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lunedì 24 aprile 2023

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sulla intervista di un fedele durante la puntata di domenica 23 aprile della trasmissione Rebus (Rai 3)

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue alla intervista rilasciata da un fedele della Parrocchia della Santissima Trinità dei Pellegrini durante la puntata di domenica 23 aprile della trasmissione Rebus su Rai 3 (QUI dal minuto 11:38 al minuto 14:02 e QUI su Facebook).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«Venner, appo la tertia coletion mattinale che la Santità Sua stava prendendo nella sala ormai ditta delle ova, in qua, pendente tutto il tempo paschale, vengon messe in mostra pelle auguste refetioni le dolzure con l’ova in varia vaghissima foggia, a simboleggiar la Risurretion di Giesù, e che vegnon da multi conventi & monisterji & romitorji di monache del regno neapolitano e del regno di Francia, secondo uso invalso sotto l’atual celestissimo pomtefficato imperocché il sig. Papa ritrae tantissima consolatione da esse dolzure de ove ch’egli ingoja magna cum satisfactione palati insino all’Ottava di Pentecoste, mons. Secretario e mons. Vicario criminale che recavan all’auguste oreglie notitie circa la repression delli riggidi & pelagiani ch’eran in Urbe, a mente della Bolla della Santità Sua che principia colle parole “Acerbissimam pontificalis” con cui voller gli augusti riflessi combater in domo principis la guerra dell’Introibbo che fervea in tutta la Giesa et etiam in Roma et che tanti afanni & sollicitudini provocava nel beatissimo cor, la cui magnitudine, com’ogn’uom sa, è minor soltanto della latitudine dell’augusto stomacho sicché se disse che alla Ternità de’ Pellegrini ancho eravi falange de riggidi & pelagiani non domi dalle auguste gride et che infra issi se alludea alla Santità di Nostro Segnore ut al “sor Bergollio” quasi che il sig. Papa fosse il sor Patacca che a carnoval il popolazzo della Suburra et delli Monti et di Ripa grande fa di scherzi & lazzi & frizzi ogietto privileggiato or sono multissimi anni, co’ licentia del card. Vicario, ma non essendosi in tempore carnovalis volle capir la Santità de Nostro Segnore se il cardinal Vicario avria dato licentia etiam pella mentovata nominatione del Sommo pontiffice laonde era cossa indegna per esso papa & la Santa Sedia, ch’ogni fedel christiano alludesse alla maestà pontefficia con tal irrisione et che elli, dati l’augustissimi modi nel temporale et la pontifical sagralitate nello spiritale, sempre habita inde da’ tempi del faustissimo pontificato bonaeriense, non potea tolerar tanto dissonore viepiù che rapresentava la Chiesa de Christo Segnore, et mandavit li birri col bargello a circundar la ditta giesa della Ternità de’ Pellegrini et praeserte a sequestrar le vettigalia che la congrega a quella chiesa annessa pella refetione & dormitione delli pellegrini ogne die ammanisce alli mentovati pilligrini, con tre portate di cui una de riso, mai asciutto et con varia condimenta de lardi aut butirri aut sughi pregiati, aut macharoni con pepe garofano et cannella, l’altra de carni, ch’eran natrelle, galli d’India, pavonazzi, montone aut bove colle salate aut verzure de staggione, et l’ultima di pomi & fructi varji che in giornata furo tutti carcati dalli fachini & garzoni della rev.da Camhara sulle appostoleche carrette e portate alle coccine papali, laonde sodisfar l’augustissime ganasce e nulla remansit alli pilligrini se non l’appostolecha benedictione per continuar cammino insino alla Terra Santa & altri sacrissimi luoghi etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio - Libro VI


2 commenti:

  1. Meno male che c'e' Mons.Favella, " imperocché " e' fantastico!

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