Preghiamo gli Angeli, sempre, ricordando San Gabriele Arcangelo alla viglia della sua festa secondo il calendario tradizionale (24 marzo, III Classe, Bianco).
Vedremo miracoli, anche nella nostra vita di tutti i giorni.
Luigi C.
Roberto de Mattei, 2-10-23
Il mese di ottobre, oltre ad essere il mese del rosario è tradizionalmente dedicato agli Angeli. Oggi si sente molto parlare di angeli, ma in una prospettiva che non è quella della Chiesa.
C’è una falsa devozione agli Angeli, che consiste nell’immaginarli come creature mitologiche attribuendo loro potenzialità quasi magiche per esaudire i nostri desideri, appagare i nostri sentimenti, indipendentemente dall’osservanza della legge universale di Dio, cioè dal rispetto dell’ordine oggettivo del creato.
In realtà, secondo la dottrina cattolica gli angeli sono i ministri invisibili di cui Dio si serve per governare le cose create. E poiché Dio, nel suo rapporto con l’universo creato, è la Divina Provvidenza, gli angeli sono gli strumenti di cui la Provvidenza si serve per ordinare l’universo al suo fine ultimo, che è Dio stesso. Ciò significa che gli Angeli governano tutto ciò che si muove nell’universo, dal maestoso mondo degli astri alle più infime creature. L’universo è governato dagli angeli, presenti in ogni attimo e in ogni luogo come strumenti della Divina Provvidenza Attraverso gli Angeli, ad ogni istante e in ogni circostanza della nostra esistenza, Dio esercita su di noi un’azione profonda e invisibile, per condurci al nostro fine soprannaturale. E noi realizziamo la nostra vocazione rispettando l’ordine del creato e la legge naturale e divina impressa da Dio nelle nostre coscienze.
E’ per questo che noi preghiamo il nostro Angelo custode di “reggerci” e di “governarci”. Pio XII, il 3 ottobre 1959, rivolse una allocuzione a un folto gruppo di cattolici americani, nella quale, dopo aver ricordato le bellezze della realtà visibile, passò a quelle invisibili, popolate dagli Angeli, affermando: “Essi erano nelle città che avete visitato… erano i vostri compagni di viaggio”.
Gli Angeli sono certamente i nostri fedeli compagni di viaggio, ma sono anche dei guerrieri che incessantemente combattono. Leone XIII nell’enciclica Humanum Genus ricorda che il genere umano, dopo la ribellione di Lucifero, «si divise come in due campi diversi e nemici tra loro: l’uno dei quali combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l’altro per il trionfo del male e dell’errore». Ma la lotta tra san Michele Arcangelo e gli angeli ribelli non è terminata nel primo attimo della creazione, con la vittoria di san Michele che scatenò all’inferno Satana e i suoi seguaci. La battaglia ingaggiata da san Michele e dalle sue milizie angeliche continua e continuerà ogni giorno, fino alla fine del mondo. Ognuno di noi è chiamato a schierarsi in questa guerra cosmica, invisibile, ma reale.
Gli Angeli, dal primo momento della creazione, si sono schierati pro o contro Dio, per l’eternità. Questa scelta noi dobbiamo farla nel tempo storico in cui viviamo e il culto degli angeli ci aiuta a servire Dio e a combattere con efficacia i suoi avversari. Per questo la devozione agli Angeli è un atto di amore all’ordine soprannaturale voluto da Dio. Questa devozione è ancora più importante di quella che abbiamo verso i santi. I santi infatti sono modelli di virtù che dobbiamo imitare e pregare perché intercedano per noi. Essi non hanno però, se non in casi straordinari, quel potere sulle creature che gli angeli hanno ordinariamente sull’universo creato.
Gli angeli sono inoltre protagonisti della storia, in cui intervengono come messaggeri di grazie divine e di parole celesti. Il grande messaggio di Fatima si apre con le apparizioni dell’Angelo che, nella primavera, estate e autunno del 1916, si manifestò ai tre pastorelli con le sembianze di “un giovane di quattordici o quindici anni, più bianco della neve, che il sole faceva diventare trasparente come se fosse di cristallo, e di una grande bellezza”, come dichiarerà successivamente suor Lucia. La veggente continua: «Ci siamo rialzati per vedere che accadeva, e abbiamo rivisto l’angelo che aveva nella sua mano sinistra un calice, sul quale era sospesa un’ostia dalla quale cadevano alcune gocce di sangue nel calice. lasciando il calice e l’ostia sospesi in aria, egli si prosternò vicino a noi fino a terra e ripeté tre volte questa preghiera: “Santissima Trinità, padre, Figlio e Spirito Santo, io vi adoro profondamente, e vi offro il preziosissimo corpo, Sangue, Anima e divinità di Gesù cristo, presente nei tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi ed indifferenze con i quali egli stesso è offeso. Per i meriti infiniti del suo Sacratissimo cuore e del cuore immacolato di Maria, vi domando la conversione dei poveri peccatori”. Poi, rialzandosi, prese di nuovo nelle sue mani il calice e l’ostia, mi diede la sacra ostia, e diede il sangue del calice a Giacinta e Francesco, dicendo nello stesso tempo: “prendete e bevete il corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio”. Si prosternò di nuovo fino a terra e ripeté con noi ancora tre volte la stessa preghiera: “Santissima trinità…”. Poi disparve».
E’ con una straordinaria preghiera angelica che si apre il ciclo di Fatima ed è con la visione degli angeli del Terzo segreto che il Messaggio della Madonna si conclude. Ai tre pastorelli, testimonia suor Lucia, appare “al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!”
Poi la visione continua con una processione di vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, guidati dal Papa, che salgono una montagna ripida, in cima alla quale c’è una grande Croce di tronchi grezzi, ai cui piedi essi vengono uccisi da soldati che sparano colpi di arma da fuoco e frecce. “Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”.
Non dobbiamo avere timore, perché gli Angeli sono gli esecutori dei disegni divini di Dio che vuole e realizza sempre il nostro bene. Nelle ore oscure della storia come quelle che viviamo affidiamoci agli Angeli con profondo amore e immensa fiducia.