appunto fissati in questo simbolo. Sarebbe bello che ogni cristiano lo custodisca come un tesoro nel cuore, magari approfondendo anche il significato di tutte le parole presenti. E che non si abbia mai paura di perdere due minuti per recitarlo a messa.

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    5. Quindi, il rinnovamento delle promesse battesimali esprime una fede diversa dal credo niceno-costantinopolitano? Qui mi sembra si faccia dell’arido formalismo a priori.
      Trovo splendida l’idea di rinnovare le promesse battesimali durante la Messa.

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    6. Assolutamente no, però la Chiesa è una Santa, Cattolica e Apostolica e a mio parere è questo il passaggio che si tende a voler superare a favore dell'ecumenismo. Se le altre religioni non accettano di credere che il Corpo ed il Sangue di Cristo siano REALMENTE presenti nell'Eucaristia non possiamo scendere a patti.

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  2. Tante volte anch’io ho recitato il Credo degli apostoli o le promesse battesimali a Messa. Non ho mai pensato fosse un problema, visto che gli articoli sono gli stessi.
    Soprattutto considerato che, prima del Concilio, ma anche adesso a tante messe tridentine, i fedeli non recitano proprio niente.

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    1. Scusi ma dove l’ha letto che prima del Concilio non si recitava il Credo? E a quali messe tridentine é andato? Si recitava e si recita sì!

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    2. Buongiorno, io, per esempio, ho mia madre che dice che quando era ragazza nessuno rispondeva a messa.
      Io stesso sono stato a celebrazioni tridentine in mezza Europa e, fuori dall’Italia, non è costume rispondere né recitare l’ordinario.
      Saluti.

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    3. Se anche tacessi il credo la mia anima lo canta.

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    4. Claudio g.sandrini, quindi la sua anima può cantare anche durante il rinnovamento delle promesse battesimali.

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  3. La cosa più antiliturgica del nuovo messale sono tre lettere: "vel", dal latino "oppure". Si farà così, "oppure" così, "oppure" altra formula, "oppure" disposizioni delle Conferenza Episcopali, del Vescovo o "altro". secondi criteri di "inculturazione" (è già presente nel OGMN) .
    Nulla è più realmente "abuso", ma possibile nel solco stesso del messale. Da qualche parte (troverò la fonte..) fu proprio lo stesso Ratzinger a scrivere che la deriva della creatività cui è stato sottoposto il nuovo messale, si deve in parte al peccato originale in cui questo stesso è stato concepito: una fabbricazione. Il nuovo messale stesso è frutto di una fabbricazione con pezzi di qui, pezzi di là, e fa si che, calandosi nelle diverse comunità che celebrano, sia malleabile con la stessa "mens" creativa che l'ha visto nascere.
    La realtà è che il Novus Ordo manca fondamentalmente di ciò che fa sì che lo svolgersi dell'azione (dell'actio che dovrebbe essere "sacra", quindi sottratta al bricolage umano) sia propriamente liturgico, ossia, la cogenza e l'indisponibilità del Rito e della norma liturgica. La "liturgia" nuova è un canovaccio che dà linee guida generali, poi un presidente d'assemblea "si regola", sale all'Altare vestito in un modo o in un altro, con o senza amitto, con o senza cordone, tiene le mani così o cosà, si tiene in piedi in un posto o in un altro, saluta, fa il primo discorsino, poi legge, o canta con un tono più o meno inventato, l'antifona d'ingresso è scomparsa rimpiazzata da un canto, poi incensa le offerte così come visto in tivù, poi sceglie una lettura o un'antifona d'un salmo, o un Credo, poi aggiunge santi alla preghiera eucaristica 24bis, senza parlare delle preghiere dei fedeli (che dovrebbero essere "liturgiche", invece, va beh, lasciamo stare), o del modo di distribuire la Santa Comunione, o i teatrini a fine messa tra avvisi e applausi, o l'assenza atroce di silenzio ( a parte quando, magari, uno proprio pio, dopo la Comunione si siede in silenzio, e tutti rimangono lì in silenzio ad aspettare chissàcosa, che si alzi e dica "peghiamo", allorché nella sacra Liturgia il silenzio accompagna e confeziona l'actio dei Sacri Misteri, non è un'interruzione nello svolgersi della stessa..) . E non sono abusi: è la nuova "liturgia" che è prorpio così, è fatta per quello.
    La nuova "liturgia" è ciò che di più antiliturgico ci possa essere, nello spirito quanto nella forma (Dom Guéranger scriveva nell'Ottocento delle eresie antiliturgiche, il Novus Ordo è una foto imbarazzante di gran parte di ciò contro cui Dom Guéranger metteva in guardia..)

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  4. La formula è amnessa e dunque non è un abuso. Peraltro l'inserimento del Credo nell'ordinarium non è più antico del X secolo nell'uso romano.

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  5. Gia' e' lunga di per se' la messa tra tre letture, salmo, omelia e canti vari, se si recita un credo un po' più smart non credo sia un problema

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  6. Nelle messe tridentine il Credo si è sempre recitato e sempre si reciterà nella sua forma integrale. Non esistono eccezioni.

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  7. Nelle Messe di sempre che non lasciano spazio alla creatività del celebrante il Credo non soli si recita ma si canta ed è una meraviglia!!!Alcuni "canonici" pare che abbiano più a cuore l orologio che la,Gloria di Dio.

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    1. L’orologio da taschino dici? Quello l’ho visto pendere dalla fascia dei seminaristi di Griciliano con tanto di catenella d’oro!

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    2. Addirittura è riuscito a vedere che la catenella era d'oro.La marca dell'orologio però scommetto che non è riuscito a vederla.

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    3. E se anche fosse che male ci sarebbe ad avere una catenina d’oro? Il clero secolare non fa voto di povertà e poi troppe se ne stanno vedendo dai finti poverelli della chiesa sinodale (Gambetti, tanto per fare un nome…).
      Io poi ho visto sacerdoti dell’ICRSS con orologi da polso normalissimi che avevano addirittura l’accortezza di togliere prima di indossare i paramenti sacri per la celebrazione.

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    4. Anonimo 20 novembre 2023 alle ore 08:56, forse ci ha parlato? Sa, per le persone normali la conoscenza funziona così: in parte con letture ed in parte con la discussione, l’incontro, il dialogo con persone in carne ed ossa. Diversamente dai crociati da tastiera che sanno solo partire lancia in resta non appena qualche capoccia suona la carica sui social senza un minimo di senso critico e, spesso, perfino con una traballante conoscenza della madrelingua.

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  8. Era Guida che faceva il falso pauperista...attento!! Mio marito per il findanzamento mi ha regalato un bellissimo anello d'oro. E ci mancherebbe!!! W l'oro e la bellezza insieme alla vera Carità per i poveri ..nascosta e non ostentata!!!

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    1. Suo marito e/o lei siete seminaristi o sacerdoti? Non capisco il nesso.

      Giuda, cordialmente, lo dice a suo fratello.

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