E il Vaticano in un triste silenzio: “Sono profondamente deluso dalla posizione diplomatica del Vaticano. La interpreto solo come un ritorno al passato di quando trattava con i regimi comunisti, durante l'Unione Sovietica, e le sue varie entità. Abbiamo visto, però, come è andata per oltre 50 anni”.
Così parla padre Sirico, il produttore del documentario.
Parecchi anni fa chi scrive era a cena con Sirico e ne ricavò una profonda impressione di cattolico integro, combattivo e puro.
Luigi
Mirko Testa, La Nuova Bussola Quotidiana, 20-10-23
Robert Sirico, cofondatore dell'Acton Institute, ha presentato a Roma The Hong Konger da lui prodotto, film su Jimmy Lai, dissidente perseguitato, cattolico, ex magnate dell'editoria di Hong Kong. Non si nasconde la delusione per il soft power del Vaticano nei confronti del regime comunista.
“Sono profondamente deluso dalla posizione diplomatica del Vaticano. La interpreto solo come un ritorno al passato di quando trattava con i regimi comunisti, durante l'Unione Sovietica, e le sue varie entità. Abbiamo visto, però, come è andata per oltre 50 anni”. Parla con tono calmo ma fuori dai denti, padre Robert Sirico, presidente emerito dell’Acton Institute. Lo dichiara durante la presentazione del documentario su un dissidente cattolico contemporaneo: Jimmy Lai, magnate dell’editoria, convertito al cattolicesimo. Si trova in carcere, in isolamento, a Hong Kong dal 31 dicembre 2020 (dunque da più di 1000 giorni) mentre rischia l’ergastolo, all’età di 75 anni, per accuse ancor più forti da Pechino.
Padre Sirico, sacerdote statunitense, cresciuto in una famiglia cattolica di immigrati italiani a Brooklyn, non ha mai smesso di battersi per la sorte dell’amico storico i cui guai giudiziari con il governo di Pechino sono cominciati il 28 febbraio 2020, quando venne arrestato una prima volta per “assembramento illegale” in seguito a una veglia in ricordo del massacro di Tienanmen all’inzio della pandemia.
“Non ho mai tolto i guantoni - ammette Sirico davanti un cinema tutto esaurito - se non per lottare a mani nude a nome di Jimmy Lai. Per questo, oltre a lanciare un sito web (freejimmylai.com), ha deciso di produrre il commovente documentario The Hong Konger, dedicato alla sua parabola umana da rifugiato bambino a miliardario imprenditore attivista pro-democrazia a Hong Kong. Il film è stato presentato a Roma, il 16 ottobre, presso il cinema dell’Institut français Centre Saint-Louis. "Non è un caso se abbiamo scelto questo Centro per presentare il film – spiega Michael Severance, direttore della sede romana dell’Acton Institute - perché venne fondato dal noto filosofo francese Jacques Maritain". Maritain, dice Severance: “è autore dell’opera anti-collettivista, L’Uomo e lo Stato ed era qui presso il suo centro culturale nel 1944 in veste di ambasciatore francese presso la Santa Sede, dove aveva avviato le prime discussioni per la redazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promulgata all'Onu nel 1948”.
La pellicola di 75 minuti, censurata su TikTok (un social network diffuso in tutto il mondo, ma di proprietà cinese, ndr), ha già ricevuto vari premi. Narra l’impressionante scalata al successo, dai natali in una famiglia povera di Canton, in Cina, quando Jimmy Lai è costretto a fare il facchino, all'età di nove anni, alla stazione ferroviaria. A 12 anni fugge, nascosto a bordo di una nave per Hong Kong, assieme ad un centinaio di altri clandestini. Nell’allora colonia britannica, trova la libertà. Lavora prima come uomo delle pulizie in una fabbrica, poi diventa venditore di prodotti tessili, infine investe sul mercato azionario per poi lanciare una sua linea di abbigliamento, Giordano, con negozi a Hong Kong e nella Cina continentale.
Sconvolto per la repressione armata della protesta di Piazza Tienanmen, nel 1989, decide di investire nell’editoria. Fonda così il settimanale Next Magazine e quello che diverrà il quotidiano più letto a Hong Kong: Apple Daily. Si dedica all’editoria perché “L’informazione porta la libertà”. Jimmy Lai dà voce alla sua fame di libertà e democrazia, ma 30 anni dopo sarà costretto a chiudere i battenti del suo impero mediatico, per ordine del governo comunista di Pechino che blocca anche i suoi conti correnti.
Sullo sfondo della sua vicenda imprenditoriale e politica, c’è la conversione al cattolicesimo nel 1997, alimentata dall’amore per la moglie devota Teresa, e culminata nel battesimo amministrato del cardinale Joseph Zen Ze-kiun.
La pellicola raccoglie non solo la voce di Jimmy Lai, ma anche quella di molti suoi amici, con registrazioni vocali alterate per proteggere la loro incolumità, e mostra in maniera impietosa il giro di vite imposto da Pechino a Hong Kong, dal 30 giugno 2020, con l’imposizione della Legge sulla sicurezza nazionale, che ha portato ad arresti e condanne del tutto arbitrari.
È su questo che dà battaglia padre Robert Sirico, cofondatore dell'Acton Institute che, come Jimmy Lai, rimase letteralmente folgorato dalla lettura di La via della schiavitù di Friedrich von Hayek. Commentando, durante l’incontro a Roma, la linea di soft power intrapresa dalla Santa Sede a partire dall'Accordo provvisorio con la Cina per la nomina dei vescovi, stipulato il 22 settembre del 2018, Sirico ha dichiarato: “Riguardo alla posizione diplomatica del Vaticano, ma anche alla fede dei credenti in generale, penso che la nostra più grande debolezza sia che non crediamo nella nostra più grande forza. La nostra più grande forza è la verità. È testimoniare la verità. Lo vedi in maniera emblematica in Jimmy Lai”.
“E abbiamo visto anche – ha continuato sempre Sirico - che quando San Giovanni Paolo II, che comprendeva in modo molto personale le dinamiche dei regimi totalitari, salì al soglio pontificio, il modo coraggioso con cui si oppose al potere del male dando testimonianza alla verità fece tremare i tiranni.” Quando papa Wojtyla andò in Polonia, fa notare Sirico, “il generale Jaruzelski lo accolse per salutarlo. E in quell’occasione, mentre Giovanni Paolo II parlava, Jaruzelski tremava e sudava, letteralmente”.
“A noi non rimane, quindi, che unire la nostra voce a sostegno del vero, del buono e del bello; a sostegno di una vita di gioiosa libertà, avventura creativa e fede inossidabile,” ha ribadito Severance in conclusione. “A questo ci chiama l’esempio di questo incrollabile cattolico, Jimmy Lai, e perciò abbiamo un dovere nei suoi confronti, come suoi frattelli spirituali in Cristo, a lottare per la sua liberazione”.