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mercoledì 29 marzo 2023

Manifesti a Roma per la Messa tradizionale #8 InfoCatólica: gli articoli integrali #perlalibertadellamessatradizionale #mtl #tlm

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’intervista, pubblicata mercoledì 29 marzo da InfoCatólica,  di Javier Navascués a Federico Catani, tra i promotori della campagna di affissione in vaticano dei manifesti dedicati alla liturgia tradizionale.
QUI la rassegna stampa, italiana ed estera, completa.

L.V.


Nei dintorni del Vaticano sono apparsi alcuni cartelloni in difesa della Liturgia tradizionale. Un comitato di promotori, coinvolti a titolo personale e provenienti da diverse realtà cattoliche (come i blog MiL-Messainlatino.it e Campari & de Maistre, e le associazioni Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum ed Ass. San Michele Arcangelo) hanno voluto rendere pubblico il loro profondo attaccamento alla Santa Messa tradizionale, proprio quando sembra che ne sia prevista l’estinzione: è una campagna d’amore per il Papa, affinché il Santo Padre si apra paternamente alla comprensione di quelle periferie liturgiche che non si sentono più accolte nella Chiesa.

Federico Catani (nato nel 1986) è giornalista e vive a Roma. Nel 2011 ha fondato con altri amici il blog cattolico Campari & de Maistre. Collabora con diverse associazioni e media cattolici. È tra i promotori dell’iniziativa a favore della Santa Messa tradizionale insieme a Toni Brandi, Luigi Casalini, Guillaume Luyt, Simone Ortolani e Marco Sgroi. Contatto: prolibertatemissalis@gmail.com.

Ci parla in modo approfondito di questa campagna.

Perché diverse associazioni hanno organizzato questa campagna pubblicitaria in difesa della Santa Messa tradizionale?

L’iniziativa è stata organizzata da un piccolo gruppo, ma rappresentativo di molte realtà del mondo tradizionale. Sappiamo di essere interpreti di un sentimento diffuso.
Volevamo richiamare l’attenzione sul fatto che chi segue la liturgia tradizionale è un buon cattolico devoto e che non si riconosce affatto nella narrazione negativa che viene fatta su di noi. Riteniamo profondamente ingiusto quanto sta accadendo ai gruppi che celebrano la liturgia tradizionale sulla scia del motu proprio Traditionis custodes. Vorremmo che il Papa ci vedesse come siamo realmente, non attraverso il filtro di chi ci giudica sulla base di pregiudizi ideologici.

Qual è il contenuto dei manifesti?

Ci sono quattro manifesti diversi, ciascuno con l’immagine di un Papa e la sua dichiarazione sulla liturgia tradizionale. Su tutti e quattro ci sono le scritte: “Per amore del Papa. Per la pace e l’unità della Chiesa. Per la libertà della Messa tradizionale latina”. È questo che ci muove e ci anima. Nient’altro.
Nei manifesti con San Giovanni Paolo II abbiamo ripreso un passo del suo messaggio ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del settembre 2001: “Nel Messale Romano, detto di San Pio V, come in diverse Liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualsiasi Liturgia”. Vale la pena notare che questa citazione, all’epoca, fu oggetto di una vera e propria censura in cui furono coinvolte anche personalità ecclesiastiche. Curioso, non è vero?
Abbiamo scelto le citazioni dal motu proprio Summorum Pontificum di Sua santità Benedetto XVI e dalla lettera che accompagna lo stesso documento (2007): “Il Messale Romano promulgato da San Pio V e nuovamente edito dal Beato Giovanni XXIII deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico”. E ancora: “Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso”.
Ci sono poi i manifesti di San Pio V, da cui abbiamo ripreso un passaggio importante della costituzione apostolica Quo Primum Tempore (1570), con cui approvò l’edizione riformata del Missale Romanum dopo il Concilio di Trento: “Decretiamo e dichiariamo che le presenti Lettere in nessun tempo potranno venir revocate o diminuite, ma sempre stabili e valide dovranno perseverare nel loro vigore”. Questo testimonia che la liturgia tradizionale – come aveva già sottolineato Sua Santità Benedetto XVI – non è mai stata abrogata, né può essere abrogata, nemmeno da un Papa.

Lei sottolinea che questa campagna è condotta per amore del Papa e della Chiesa…

Esattamente. Ciò che ci ha ispirato è proprio l’amore che tutti i cattolici hanno per il Papa, il “dolce Cristo in terra”, come lo chiamava Santa Caterina da Siena. Ma come ci insegna Santa Caterina, pensate a una donna laica nel Medioevo che osò dire al Papa di comportarsi da uomo! – L’amore per il Papa non è un amore servile, ma un amore filiale.
E l’amore filiale è un amore che desidera essere ricambiato: come ogni bambino devoto, anche chi vive la propria fede cattolica al ritmo della liturgia tradizionale desidera intensamente ricevere affetto, comprensione, vicinanza e fiducia dal proprio padre. Come dice Gesù nel Vangelo: “Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?” (Lc 11, 11-12).
L’amore filiale, dunque, si nutre di parresia, tanto auspicata dallo stesso papa Francesco, il che significa che non dobbiamo avere paura di dire la verità al nostro padre! Infine, il nostro è un amore che corre anche in soccorso del padre, e si sforza di unire il rispetto che gli è dovuto con la laboriosa volontà di proteggerlo da azioni avventate e ingiuste.

Perché gli amanti della liturgia tradizionale non dovrebbero essere considerati fedeli di serie B?

Guardate, in pochi anni, poco più di quindici, la piena accessibilità della liturgia tradizionale ha generato liberamente e spontaneamente un movimento crescente che si sta diffondendo in tutto il Cattolicesimo, animato soprattutto dai laici e, tra questi, soprattutto dai giovani. E dalle nuove feconde famiglie cristiane. Di fronte a chi si oppone e vuole ostacolare la diffusione e la promozione della Tradizione nel suo senso più ampio e pieno, vengono in mente le parole degli Atti degli Apostoli: “Non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!” (At 5, 38-39).
Questo movimento internazionale ha portato conversioni, arrivi alla fede, vocazioni sacerdotali, in proporzioni e frequenze oggi generalmente insolite.
Ci sono alcuni fatti da notare. Le chiese dove si celebra la “Messa in latino” secondo le rubriche del Missale Romanum di San Giovanni XXIII del 1962 sono sempre piene e l’età media dei fedeli è sempre molto bassa (circa trent’anni). Sono chiese piene di bambini e di giovani famiglie. Basta andare negli Stati Uniti, in Francia, ma anche in Spagna, Germania e Italia.
E i seminari degli istituti legati alla liturgia tradizionale sono pieni di vocazioni, tanto che alcuni candidati sono costretti a rimandare il loro ingresso perché non ci sono abbastanza posti letto per tutti!
Inoltre, vorrei sottolineare che chi va alla Santa Messa tradizionale conosce bene e ama il Magistero e la Dottrina della Chiesa ed è anche ben consapevole di ciò che si celebra sull’altare: i cosiddetti tradizionalisti sono tutt’altro che spettatori passivi!
Insomma, chi dipinge e rappresenta i tradizionalisti come un mondo di nostalgici, di vecchi rancorosi, di rigidi o di malati di mente si sbaglia di grosso! Ora, la crisi abnorme in cui si trova oggi il mondo cattolico, con i vescovi tedeschi che votano per la benedizione delle coppie omosessuali, l’ateismo dilagante, l’indifferentismo e le chiese vuote, perché il problema sarebbero i cosiddetti tradizionalisti?

Quale impatto vi aspettate che abbia la campagna?

Vogliamo soprattutto far capire alla gente che la realtà che ci riguarda non è come viene raccontata. E che non c’è nulla di teologicamente sbagliato o superato nella Santa Messa tradizionale. Vogliamo continuare a testimoniare tutto questo.
E vorrei ricordare che nella Chiesa c’è sempre stata una pluralità liturgica. Per esempio, a Milano esiste ancora oggi il rito ambrosiano. Il rito mozarabico a Toledo. Per non parlare di tutti i riti orientali e delle comunità anglicane che sono tornate in comunione con la Chiesa di Roma dopo la costituzione apostolica Anglicanorum coetibus voluta da Sua santità Benedetto XVI nel 2009. Perché mai ci dovrebbe essere ostracismo e persecuzione solo nei confronti dei fedeli della cosiddetta Messa tridentina, che in realtà è la Messa codificata da San Gregorio Magno, ma il cui nucleo, il Canone Romano, risale ai tempi apostolici?
Non vogliamo essere ghettizzati. Siamo Cattolici, la Chiesa è nostra madre e il Papa nostro padre. Siamo in comunione con tutti i Papi della storia, da San Pietro a papa Francesco. Il pericolo di scisma e di eterodossia viene da altri ambienti, non certo da noi.

1 commento:

  1. Se i sacerdoti non accolgono in Chiesa, chi ha diritto a sentirsi a casa, in quella Chiesa, cominciano i problemi. Il Papa non può nulla che non vuole il cielo. Troppo dualismo fa male alla comprensione

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