Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di Nicole Winfield, pubblicato martedì 28 marzo dall’agenzia di stampa internazionale The Associated Press e ripreso dal quotidiano The Washington Post, dal quotidiano The Independent, dal quotidiano San Francisco Chronicle, dal quotidiano The Telegraph, dal quotidiano Taiwan News, dal quotidiano Toronto Star, da ABC News, da WRal News, da ktvz.com e dal blog MyMcMurray, sulla campagna di affissione in vaticano dei manifesti dedicati alla liturgia tradizionale.
QUI la rassegna stampa, italiana ed estera, completa.
L.V.
(ripreso QUI da The Washington Post, QUI da The Independent, QUI da San Francisco Chronicle, QUI da The Telegraph, QUI da Taiwan News, QUI da Toronto Star, QUI da ABC News, QUI da WRal News, QUI da ktvz.com e QUI da MyMcMurray)
ROMA (AP) - Manifesti che esortano Papa Francesco a fermare il suo giro di vite sull’antica Santa Messa tradizionale sono stati affissi martedì intorno al Vaticano, nell’ultima dimostrazione dell’opposizione conservatrice al pontefice.
I manifesti riportavano immagini di Papa Benedetto XVI e di San Giovanni Paolo II e citazioni dai loro testi che parlavano positivamente dell’antico rito, che Francesco ha cercato di limitare.
“Per amore del Papa. Per la pace e l’unità della Chiesa. Per la libertà della Messa tradizionale latina”, recitavano i manifesti.
Si riferivano alla decisione di Francesco, presa nel 2021, di rovesciare una delle decisioni liturgiche più importanti di Benedetto e di reimporre restrizioni alla celebrazione della Messa antica. Francesco ha detto di aver dovuto agire perché la diffusione del vecchio rito stava dividendo le parrocchie. Ha detto che la decisione di Benedetto di liberalizzarne l’uso nel 2007 era stata sfruttata da persone contrarie alle riforme modernizzanti del Concilio Vaticano II, le riunioni degli anni Sessanta che hanno permesso di celebrare la Messa in vernacolo, non solo in latino.
L’iniziativa del manifesto, che durerà 15 giorni, è stata presa da un gruppo di attivisti e blogger a favore della Messa in latino, che hanno detto di temere che l’obiettivo finale di Francesco sia quello di proibire completamente l’antico rito. Dopo il decreto iniziale di Francesco che limitava la celebrazione, l’Ufficio liturgico vaticano ha emesso due successivi chiarimenti che rendono più difficile la celebrazione diffusa.
In una dichiarazione, i gruppi tradizionalisti hanno affermato di essere stati ingiustamente emarginati e respinti dalla gerarchia cattolica per aver semplicemente espresso la loro fede salda. Hanno detto che stavano agendo “per amore del Papa, affinché si apra paternamente alla comprensione di quelle periferie liturgiche che non si sentono più accolte nella Chiesa”.
L’iniziativa riflette la crescente opposizione a Francesco da parte di alcuni ambienti tradizionalisti della Chiesa cattolica, nostalgici del papato dottrinario di Benedetto. Sebbene solo una frazione dei cattolici vada alle vecchie Sante Messe tradizionali, il giro di vite di Francesco è diventato un grido d’allarme per altri conservatori che si oppongono al suo orientamento progressista.
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