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venerdì 24 novembre 2023

Difesa della Messa tradizionale: 113ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di #Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

113ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

La deposizione ordinata da Papa Francesco di Mons. Joseph Strickland, Vescovo di Tyler, Texas, sabato 11 novembre, ha lasciato il mondo cattolico sbalordito. Di quale terribile crimine sarebbe allora colpevole questo vescovo per essere licenziato in questo modo, tratto peggio di uno schiavo, per di più in piena epoca di sorridente sinodalità? Tra le accuse a suo carico, si legge: essersi rifiutato di applicare Traditionis Custodes, in quanto, a suo dire, non voleva privare di alimento a parte del suo gregge. Un gregge che ha vissuto ammirabilmente in pace, soprattutto in pace liturgica.
Da notare che tutti i vescovi o tutte le diocesi colpite da provvedimenti punitivi sotto l'attuale pontificato lo sono stato chiaramente per motivi di devianza dalla linea liturgica ufficiale: ad Albenga, in Italia, mons. Oliveri, vescovo che volentieri celebrava nella forma antica, fu spinto a dimettersi dopo la nomina al suo fianco di un coadiutore al quale furono conferiti pieni poteri per governare la diocesi, tra l'altro perché riceveva senza problemi sacerdoti e seminaristi tradizionali; anche il classicissimo vescovo di San Luis, in Argentina, è stato forzato a dimettersi, perché ha mantenuto la sua diocesi in una pace d'altri tempi; così come il vescovo di Ciudad del Este, in Paraguay, con il suo fiorentissimo seminario Saint-Joseph che ospitava numerosi seminaristi tradizionali; e ancora il seminario di San Rafael, in Argentina, chiuso perché di linea troppo “rigida”.

Più vicino a noi, in Francia, mons. Dominique Rey, vescovo di Fréjus-Tolone, ha visto iniziare i suoi guai quando il padre Arnaud Adrien, ex rettore del suo seminario, “La Castille”, attualmente il più importante seminario diocesano di Francia, ha lanciato una lettera aperta denunciando la “deriva tradizionalizzante di questo seminario (cfr. Lettera Paix Liturgique 942: Paix Liturgique France). A La pretesa prova, secondo il padre Adrien: il prefetto degli studi era membro della comunità dei Missionari della Misericordia. Tutti sanno che questa diocesi, dove non c'è campanile senza prete, è quella con il maggior numero di sacerdoti e comunità tradizionali, ma tra tanti altri sacerdoti e comunità di altra natura, carismatiche, classiche e di ogni genere.

Roma ha quindi deciso di dare d'ufficio a mons. Rey un coadiutore, mons. Touvet, finora vescovo della diocesi di Châlons-en-Champagne, una delle diocesi più aride in termini di vocazioni e ordinazioni. Un articolo della velenosa cattolica di sinistra Bernadette Sauvaget, sul Libération del 15 novembre, spiega, prima di qualsiasi annuncio ufficiale da parte del sito della Santa Sede, che mons. Touvet avrà pieni poteri sui sacerdoti, le finanze e i seminaristi. Toccherà al vescovo regnante inaugurare – anzi, benedire – i crisantemi… Mons. Touvet è certamente un classico, “un conservatore affermato di famiglia militare”, sussurra Sauvaget. Di conseguenza, lo stesso giorno, senza dubbio per contrastare Bernadette Sauvaget, Jean-Marie Guénois, su Le Figaro, che interpreta il ruolo di avversario di François, ma moderato e “positivo”, accoglie con piacere la notizia: stiamo andando a “una via d’uscita dalla crisi”, con un vescovo “appassionato e fantasioso”, che risolverà tutto.

Io, che ho fatto già tanta strada, mi sento ben meno rassicurato: i “classici” come Mons. Roland, vescovo di Bellay-Ars, possono rivelarsi i peggiori dei falsi amici. Giudicheremo quindi mons. Touvet dal suo operato. È tuttavia chiaro che accettò di farsi giudice e correttore dell'opera del suo collega “fuori strada”. La sua missione prevede necessariamente ricevere le puntuali indicazioni del Nunzio Migliore riguardanti, tra l'altro, una rigorosa applicazione dello “spirito di Traditionis Custodes” che, in questo genere mortale, sta succeduto allo “spirito del Concilio”.

I cattolici del Var, sacerdoti e fedeli, attaccati alla messa tradizionale sono quindi oggi nel mirino. Non dobbiamo rivelare le azioni che potrebbero intraprendere se venissero messe in atto misure che manifestano una politica di repressione. Ma siamo pronti a sostenerli con tutti i mezzi a nostra disposizione. E per cominciare, metteremo l’intenzione della sopravvivenza del Summorum Pontificum nella diocesi di Fréjus-Tolone a capo dei nostri rosari durante le nostre “veglie” a Parigi, a Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, in davanti a Nostra Signora del Lavoro, la domenica alle 18, e davanti agli uffici dell’arciddiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30.

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