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venerdì 4 novembre 2022

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sulla presa di possesso della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro con pranzo al sacco con i giovani in oratorio

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato e per via diplomatica attraverso il Cancelliere Don Pietro Zecchini, abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Arcivescovo di Synossi in partibus, Assistente al Sacro Soglio e Giudice Ordinario della Curia Romana e suo Distretto, nonché Abate Commendatario di Santa Cecilia in Urbe.
La «magniffica cronica di Roma» segue la notizia del programma per la presa di possesso della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro del Vescovo Andrea Migliavacca, che si terrà il prossimo 27 novembre 2022, in occasione della quale è previsto il pranzo al sacco con i giovani ai “campini” dell’Oratorio di Saione (QUI).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», che altrimenti passerebbero inosservate o non verrebbero evidenziate come dovrebbero ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi et figli devoti in Cristo, e imploriamo la sua augusta benedizione.

L.V.

«Giunse jerlaltro in Roma per ivi menarvi i milia bovi & vacche & manzi & vitelle di censo et cathedratico dovuti dall’Ecc.mo Eppiscopo electo aretino, in ragion del nome suo, al Ss.mo Signor Nostro il papa Francisco, il procurator del mentovato presule magn.co marchese Frescobaldho, di talché condotte che ebbe le bestie alla Grascia et all’Annona pontificie, foe amabilmente ricevuto in audientia privata coram Ss.mo laonde ottener licentia et benedictione appostolecha pelle cirimonie di solemne ingresso in Arretio et possessione canonecha di quella magior chiesa in favor del mentovato episcopo, sicché il Beatissimo Pontiffice recevette l’omaggio del cav. Frescobaldho appo la quarta delle coletioni mattinali, pendente che sorbiva mezza dozzina di bicchierin de rosolio de cedri che le col.me moniche ceciliane di Trastevere humilian al sagro pie’ onde propitiar l’apostolecha digestione delli ricciarelli e paste martorane che il col.mo romitorio di Palma di Montechiaro, di collatione del magn.co Principe di Lampedusa, mena in Urbe in favore della rev.da Camhera pella devolution di certi censi appostolici sul focatico, sul baliatico e sull’herbatico nelle terre di quel dist.mo Monisterjo, che son alquanto indegeste all’apostolecho stomacho ma che tuttavia la Santità Sua assume qual offitio pontificale et sopporta il pondo così del goberno della Chiesa unniversale, ma godendo l’Augustissimo del programma humiliato dal Frescobaldho in loco del Migliavacca eppiscopo qual consentaneo a chiesa povera et hospital da campo, ebbe moti de gran riprovatione et biasimo il signor Papa nell’aprender che il solenne banchetto da egli medesmo raccomandato alli vescovi de sua creatione era sostituito da meschino desinar ditto “pranzo al sacco” di talché onde consentir alla possessione canonica et annettervi l’appostolecha benedictione impuose al Migliavaccha, mediante il ditto procuratore, di meter duodeci portate nel pranzo al sacco, in esse compresi paste & macharoni & ribollite & carni de manza & de natrella & passate fromaggi et gamboni cum multe fructe et dolzumi in grande copia, imperocché poi s’avria risparmiato sulli ceri & musica & incenso nella cathedral giesa, ove il Ss.mo dava indulto di dar sola benedizione bassa, sine cantu, sine homilia, sine alba nec superpelliceo, et hauuendo certificatione dal Frescobaldho che gli augusti ordeni se sarian oboediti alla littera in quel d’Arretio, il medesmo Frescobaldho fe’ ancho promission di sua sponte, la qual rese lietissimo l’augusto core, de duodeci botti di vino rosso di Montalcino, del miglior et affinato, laonde far certa la Santità Sua che tutti gli spiritali ordini augustissimi egli medesmo avrebbe osservato sotto pena de scommunicha et suspension pel triunpho della santa Fede e la defension dell’ecclesiasticha desciplina etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio - Libro VI


9 commenti:

  1. Comunicato sull’applicazione in diocesi di Novara
    del Motu Proprio Traditionis Custodes
    La pubblicazione, lo scorso 16 luglio 2021, del Motu Proprio Traditionis custodes (TC), ricorda che al Vescovo diocesano spetta la competenza e il dovere di custodire e promuovere la vita liturgica della Diocesi, in comunione con la Sede Apostolica. Infatti, così vi si legge: «Al vescovo diocesano, quale moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa particolare a lui affidata, spetta regolare le celebrazioni liturgiche nella propria diocesi. Pertanto, è sua esclusiva competenza autorizzare l’uso del Missale Romanum del 1962 nella diocesi, seguendo gli orientamenti della Sede Apostolica». (TC, art. 2).
    La lettera di accompagnamento del Motu Proprio spiega il senso dell’intervento del Papa con questa considerazione: «Quella facoltà venne interpretata da molti dentro la Chiesa come la possibilità di usare liberamente il Messale Romano promulgato da san Pio V, determinando un uso parallelo al Messale Romano promulgato da san Paolo VI». Papa Francesco poi aggiunge: «Ma non di meno mi rattrista un uso strumentale del Missale Romanum del 1962, sempre di più caratterizzato da un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II, con l’affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la Tradizione e la “vera Chiesa”».
    Perciò la lettera del Papa chiede di «ritenere i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, come l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano. Mi conforta in questa decisione il fatto che, dopo il Concilio di Trento, anche san Pio V abrogò tutti i riti che non potessero vantare una comprovata antichità, stabilendo per tutta la Chiesa latina un unico Missale Romanum».
    I criteri che il Motu Proprio Traditionis custodes propone discendono da queste considerazioni, che il Vescovo intende attuare pienamente anche nella Diocesi di cui è pastore, invitando tutti a una celebrazione degna e piena di splendore, vigilando al contempo perché «ogni liturgia sia celebrata con decoro e fedeltà ai libri liturgici promulgati dopo il Concilio Vaticano II, senza eccentricità che degenerano facilmente in abusi».
    Nella nostra Diocesi sono attivi alcuni gruppi, a cui il mio predecessore aveva concesso di celebrare secondo il rito del Missale Romanum (1962). Ora, dovendo aggiornare le sue decisioni al nuovo Motu Proprio, con i criteri in esso contenuti, a partire dalla Prima Domenica di Avvento (27 novembre 2022) dispongo quanto segue:

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  2. 1. Nell’Ossola il gruppo dell’ospedale di Domodossola si unirà al gruppo della Chiesa di Vocogno, per celebrare la messa secondo il Missale Romanum (1962) nel Santuario di Re. Nella Chiesa parrocchiale di Vocogno verrà riattivata la Messa domenicale in italiano secondo i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, per consentire a tutti i fedeli di parteciparvi.
    2. Si riprende la possibilità della celebrazione secondo il Rito del 1962 a Verbania nella Chiesa di San Giuseppe (in Pallanza), sospesa nel periodo di Covid.
    3. Si continua la celebrazione secondo il Missale Romanum (1962) a Romagnano trasferendola nella Chiesa sussidiaria Madonna del Popolo e/o nella Cappella dell’Oratorio di Romagnano.
    Il Vescovo concederà la facoltà di celebrare solo a quei presbiteri (art. 5 di Traditionis custodes) che riconoscano esplicitamente la validità, legittimità e fecondità del rito celebrato con il Missale Romanum, Editio Typica Tertia del 2002, e si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana.
    Invito tutti i presbiteri e i fedeli a custodire e promuovere il tesoro di una liturgia bella, orante, comunitaria, e a vigilare contro ogni forma di abuso e di appropriazione personale, come ho ampiamente illustrato nelle due lettere pastorali dedicate all’Eucaristia (Alla tua cena mirabile, 2021) e alla Parola di Dio (I semi del tempo, 2022). La liturgia della Chiesa è la grammatica della sua fede, che deve esprimersi in modo concorde per celebrare il mistero santo di Dio che si rende presente in mezzo a noi.
    +Franco Giulio Brambilla
    Vescovo di Novara
    Novara, 1° novembre 2022
    Festa di Ognissanti

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    1. considerando che Brambilla ha la fama di progressista (firmò anche un manifesto contro Giovanni Paolo II) gli è andata di lusso e di fatto solo una Messa è stata soppressa, ma agli altri vengono fornite strutture per continuare
      immagino a Vocogno non saranno molto contenti, visto che sono sempre stati sul filo del rasoio

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  3. Mi sembra un modo interessante di far conoscere il vescovo ai ragazzi, e fargli capire che non è solo il tipo che ogni tanto viene in parrocchia a cresimare, ma il Pastore della Diocesi

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  4. Ha fatto addirittura il pranzo al sacco! AL ROGO!

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  5. Sembra chiaro che un vescovo giovane e sorridente, che sta con i suoi ragazzi, sia per voi qualcosa di scandaloso.
    Siete come i vecchi che si trovano al bar del paese a lamentarsi dei giovani ripensando ai bei tempi andati.

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    1. 'i bei tempi andati' in cui il vescovo era una figura rispettata a prescindere, mentre oggi non è più così
      quindi è bene che stia con la sua gente e con i giovani, anche condividendo un panino

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  6. Non lo conosco e non posso giudicarlo dal pranzo al sacco .Di sicuro c' è che se a quei ragazzi parlerà di Gesù come di un compagnone che salva anche chi non vuol essere salvato ,o dirà che una religione vale l'altra, allora avrà poco da ridere.A quei ragazzi non serve un pic-nic ma qualcuno che insegni loro le basi della dottrina come si faceva una volta.Detto questo spero e gli auguro che sia un bravo vescovo. A chi fu affidato molto sarà richiesto molto di più.........

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    1. 'qualcuno che insegni loro le basi della dottrina come si faceva una volta' è sicuro che questo basterà a farli rimanere nella Chiesa?

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