Luigi
90ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA IN DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE
DAVANTI AGI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Traditiones Custodes ha fallito. La Messa tradizionale non scomparirà; anzi, continuerà a diffondersi, soprattutto tra i giovani.Dobbiamo tornare alla sorprendente consapevolezza su questo tema rivelata dalle reazioni dei media cattolici ufficiali in occasione dell'ultimo pellegrinaggio di Pentecoste, organizzato da ND de Chrétienté.
Gettiamo un modesto velo sull'aiuto che La Nef, sotto la penna di Élisabeth Geffroy, il 6 giugno 2023, porta a coloro che vorrebbero rompere la specificità liturgica del pellegrinaggio (Pèlerinage de Chartres : une polémique dépassée ? - La Nef). E riteniamo piuttosto l’osservazione di un altro collaboratore de La Nef, Jean Bernard, fatta in un artiolo che ha scritto per il La Croix dello stesso 6 giugno, "Il pellegrinaggio di Chartres è diventato il simbolo di un movimento fondamentale": il tentativo di Traditionis Custodes che venisse tolto quanto era stato concesso da Summorum Pontificum, e che aveva consentito un nuovo avanzamento della liturgia tradizionale, ha fallito.
Anzi, è ormai un dato assodato, scrive Jean Bernard: «La questione non è quindi più se e quando la Messa tradizionale sarà definitivamente sostituita dal messale del 1969. Come chiaramente confermato dai risultati del sondaggio commissionato da La Croix sugli orientamenti dei giovani cattolici in Francia, non solo la Messa tradizionale non scomparirà ma tutto fa pensare che continuerà a crescere, in termini assoluti ma soprattutto in termini relativi, visto il progressivo logoramento di alcune parrocchie di rito ordinario.»
La idea chiave di Traditionis Custodes è stata quella di isolare i fedeli tradizionali rispetto alle parrocchie, ma così facendo, come sarebbe logico e prevedibile, essi sono diventati ancor più ingestibili, proprio perché li veniva rifiutata una vera gestione della loro situazione. Ma c’è ancora dell’altro, una tale politica ha fatto abassare ancora di più le entrate nei seminari (e, bisogna dirlo, delle entrate delle contribuzioni alle diocesi), e ha provocato invece un aumento del reclutamento da parte delle communità tradizionali.
E Jean Bernard conclude: «È urgente, quindi, contrariamente all'orientamento adottato da Roma, riportare la Messa tradizionale in seno alle diocesi e permettere che la sua celebrazione sia nuovamente fatta in larga misura da parte dei sacerdoti diocesani, contemporaneamente con gli istituti presbiterali tradizionali.»
Una tale libertà provocherà una nuova esplosione di celebrazioni tradizionali, che risponderanno all'augurio di una parte notevole dei fedeli delle parrocchie ordinarie, auspicio continuamente rivelato da una sfilza di sondaggi di Paix Liturgique.
Non cesseremo di ripetere che il principale argomento a favore di questa libertà che necessariamente si imporrá è che la riforma di Paolo VI ha sconvolto radicalmente il rito romano, fatto che lascia intatti i diritti di ciò che essa ha voluto distruggere, in quanto ha creato, come ha scritto Joseph Ratzinger in La mia vita, "un nuovo edificio".
Diventa evidente oggi che questa ricostruzione ha svuotato la liturgia romana della sua sostanza, contribuendo così a svuotare le chiese dei loro parrocchiani.
Anche i tentativi di rimediare alle carenze della Messa di Paolo VI mostrano che questo movimento è inevitabile, come quello di padre Jean-Baptiste Nadler, sacerdote della diocesi di Vannes e membro della comunità Emmanuel, nel suo libro Lo spirito della Messa di Paolo VI (Artège, 2023 – https://espritdelaliturgie.org/2023/06/11/lesprit-de-la-messe-de-saint-paul-vi-jean-baptiste-nadler/?fbclid=IwAR1hCxEfEP-QppFPdgZdL-CPcMCfT-GaoyPFb1kHfUyH0Zu6l1rksOCsgbc). Tentattivos che potremmo anche definire come molto solidale, nella misura in cui preparano i fedeli “ordinari” a un ritorno a forme veramente tradizionali.
La Messa tradizionale non scomparirà, e riacquisterà anzi la sua piena libertà. Continuiamo a recitare i nostri rosari "per la libertà", ogni mercoledì, alle 17:00 a Saint-Georges de La Villette, ogni domenica alle 18:15 davanti a Notre-Dame du Travail, e tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì , di fronte agli uffici dell'amministrazione diocesana, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dalle 13:00 alle 13:30.