Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

mercoledì 9 novembre 2022

Questi pesanti dossier parigini con cui mons. Ulrich dovrà confrontarsi

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 898 pubblicata da Paix Liturgique il 4 novembre 2022, in cui si elencano con impietosa precisione i più urgenti e pesanti dossier che deve affrontare mons. Laurent Bernard Marie Ulrich, nuovo arcivescovo metropolita di Parigi.
In particolare sarà chiamato a porre rimedio ai gravi scandali legati alla diffusa omosessualità nel clero parigino, finora trattati con molta indulgenza.

L.V.


Mons. Ulrich, nuovo arcivescovo di Parigi, arriva come «uomo nuovo», dovendo rimediare alle debolezze della gestione che eredita. In particolare per quanto riguarda la moralità del clero. Se si deve credere a Riposte catholique, il suo compito è quello di fare il salto di qualità:

«Secondo le nostre informazioni, questi casi di omosessualità riguardano tra l’altro

1. un sacerdote parigino, teologo, troppo “intraprendente” con i seminaristi;
2. un altro, anch’egli teologo, che avrebbe scritto una lettera d’amore a un ragazzino di 12 anni – la diocesi ha offerto un risarcimento economico alla famiglia, che non ha sporto denuncia;
3. un terzo, sempre un teologo, è stato accusato di voyeurismo in seguito alle docce collettive che seguivano le partite sportive da lui organizzate;
4. in una parrocchia dell’ovest di Parigi, il vicario che ha chiesto al suo sacerdote di interrompere i suoi rapporti innaturali è stato molestato da quest’ultimo e costretto a lasciare la diocesi di Parigi».

Va notato che il sacerdote troppo «intraprendente» con i seminaristi è stato improvvisamente ricoverato in ospedale e messo in disparte. D’altra parte, il prete che ha scritto una lettera inappropriata continua a insegnare, così come il prete voyeurista.

E poi c’è la nota storia di un sacerdote di alto rango che ha avuto una relazione innaturale, di un chierico che è stato espulso dal suo ordine per una vita così cattiva e integrato in una parrocchia centrale. E ancora, c’è questo recente caso citato da Riposte Catholique: «In una parrocchia dell’ovest di Parigi, il vicario che ha chiesto al suo sacerdote di interrompere i suoi rapporti innaturali è stato molestato da quest’ultimo e costretto a lasciare la diocesi di Parigi». Il vicario in questione ha quindi informato un vicario generale, che gli ha consigliato di lasciar perdere la questione. Alla fine, il parroco ha convinto il vicario a partire per un’altra diocesi. O l’informatore si sbagliava e doveva essere punito, o i fatti erano veri e il sacerdote doveva essere punito.

Più gravi di queste cadute e scandali di sacerdoti sono le scuse teoriche date al peccato da altri sacerdoti. Se l’abbé Daniel Duigou, che nel 2018 ha risposto a Konbini di «benedire anche i cristiani omosessuali» e che si può «essere cristiani e omosessuali», oggi non ha più un incarico, altri sacerdoti, parroci, ancora in carica, non sembrano essere chiari dal punto di vista dottrinale.

Così Pierre Vivarès, parroco di Saint-Paul, che dà la comunione agli omosessuali che vivono come tali, come ha dichiarato a Le Parisien del 4 aprile 2019, e che per di più ha raccolto ciò che ha seminato: un giovane attivista omosessuale è venuto a fare una danza oscena e profana nella sua chiesa. Il parroco ha sporto denuncia contro di lui, mentre alcuni cattolici parigini sono venuti a recitare un rosario davanti alla sua chiesa, ma lui rimane sacerdote.

Così Georges Nicholso, oratoriano, curato e poi parroco di Saint-Eustache, ha giustificato l’omosessualità nel Journal du Dimanche del 19 ottobre 2014. Nel giugno 2021 aveva autorizzato a cantare in chiesa l’artista apertamente omosessuale Eddy de Preto, che aveva iniziato il suo concerto con la canzone «À quoi bon», il cui testo recitava: «Non credo di essere pronto a obbedire alla tua Bibbia / So cosa ti piace, non credo di aver letto i libri giusti». Alle reazioni indignate della congregazione, il parroco ha taciuto, ma è rimasto in silenzio quando l’artista ha definito i manifestanti «omofobi, realisti, anarchici di estrema destra» sui social network.

Affari odiosi che dovrebbero essere affrontati al più presto, ora più che mai.

***

Non si può fare a meno di notare che, se questi sacerdoti scandalosi – alcuni dei quali criminali – sembrano aver beneficiato finora di molta indulgenza, i fedeli tradizionali sono sempre trattati come impedimenti alla comunione che devono essere ridotti al minimo. Il vescovo Ulrich ha convocato i parroci parigini nelle cui parrocchie si celebrerà la liturgia tradizionale la prossima settimana. È appena tornato da Roma. Senza dubbio ha sentito un invito a una certa acquiescenza, che è espressa nella lettera che il Segretario di Stato ha appena inviato alla Conferenza episcopale riunita a Lourdes: «Papa Francesco vi invita anche alla massima sollecitudine e paternità verso quelle persone – in particolare giovani, sacerdoti e laici – che sono disorientate dal motu proprio Traditionis Custodes, alla cui attuazione lavorerete. Spesso sono pecore ferite che hanno bisogno di essere accompagnate, ascoltate e date loro tempo» (Riposte-catholique).

Nessun commento:

Posta un commento