Alcune nuove sul caso delle molestie sessuali del gesuita sloveno.
QUI Aciprensa sui presunti indennizzi alle donne abusate.
Forse qualcosa si muove?
"Infine, resta senza riposta però una questione di fondo delicatissima: chi, quando e perché firmò la remissione della scomunica del gesuita Marko Rupnik, pochi giorni dopo che era stata sancita dal Dicastero per la Dottrina della Fede?"
Qui altri nostri post sul caso Rupnik.
Luigi
Il Sismografo 3-2-23
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") "Tarča: Primer Marko Rupnik" ovvero "Bersaglio: il caso Marko Rupnik" è il titolo di un programma della tv slovena RTVSLO dedicato al caso Rupnik andato in onda lo scorso 1° febbraio. Buona parte di quanto è stato discusso durante la trasmissione è già piuttosto conosciuto. C'è però un passaggio interessante attribuito a padre Miran Žvanut, provinciale dei gesuiti sloveni, in cui il sacerdote ha detto: "Non sono autorizzato a parlare di fatti nuovi nell'inchiesta. Presso la Curia dei gesuiti è in corso un processo. E' stata formata una squadra di persone provenienti da vari ambiti che ora stanno raccogliendo ulteriori informazioni sui presunti abusi. A metà febbraio [queste persone] terranno una conferenza stampa dove presenteranno lo stato attuale del processo su questa questione. È quanto mi ha assicurato il Delegato per le case internazionali dei gesuiti (a Roma), padre Johan Verschueren. Al momento, secondo le mie informazioni, al Dicastero per la Dottrina della fede non sta accadendo nulla. Per loro il processo è finito. Nell'ottobre 2022 hanno dichiarato che il caso era prescritto".
Crescono le domande e tutto resta senza risposta
Intanto le dichiarazioni di Papa Francesco all’agenzia Ap sul caso Rupnik, lo scorso 25 gennaio, hanno accresciuto non di poco la confusione e diversi punti poco chiari sono diventati ancora più ombrosi. Inoltre lo stesso Papa ha aggiunto nuovi elementi alla vicenda. Sempre durante l'intervista con l'Ap, il Papa ha parlato di un accordo e di un risarcimento in un caso. Ora altre fonti ben informate, cattoliche, precisano che ci sono stati diversi accordi in questo senso ma si aggiunge che si è trattato di un sostegno umanitario finanziario a persone ex membri della Comunità di Loyola che si trovavano in difficoltà economiche.
Il sito di informazioni religiose Aciprensa parla di 43.000 euro a un gruppo di più persone e che sarebbero stati consegnati seguendo un suggerimento o una proposta del vescovo italiano mons. Daniele Libanori, il primo, su richiesta dei gesuiti, ad indagare su padre Rupnik già nel 2019 recandosi a più riprese in Slovenia. I soldi provenivano, si dice, dalla Comunità di Loyola fondata nel decennio 1980 da Rupnik e dalla suora Ivanka Hosta.
Ad Aciprensa mons. Libanori ha dichiarato di non saper nulla del risarcimento e neanche dell'accordo. Ha poi precisato: "Queste sono domande da rivolgere al Santo Padre. Io non so dire nulla poiché tante cose le apprendo leggendo i giornali".
Da parte sua, Padre Johan Verschueren, superiore di padre Rupnik dal 2020, ha rivelato di essere stato informato di "un accordo formale" tra la vittima a cui si riferiva Papa Francesco e padre Rupnik. Ma, secondo Aciprensa, si è rammaricato che “nonostante abbia chiesto più volte di ricevere copia di questo accordo, non l'ho mai ricevuto”.
Infine, resta senza riposta però una questione di fondo delicatissima: chi, quando e perché firmò la remissione della scomunica del gesuita Marko Rupnik, pochi giorni dopo che era stata sancita dal Dicastero per la Dottrina della Fede?