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lunedì 30 ottobre 2023

La Messa di sempre nella Città Eterna

È uscito in questi giorni un agile studio di Guillaume Luyt dedicato alla storia della Messa antica a Roma dalla riforma liturgica al Motu Proprio Summorum Pontificum (Guillaume Luyt,
Numquam Abrogatam. Difesa e trasmissione della liturgia tridentina a Roma dal 1965 al 2007): «lasciate quindi che vi racconti come, dal 1965 al 2007, la Messa tradizionale è stata preservata e trasmessa nella capitale cattolica», ci dice l'Autore nell'introduzione del suo lavoro (che può essere acquistato qui).

Con il permesso degli interessati, siamo lieti di proporvi qui di seguito la breve presentazione che apre il volumetto.
La Messa di sempre nella Città Eterna 

Stiamo vivendo tempi difficili. Chi ha scoperto o riscoperto nella Messa tradizionale - la Messa di sempre, perché ininterrottamente ancorata alle sue origini apostoliche - l’alimento irrinunciabile della propria vita spirituale e il paradigma della fede cattolica tutta intera, si sente minacciato e teme di perdere quel tesoro per il quale, come nella parabola evangelica, sarebbe disposto a vendere ogni altro bene. 

Tuttavia, nonostante l’attualità possa indurci al più nero pessimismo, non dobbiamo scoraggiarci. Anche se non sappiamo quando, siamo comunque certi che il Signore si sveglierà e placherà la tempesta. 

In questa attesa fiduciosa e orante, ci può essere di grande aiuto riflettere sulla nostra storia, anche recente, e considerare che la liturgia tradizionale, se da un lato ha conosciuto attacchi violenti e ripetuti tentativi di soppressione totale, dall’altro è sempre sopravvissuta e non ha mai smesso di essere celebrata, ad onta di tutti gli ostacoli che, negli ultimi cinquant’anni, sono stati posti sul suo cammino.

Il breve ma denso studio che Guillaume Luyt ha dedicato alla permanenza della Messa antica a Roma dopo la riforma liturgica e nel periodo più buio della sua apparente proscrizione (apparente, perché la liturgia tradizionale non è mai stata abrogata e, come risulta teologicamente sempre più evidente, nonostante il turbinio di discutibili opinioni contrarie, non è abrogabile), ci aiuta ad affrontare le difficoltà presenti con realismo e senza ingiustificato sconforto. Con realismo, cioè consapevoli della durezza della guerra liturgica oggi nuovamente in corso, e delle vere e proprie bassezze con cui talora la combattono i nemici della Tradizione; senza ingiustificato sconforto, perché, pur rifuggendo da un ottimismo superficiale o eccessivamente ingenuo, ci consolida nella certezza delle nostre ragioni e della loro finale prevalenza sugli ultimi ed ormai esausti epigoni del modernismo postconciliare che, approfittando dell’egemonia inaspettatamente conquistata nella Chiesa, tentano di tutto per sopravvivere a sé stessi. 

Grazie, dunque, all’Autore per questo prezioso lavoro, che oggi apprezziamo non solo per il suo importante valore documentale, ma anche perché ci sprona alla perseveranza proprio nel momento cruciale della battaglia. 

Marco Sgroi
Responsabile Nazionale del CNSP
(Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum)



 

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