Di fronte alla grande confusione che agita la Chiesa e alle numerose tendenze di separarsi da Roma per fondare nuove comunità cattoliche da parte di tanti che si sentono traditi dall'attuale Pontefice, pubblichiamo questa dichiarazione di mons. Athanasius Schneider, vescovo di sicura dottrina, reperibile in lingua originale sul suo sito ufficiale QUI.
"Non dobbiamo cedere a reazioni e soluzioni apparentemente facili dichiarando l'invalidità di un pontificato."
"Non dobbiamo cedere a reazioni e soluzioni apparentemente facili dichiarando l'invalidità di un pontificato."
Sul problema del papa eretico, vedere QUI MiL, lo stesso Schneider: "Papa eretico: si può giudicare solo dopo morto. Lo disse Mons. Schneider e noi lo ripetiamo".
Questa traduzione è stata realizzata grazie alle donazioni dei lettori di MiL.
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Luigi
Mons. Athanasius Schneider, Gloria Dei, 18/09/2023
Nessuno nella Chiesa ha l'autorità per considerare o dichiarare come invalido un papa eletto e generalmente accettato. Risulta chiaro dalla pratica costante della Chiesa che, anche se un'elezione papale fosse invalida, essa verrebbe de facto sanata attraverso l'accettazione generale del neo-eletto da parte della schiacciante maggioranza dei cardinali e dei vescovi.
Anche se un papa fosse eretico, non perderebbe automaticamente il suo ufficio, e non vi è nessuno all'interno della Chiesa in grado di dichiararlo deposto a causa dell'eresia. Tali azioni si avvicinerebbero a una sorta di eresia affine al conciliarismo o all'episcopalismo. Secondo queste eresie, esisterebbe un organo all'interno della Chiesa (concilio ecumenico, sinodo, collegio dei cardinali, collegio dei vescovi) che può emettere un giudizio legalmente vincolante sul Romano Pontefice.
La teoria della perdita automatica del papato a causa dell'eresia è solo un'opinione; persino san Roberto Bellarmino la notò e non la presentò come un insegnamento del Magistero. Il Magistero pontificio perenne non l'ha mai insegnata come dottrina. Nel 1917, quando il Codice di Diritto Canonico (Codex Iuris Canonici) entrò in vigore, il Magistero della Chiesa eliminò dalla nuova legislazione un passaggio del Decretum Gratiani, contenuto nel vecchio Corpus Iuris Canonici, il quale affermava che se un papa si allontana dalla retta dottrina può essere deposto. Nella storia della Chiesa, il Magistero non ha mai fornito procedure canoniche per la deposizione di un papa eretico. La Chiesa non ha potere sul papa, formalmente o giuridicamente. Secondo una più sicura tradizione cattolica, in caso di papa eretico, i membri della Chiesa possono evitarlo, resistere a lui, e rifiutarsi di obbedirgli. Tutto questo può essere fatto senza alcun bisogno di una teoria o opinione per la quale un papa eretico perda automaticamente il suo ufficio o possa essere deposto.
Pertanto, dobbiamo seguire la via più sicura (via tutior), e astenerci dal difendere la mera opinione dei teologi, anche se si tratta dell'opinione di santi come Roberto Bellarmino.
Il papa non può commettere eresia quando parla ex cathedra: questo è un dogma di fede. Nel sua insegnamento al di fuori delle dichiarazioni ex cathedra, tuttavia, può fare affermazioni dottrinali erronee, ambigue o persino eretiche. E poiché il papa non è identico all'intera Chiesa, la Chiesa è più forte di un papa singolarmente errante o eretico. In tal caso, si dovrebbe correggerlo con rispetto (evitando la rabbia puramente umana e il linguaggio irrispettoso), e resistere a lui come si resisterebbe a un cattivo padre di famiglia. Tuttavia, i membri della famiglia non potrebbero mai dichiarare che il padre abbia automaticamente perso la propria paternità o che sia stato deposto come padre. Possono correggerlo, rifiutarsi di obbedirgli, separarsi da lui, ma non possono dichiararlo deposto.
I buoni cattolici conoscono la verità e devono proclamarla e offrire riparazione per gli errori di un papa che proferisce errori. Poiché il caso di un papa eretico è umanamente irrisolvibile, dobbiamo - con Fede soprannaturale - implorare l'intervento di Dio: un papa che proferisce errori non è eterno, e la Chiesa non è nelle nostre mani, ma nelle mani di Dio onnipotente.
Dobbiamo aggrapparci alla Fede soprannaturale, alla fiducia, all'umiltà e all'amore della Croce per sopportare una tale prova, tremenda e straordinaria. Queste situazioni sono relativamente brevi rispetto ai 2000 anni di storia della Chiesa. Pertanto, non dobbiamo cedere a reazioni e soluzioni apparentemente facili dichiarando l'invalidità di un pontificato, ma invece essere sobri e vigili, mantenere una prospettiva veramente soprannaturale e confidare nell'intervento divino e nell'indistruttibilità della Chiesa cattolica.