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Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

venerdì 14 ottobre 2022

Scarsa igiene nei locali parrocchiali, il modernista don Biancalani condannato

Il parroco modernista don Massimo Biancalani, pro migranti, canterino di Bella Ciao, autore di tremende liturgie, di cui si è occupata altre volte MiL QUI, è stato condannato da un tribunale penale per abusi sanitari.
Se lo meritano certi preti l'8xmille?
Luigi

La Nazione, Pistoia, 4 ottobre 2022 - Condannato a 1 mese per scarsa igiene don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro (Pistoia) da anni impegnato in un'intensa attività di accoglienza ai migranti, ospitati in grande numero nei locali parrocchiali. La sentenza del tribunale di Pistoia scaturisce da una serie di controlli igienici alle strutture.
«La condanna - spiega lo stesso don Biancalani - ha una pena di un mese di carcere ma con la sospensione condizionale è applicabile la sola ammenda pecuniaria equivalente a 1.200 euro. Sono molto deluso. La tentazione è di non fare ricorso e neppure di pagare, perché la sento come una profonda ingiustizia, da parte delle istituzioni, che invece di aiutarci, ci mettono in difficoltà. Comunque, prima di decidere mi consiglierò con i miei avvocati».

Don Biancalani, che ha sempre paragonato il suo centro di accoglienza ad un ospedale da campo, spiega che durante i controlli, partiti da segnalazioni del vicinato, sarebbero stati trovati rifiuti ingombranti nelle pertinenze della canonica e anche ratti nelle vicinanze.

«Ma questo è normale in una situazione in cui tante persone sono concentrate nello stesso luogo - si giustifica -. Purtroppo dobbiamo fare tutto da soli, non abbiamo contributi dallo Stato, accogliamo e basta. Neppure la chiesa locale ci sostiene. Gli unici aiuti che abbiamo arrivano dalla chiesa di Roma e da istituzioni religiose, addirittura non cattoliche».

La struttura di Vicofaro è stata spesso al centro di polemiche e ha avuto tensioni per il sovraffollamento e le condizioni di sicurezza che hanno richiamato varie volte l'attenzione delle autorità pubbliche, diocesi compresa. Questo in particolare nel 2020, in piena pandemia da Covid, quando gli edifici parrocchiali furono classificati 'zona rossà dopo che tra gli immigrati furono rilevati diversi contagi, venne istituito un servizio di vigilanza, 24 ore su 24, per circa un mese, da parte di tutte le forze di polizia.

Vani anche i tentativi di trasferire in altre strutture gli ospiti presenti, che a volte hanno superato le 180 unità, dovendo ricorrere anche al matroneo della chiesa, trasformato in dormitorio, per ospitarli tutti. Una situazione che ha esasperato i residenti del quartiere, che in più occasioni hanno denunciato, oltre al degrado e alla scarsa igiene, anche danneggiamenti alle auto parcheggiate lungo la strada.