Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi
79a SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGLI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
La settimana scorsa dicevammo che è già iniziata una nuova fase postconciliare, che sarà necessariamente più liberale. La salute di un Papa ha sempre grandi implicazioni politiche. In un articolo del 3 aprile per il Sismografo (Le sismographe : VaticanTensions dans l’Église. Retour en un temps record pour faire taire les allégations (ilsismografo.blogspot.com)), Alberto Melloni, cattolico di sinistra, parla dell'argomento. "Non sappiamo nulla", sottolinea, "sul reale stato di salute del Papa, che è stato trasferito d'urgenza al Policlinico Gemelli, ma è stato fatto di tutto per dimostrare che era ancora al comando: il battesimo di un bambino malato in un reparto; un ritorno rapidissimo a Santa Marta; l'annuncio che il viaggio in Ungheria sarebbe stato mantenuto. I cardinali elettori del futuro conclave, nota Melloni, sono per lo più bergogliani, nominati da Papa Bergoglio o che lo hanno votato nell'ultimo conclave, ma reagiranno contro "la verticalità del suo governo".
Quindi, è già tempo di dialogo? Con i progressisti, sì. Un articolo di katholisch.de del 30 marzo (Chemin synodal : le Vatican rejette le baptême et la prédication des laïcs - katholisch.de) rivela che sono in corso colloqui tra Roma e l'episcopato tedesco e che una lettera del cardinale Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino, è stata inviata al presidente della Conferenza episcopale, il vescovo Georg Bätzing, sulle richieste liturgiche del Cammino sinodale: Arthur Roche, con grande precauzione, esclude la predicazione da parte di laici (che però possono partecipare alla preparazione dell'omelia...) e i battesimi celebrati in tempi normali da laici. Ma il Prefetto chiarisce che il dialogo continua: non trattiamo gli scismatici tedeschi con la stessa mancanza di pietà che abbiamo per i cattolici troppo tradizionalisti...
Ma bisogna tenerne conto lo stesso. L'arcivescovo di Parigi, che evidentemente sta cercando di trovare il rumo da seguire, ha finalmente ricevuto, il 1° marzo, tre rappresentanti del collettivo Sainte-Geneviève, che riunisce associazioni e gruppi di fedeli parigini legati all'usus antiquior. Il loro scopo era quello di presentare le seguenti richieste:
- Ripristino delle messe soppresse nelle chiese parrocchiali;
- Libero accesso a tutti i sacramenti nella loro forma tradizionale;
- Nessuna restrizione per i sacerdoti diocesani e per quelli delle comunità tradizionali che desiderano celebrare nella diocesi;
- Trasmettere al Papa la sofferenza causata dalle restrizioni alla liturgia tradizionale.
Come ci si poteva aspettare, il vescovo Ulrich non ha annunciato nulla, ma ha ascoltato molto, e ha persino chiesto dei chiarimenti. Stiamo parlando di 4.000-5.000 fedeli tradizionali, che ogni domenica a Parigi frequentano luoghi di culto ufficiali o non ufficiali.
Per la 79ª settimana consecutiva, portiamo quindi queste richieste nelle nostre "veglie": ripristino nelle chiese parrocchiali parigine delle messe soppresse da Mons. Aupetit; possibilità di accesso per tutti a tutti i sacramenti nella loro forma tradizionale; libertà per i sacerdoti diocesani e le comunità tradizionali di celebrare in modo tradizionale a Parigi, ed è per tale motivo che recitiamo il rosario ogni mercoledì alle 17 a Saint-Georges de La Villette, tutte le domeniche alle 18.15 davanti a Notre-Dame du Travail, e davanti agli uffici dell'arcidiocesi, al 10 di rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13.30.