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martedì 18 ottobre 2022

I Redentoristi uccisi a Madrid nel 1936 dai comunisti

Martiri della barbarie comunista.
Luigi


«Dal considerare i grandi esempi di virtù che diedero i Santi Martiri nel tempo del loro martirio (…) s’impara inoltre a confidare in Dio, ad affezionarci sempre più alla nostra fede, poiché nella costanza dei martiri e nel dar loro la forza di superare con tanto coraggio e giubilo i tormenti e la morte riluce mirabilmente la potenza di Dio». Così affermava Sant’Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa, uomo d’integra dottrina, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore.
La veridicità di quanto egli attesta è riscontrabile nelle vicende di dodici suoi figli che il prossimo 22 ottobre ascenderanno alla gloria degli altari, i Servi di Dio Vincenzo Nicasio Renuncio Toribio ed 11 Compagni.

La situazione politico-sociale, esistente in Spagna nel periodo della guerra civile (1936 – 1939), è storicamente nota, come anche il clima di persecuzione che i miliziani repubblicani instaurarono nei confronti di tutti coloro che si professavano appartenenti alla Chiesa cattolica, consacrati o laici indistintamente.

La Causa riguardante i dodici candidati suddetti ha trattato del loro martirio: sei erano sacerdoti e sei fratelli laici, tutti appartenenti alla Congregazione del Santissimo Redentore e tutti uccisi a Madrid nel 1936. Essi appartenevano a due comunità redentoriste differenti: quella del Santuario del Perpetuo Soccorso e quella di San Michele Arcangelo, quest’ultima annessa alla chiesa della Nunziatura Apostolica.

Il martirio materiale dei dodici Venerabili Servi di Dio è stato sufficientemente provato. La persecuzione contro la Chiesa fu particolarmente cruenta a Madrid. Diversi conventi vennero assaltati ed incendiati, numerose chiese saccheggiate e diversi oggetti sacri profanati. Sotto minacce di morte vennero perquisite le abitazioni private alla ricerca di religiosi o sacerdoti nascosti. Alcuni tra questi Servi di Dio furono assassinati insieme, come avvenne per Crescencio Severo Ortiz Blanco, Ángel Martínez Miquélez e Bernardo Sáiz Gutiérrez, arrestati il 20 luglio 1936 vicino alla chiesa di San Michele e fucilati a Casa de Campo di Madrid. Analogo il caso di Niceto Pérez del Palomar Quincoces e Gregorio Zugasti Fernández de Esquide: quest’ultimo non volle abbandonare l’anziano confratello Niceto, per cui i due religiosi furono catturati ed uccisi. Gli altri Venerabili Servi di Dio vennero trucidati singolarmente in circostanze simili. Dopo essere stati denunciati ed incarcerati, non esitarono a dichiarare la propria identità di consacrati.

Uccisi innegabilmente a causa della loro identità religiosa, i futuri Beati non si occupavano di politica, ma svolgevano il loro ministero con fervore. L’odium fidei ebbe diverse manifestazioni violente dirette non solo contro le persone ma anche verso gli oggetti e i simboli sacri. L’elemento formale ex parte victimarum è stato attestato per ciascuno dei candidati: le prove addotte al riguardo mostrano la loro fedeltà nell’accettare la morte per Cristo e per la Chiesa, a coronamento di una vita di fede. Sapendo che sarebbero stati uccisi, in carcere si prepararono spiritualmente pregando e confessandosi reciprocamente, animando gli altri, alcuni continuando a celebrare il Santo Sacrificio della Messa. Tutti accettarono con fede la morte.

La loro fama di martirio è costantemente stata tramandata nella Congregazione del Santissimo Redentore ed ha portato a conclusione della causa di beatificazione al decreto sul martirio il 24 aprile 2021:«Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi», concludeva il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione stessa.

Proprio dal decreto sul martirio traiamo alcune informazioni su ciascuno dei dodici Beati:

Il Servo di Dio Vincenzo Nicasio Renuncio Toribio nacque a Villayuda, presso Burgos, l’11 settembre 1876. Emise la professione nel 1895 e fu ordinato sacerdote nel 1901. Si dedicò all’attività missionaria e alla formazione degli alunni del seminario minore. Era prefetto del Santuario del Perpetuo Soccorso a Madrid. Iniziata la persecuzione, venne arrestato e tenuto in carcere quasi due mesi. Fu ucciso il 7 novembre 1936. Condotto fuori dalla cella, fu sentito esclamare: “Offro la mia vita per i miei confratelli della Spagna, per tutta la Congregazione e per la sventurata Spagna”.
Il Servo di Dio Crescenzio Severo Ortiz Blanco nacque a Pamplona il 10 marzo 1881. Professati i voti nel 1900, diventò sacerdote nel 1905. Attivo nelle missioni popolari e nell’insegnamento della filosofia, visse nelle comunità di Astorga, Cuenca, Valencia e Barcellona. Era appena giunto a Madrid quando il 20 luglio 1936 fu catturato e ucciso.
Il Servo di Dio Angelo Martínez Miquélez nacque a Funes in Navarra il 2 marzo 1907. Tra i Redentoristi emise la professione nel 1925 e fu promosso all’ordine del presbiterato nel 1930. Si impegnò nell’insegnamento e nell’apostolato missionario in diverse comunità. Il 20 luglio 1936 fu ucciso dai miliziani.
Il Servo di Dio Bernardo (in religione: Gabriele) Sáiz Gutiérrez nacque a Melgosa di Burgos il 23 luglio 1896. Vestì l’abito redentorista nel 1919 e professò i voti l’anno seguente. Religioso esemplare per la costante disponibilità e vita di preghiera, a Pamplona e a Madrid fu sempre dedito al servizio della cucina. Subì il martirio il 20 luglio 1936.
Il Servo di Dio Nicesio Pérez del Palomar Quincoces nacque a Tuesta, nell’Álava, il 2 aprile 1859. Emise la professione nel 1891. Possedeva un carattere risoluto e tenace, alimentato dalla fede professata e dalla cura per la vita interiore. Nelle diverse comunità in cui visse svolse la mansione di falegname, orticoltore, apicoltore, muratore e direttore di carpenteria. Era anziano e quasi cieco quando fu preso il 14 agosto 1936 e ucciso due giorni dopo.
Il Servo di Dio Gregorio Zugasti Fernández de Esquide nacque a Murillo de Yerri in Navarra il 12 marzo 1884. Professati i voti nel 1912, visse sempre a Madrid nella comunità del Perpetuo Soccorso e lavorando nella casa editrice dell’istituto. Considerato un religioso pio, affidabile e obbediente, diede prova di evangelica carità non abbandonando l’anziano confratello Nicesio Pérez del Palomar Quincoces e con lui subì il martirio il 16 agosto 1936.
Il Servo di Dio Aniceto Lizasoain Lizaso, nacque il 17 aprile 1877 nel villaggio di Irañeta in Navarra. Professo redentorista dal 1896, visse in varie comunità, svolgendo, oltre a diverse mansioni domestiche, gli uffici di sacrista, portiere ed economo. A seguito di una denuncia, il 18 agosto 1936 fu catturato e ucciso.
Il Servo di Dio Giuseppe Maria Urruchi Ortiz nacque a Miranda de Ebro, non lontano da Burgos, il 17 febbraio 1909. Dopo la professione religiosa nel 1926, continuò gli studi con tenacia e notevole sforzo così da essere ordinato sacerdote nel 1932. Visse a Nava del Rey, Coruña, Cuenca e Vigo, poi a Madrid. A seguito di una perquisizione, il 22 agosto 1936 venne preso ed ucciso durante la notte. Con 27 anni di età, è il più giovane di questi Servi di Dio.
Il Servo di Dio Giuseppe Gioacchino (in religione: Pasquale) Erviti Insausti nacque a Imotz in Navarra) il 15 novembre 1902. Nella comunità del Perpetuo Soccorso aiutava in cucina. Stimato un religioso prudente, pio e di assoluta fede, trascorse l’ultimo periodo in costante preghiera. Il suo cadavere fu trovato il 22 agosto 1936 lungo la strada per l’Andalusia.
Il Servo di DioAntonio Girón González, nacque a Ponferrada, nella provincia di León, l’11 dicembre 1871. Emise la professione nel 1889 e ricevette il presbiterato nel 1894. Dotato di notevoli capacità intellettuali e di una profonda vita interiore, si occupò dell’insegnamento e della formazione, nonché fu consultore provinciale. Testimoniò fino alla fine la sua devozione alla Vergine con la costante recita del Rosario. Fu trovato dai miliziani e ucciso il 30 agosto 1936.
Il Servo di Dio Donato Jiménez Bibiano, nacque ad Alaejos, fra Valladolid e Salamanca, il 21 marzo 1873. Professati i voti nel 1893, fu ordinato sacerdote nel 1899. Ricoprì quasi sempre il ruolo di superiore delle diverse comunità in cui visse e si occupò dell’attività missionaria e della promozione vocazionale. Fu imprigionato e ucciso probabilmente nella notte del 17 settembre 1936.
Il Servo di Dio Raffaele (in religione: Massimo) Perea Pinedo, nacque a Villalba de Losa, nella provincia di Burgos, il 24 ottobre 1903. Dopo la professione religiosa nel 1926 visse nelle comunità di Astorga, Santander e, per ultimo, a Madrid. Di carattere buono e gioioso, con generoso spirito di servizio svolse le mansioni di portinaio, sagrista, economo e cuoco. Il 2 novembre 1936 venne catturato e ucciso.

Le parole della Liturgia ci aiutano ad entrare nel mistero della Comunione dei Santi che ora questi nostri fratelli già vivono in pienezza:

La loro passione fa risplendere

le opere mirabili della tua potenza:

sei tu che infondi l’ardore della fede,

concedi la fermezza della perseveranza

e doni nel combattimento la vittoria,

per Cristo Signore nostro.