Rilanciamo una curiosa e acuta provocazione da Riposte Catholique, o forse sarebbe meglio dire una domanda retorica: dopo la celebrazione (a sorpresa) degli anglicani e quella (concordata) dei copti ortodossi, perché non aprire la basilica lateranense anche ai cattolici che seguono la liturgia tradizionale?
Per chi se le fosse perse, il riferimento è alle due recenti celebrazioni non cattoliche avvenute a stretto giro nella Cattedrale di Roma (che è il Laterano, non San Pietro, come spesso si pensa). Nella basilica detta «Madre e Capo di tutte le Chiese dell'Urbe e dell'Orbe» («Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput»: così recita l'iscrizione sulla facciata), il 18 aprile un folto gruppo di anglicani accompagnati dal loro vescovo ha officiato in basilica. E solo a cose fatte si è saputo che si trattava di non cattolici: un qui pro quo comunicativo che ha suscitato l'imbarazzo del vicariato. Tutto regolare e concordato invece domenica scorsa, quando il papa copto ortodosso Tawadros, reduce dall'udienza congiunta con Francesco, ha celebrato la Divina Liturgia all'altare papale. Va precisato comunque che, a differenza degli anglicani, la Chiesa cattolica riconosce la validità dei riti ortodossi.
Ora, se le porte del Laterano si aprono ai non cattolici (a sopresa o in maniera concordata), perché invece da un paio di anni si vanno chiudendo le porte delle chiese solo ai tradizionalisti? Se lo chiede anche Riposte Catholique, notando che «a quanto pare nella cattedrale di Roma possono celebrare tutti con la rilevante eccezione di certi cattolici». Quali? Quelli che da un paio d'anni vengono bollati come "indietristi". Insomma, dopo anglicani e ortodossi, chiede RC, avremo «presto anche la Messa tradizionale in Laterano?». Quantomeno per par condicio.
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