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giovedì 12 gennaio 2023

Controstoria del movimento liturgico #60 - il Centro di Pastorale Liturgica don A-G. Martimort (1911-2000) di A. Porfiri

Oggi, dopo la sospensione dovuta al lutto per la morte di Benedetto XVI, riprendiamo l'appuntamento settimanale con la nostra rubrica di "Controstoria" del movimento liturgico.
il M° Porfiri ci propone un commento sul famigerato CPL, il Centro di Pastorale Liturgica (francese) e di colui che ne fu l'anima: don Aimé-Georges Martimort. 

Qui i post precedenti.

Roberto


Il Centro di Pastorale Liturgica: 
don Aimé-Georges Martimort (1911-2000)

Credo sia molto chiaro come i cambiamenti non vengano soltanto da persone singole, ma essi siano anche l’espressione di piattaforme in cui le persone si riuniscono, come nel caso per esempio delle riviste, delle istituzioni di studio, delle occasioni associative. In questo senso, per la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, un ruolo molto importante fu svolto dal Centre de Pastorale Liturgique
Benoît-Marie Solaberreta così ce lo presenta: “Il Centro di Pastorale Liturgica è stato fondato il 20 maggio 1943; la Costituzione Sacrosanctum Concilium è stata promulgata il 4 dicembre 1963. Questi due eventi non sono artificialmente accostati, perché c'è una sorprendente continuità tra loro; è anche importante sottolineare il posto occupato dal CPL nella progressione del Movimento liturgico degli anni del dopoguerra che ha avuto il suo culmine con il Concilio Vaticano II. È fruttuoso considerare l'importanza del lavoro svolto dal CPL durante i vent'anni della sua esistenza. Quando pronunciamo il titolo "CPL" non ci limitiamo ad una semplice organizzazione, perché dietro queste tre lettere ci sono stati innanzitutto uomini che hanno lavorato senza riposo alla fondazione, allo sviluppo, all'animazione e alla promozione di un Centro di Pastorale Liturgica che, poco a poco, ha preso slancio nel panorama ecclesiale francese e anche francofono degli anni Quaranta e Cinquanta” (1).

Tra i protagonisti di questo centro ci fu Aimé-Georges Martimort, un liturgista che eserciterà una profonda influenza prima, durante e dopo il Concilio Vaticano II. Il CPL inizia su iniziativa di un padre domenicano, Pie Duploye, che su impulso delle Edizioni du Cerf, anche fondate da un domenicano, decide di creare un laboratorio che che convogliasse tutte quelle energie rinnovatrici che partendo originariamente dal Movimento Liturgico del diciannovesimo secolo e da dom Prosper Guéranger aveva reso poi attraverso dom Beauduin una piega particolare. Il padre Duploye era molto influenzato dagli studi liturgici che venivano dalla Germania, specie quelli di Odo Casel e Romano Guardini.

L’incontro inaugurale si svolge il 29 maggio 1943 al numero 29 di Boulevard Latour-Maubourg, nella città di Parigi. Quell’incontro, e non a caso, viene presieduto da dom Lambert Beauduin, definito dal Solaberrieta, devo dire molto argutamente, come “iniziatore del Movimento Liturgico contemporaneo”. A quell’incontro era presente anche un sacerdote di 32 anni, Aimé-Georges Martimort. Quest’ultimo si mette in luce per i suoi interventi e per il suo spirito di intraprendenza e, dopo un intervallo dovuto alla sua partecipazione alla resistenza francese durante la seconda guerra mondiale, viene invitato ad essere un membro attivo di questo gruppo. Il suo ruolo dverrà sempre più importante fino ad ottenere ruoli di responsabilità. La sua visione era chiara: “Bisogna ammettere che, per il suo temperamento e la sua formazione, Aimé-Georges Martimort sarebbe potuto rimanere, per tutta la vita, quello che chiamiamo un “topo di biblioteca”, tutto preso dalla ricerca accademica. Eppure era abitato da un'ossessione pastorale e da una preoccupazione appassionata per promuovere la partecipazione dei fedeli alla liturgia che li porta a testimoniare la loro fede.

Ciò si è manifestato in particolare con la sua azione presso il CPL. Inizialmente rispondendo a una richiesta di Duployé, il giovane sacerdote di Tolosa ha scritto, in condizioni alquanto incredibili, inoltre, uno studio sul rapporto tra storia della liturgia e rinnovamento liturgico.

Tenendo conto di una doppia difficoltà pastorale, l'evangelizzazione delle masse popolari e l'accesso del popolo al cuore della celebrazione liturgica, Martimort deplora il fatto che la liturgia del suo tempo fosse essenzialmente nelle mani di rubricisti, canonisti e moralisti ai cui punti di vista mancano valori importanti come la dimensione della preghiera nella liturgia, il rapporto con la comunità e la partecipazione dei battezzati, la dimensione simbolica e l'intelligenza dei riti. Senza discostarsi dalla legislazione liturgica del tempo e grazie alla sua conoscenza della storia, suggerisce una serie di migliorie: la comunione alla messa quotidiana (iniziativa di papa Pio X nel 1905), la messa di fronte al popolo, la messa in dialogo, il ripristino della l'offerta e la distribuzione dei messali con la traduzione delle preghiere del sacerdote.

Per lui lo studio storico della liturgia deve aiutare a riscoprire questi elementi, conducendo al discernimento tra i punti fondamentali e quelli secondari e andando oltre l'interpretazione allegorizzante. La regola aurea è qui affermata: «lungi dal proporre un puro e semplice ritorno al passato, [lo storico] trae dal passato principi per risolvere nuovi problemi” (2).

Non v’è dubbio che le elaborazioni interne al CPL agranno una influenza enorme nel Vaticano II, in cui Martimort sarà perito e che promuoverà, specialmente per il tema della riforma liturgica, fino alla fine dei suoi giorni.