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Porfiri: "Perché il sentimentalismo è la rovina della musica liturgica" - #musicasacra

Grazie al Maestro Porfiri per queste belle riflessioni sulla musica liturgica. Luigi C. 29-9-24 A volte, dopo aver assistito ad una Messa c...

mercoledì 31 maggio 2023

I presenti rimangono edificati da come assistiamo alla S. Messa?

Ricordiamo Padre Pio: "Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell’alzarti, nell’inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione. Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino; studiati di non profferir parola con chi che sia, a meno che la carità, ovvero una stretta necessità, non lo esiga. (…). Insomma, diportati in modo che tutti i presenti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre Celeste".
Qui alcune riflessioni sulla S. Messa (in qualunque forma celebrata).
Luigi

Il Cammino dei Tre sentieri, 29 APRILE 2023, Corrado Gnerre

Ci sono due gravi errori da evitare riguardo al comportamento esteriore del cristiano.
Da una parte c’è l’errore del formalismo, quello di credere un po’, anzi un bel po’ ipocritamente che basterebbe la forma, o il puro adempimento di rituali, per essere a posto. Ciò avviene, per esempio, nelle possibilità di lucrare le indulgenze. cioè si crede che basterebbe fare ciò che la Chiesa chiede di fare esteriormente, senza però convertire se stesso, senza impegnarsi ad abbandonare l’affezione al peccato. Ed ecco perché, nelle indulgenze, una volta che si è adempiuto esattamente a ciò che è prescritto, si ha la speranza di averla lucrata, ma mai la certezza, in quanto è sempre Dio che decide, in quanto solo Lui può scrutare -come si dice- in foro interno.
Ma - dicevamo - c’è anche un altro errore che attiene ad una prospettiva spiritualista oggi molto in voga, ovvero che la forma e l’adempimento dei rituali siano secondari, se non addirittura inutili.
Dicevamo: spiritualista, perché una tale condizione sottende che l’uomo non debba far partecipare una parte di sé -il corpo- al culto e all’adorazione di Dio. Insomma, come se il corpo non contasse nulla, quando invece anche attraverso i nostri gesti, e non solo attraverso le nostre convinzioni o intenzioni, possiamo edificare o scandalizzare gli altri.

A tal riguardo leggiamo cosa scrive san Pio da Pietrelcina alla figlia spirituale Annita Rodote:

Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell’alzarti, nell’inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione. Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino; studiati di non profferir parola con chi che sia, a meno che la carità, ovvero una stretta necessità, non lo esiga. (…). Insomma, diportati in modo che tutti i presenti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre Celeste.