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mercoledì 12 ottobre 2022

Esilarante cronaca sull’outlet di lusso Vatican Mall. Stato della Città del Vaticano e Santa Sede rimangono zitti e muti

Di nuovo (QUI e QUI Mil) sull'outlet di lusso vaticano.
Aprendo anche la domenica si vede si sono dimenticati il Terzo Comandamento.

Luigi

8 Ottobre 2022, Korazym, di Vik van Brantegem

Il caso del Luxury Outlet Vatican Mall diventa sempre più kafkiano. Nel tempo è stata amputata la prima parte, imbarazzante e divisivo, per diventare il più attrattivo (e ingannevole) Vatican Mall. Della questione ci siamo occupato già più volte: il 10 agosto 2022 con Un “Vatican Mall”, che è un centro commerciale di lusso con i cagnolini robot, ma non è in Vaticano, il 16 settembre 2022 con La fake news del “Vatican Mall” dentro il “Vatican Wall” è dura a morire, perché alla Santa Sede c’è chi duro d’orecchi fa orecchie da mercante e il 1° ottobre 2022 con Il Vatican Mall della discordia. Occhio non vede, cuore non duole. I denari di Giuda e quelli dei Samaritani.



Poi, alcuni giorni fa – mentre avevamo altro da fare – abbiamo visto e messo da parte alcuni articoli, tra cui alcuni esempi del classico copia incolla con cervello spento che decreta la misera fine che ha fatto il giornalismo, mentre gli organi competenti dello Stato della Città del Vaticano e della Santa Sede rimangono zitti e muti. E “intanto lasciano correre e soprattutto lasciano anche il nome”. Quousque tandem? Quante volte ancora dobbiamo battere il chiodo, Francesco?

Per farla breve – non è necessario bere tutto il mare per sapere se è salato, basta un cucchiaino – abbiamo selezionato soltanto alcuni articoli più significativi, che riportiamo con qualche breve commento.

Nel frattempo, scopriamo sempre nuove società che sono coinvolti nella progettazione, costruzione e gestione del Centro Commerciale Vatican Mall, per significare che deve trattarsi veramente di un grosso business. In questi giorni abbiamo scoperto altre società che sono coinvolti, oltre Gasak s.r.l, Stimp s.r.l. (“currently performing the mep supervision and team management for the new Vatican Mall inside Vatican City”: da notare il ripetersi della bufala “DENTRO LA CITTÀ DEL VATICANO”), Dario Bella (comunicazione e progettazione architettonica) e Giulia Fantozzi – Prezi (proposte di business per Vatican Mall, brand identity).

Innanzitutto, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Avvenire riporta, a firma di R.R. (che ringraziamo per averci classificato con i “mass media locali”, in compagnia di Panorama, la Repubblica e Corriere della Sera), il comunicato dell’ufficio stampa della società Gasak srl, l’unica presa di posizione ufficiale e pubblica finora riscontrata. Questo comunicato stampa – non del Vaticano, sottolineiamo, ma della società che gestisce il “Centro commerciale Vatican Mall” – finalmente chiarisce uno dei punti cruciali del caso: il Vatican Mall NON è “in Vaticano (a “adiacente” ad un organismo collegato con la Santa Sede e quindi fuori le Mura Leonine) e soprattutto NON è “del Vaticano”. Questo in risposta ad articolo di stampa, per esempio – come abbiamo rilevato – su Panorama e Tripadvisor [QUI] o L’Eco del Sud [QUI] e la Repubblica (che ha scritto del “Vatican Mall, lo shopping centre di proprietà della chiesa”, una fake news, come ci sono altre nell’articolo).



«Vatican Mall è di una società privata e non è un centro commerciale di lusso»
di R.R.

L’ufficio stampa della società Gasak srl che gestisce il Centro commerciale Vatican Mall, in apertura in un’area adiacente la Pontificia Università Urbaniana e affacciata su San Pietro, ha fornito alcuni chiarimenti sullo stesso Centro (illustrato nel sito Vatican Mall) che ha avuto un certo risalto sui mass media, soprattutto locali.

Innanzitutto la società ci tiene a precisare che, “Vatican Mall non sarà un centro commerciale di lusso, ma accoglierà i migliori brand, e il termine non significa appartenere alla fascia del lusso, ma offrire prodotti con un corretto rapporto qualità- prezzo”.

In secondo luogo, a proposito della connotazione “tax free” dei negozi, si puntualizza che “nel Vatican Mall non sarà possibile fare genericamente acquisti con esenzione Iva, ma verrà applicato il principio di legge valido in ogni negozio che applica il meccanismo tax free”.

Questo significa “che solo clienti extracomunitari in possesso di una carta d’imbarco per un paese extraeuropeo potranno beneficiare del tax free”. Si tratta, aggiunge il comunicato, di “un meccanismo applicato da quasi tutti i negozi a Roma e in Italia, e i clienti cittadini romani, italiani ed europei dovranno pagare il prezzo pieno, come in qualsiasi negozio o centro commerciale”. Quindi, continua la nota, “non vorremmo che i consumatori italiani pensassero di poter comprare con esenzioni su modello degli acquisti che si fanno all’interno dello Stato Vaticano, perché rimarrebbero delusi”.

Infine nel comunicato stampa si sottolinea che “il Vatican Mall non è del Vaticano, ma è gestito dalla Gasak srl, società italiana che paga l’affitto dei locali alla ‘Terminal Vaticano Roma’, altra società italiana”.

Quindi, arriviamo alla fantasia. Il Messaggero nel titolo dell’articolo (anonimo) mis-attribuisce il comunicato della società Gasak srl – “il Vaticano precisa” – e ripete l’errore nel sottotitolo – “La precisazione del Vaticano – mentre nell’articolo non c’è traccio di una dichiarazione del Vaticano. Poi, che NON si tratta di “un centro commerciale di lusso, ma accoglierà il migliori brand”, come afferma l’ufficio stampa del gestore, pare un gioco di parole e una presa per i fondelli, anche pensando al “business legato ai massicci flussi turistici che sono previsti [per il Giubileo]”, in particolare ai clienti notoriamente non squattrinati, “per esempio i turisti o i pellegrini statunitensi”. Staremo a vedere e quando ci capiterà, faremo un visitina in occasione di un passaggio a Roma e verificheremo.
Intanto, la prova che non ci siamo inventato la definizione di “lusso” per il “Centro Commerciale Vatican Mall” si trova nel fatto che il dominio originale era Vatican Luxury Outlet http://vaticanluxuryoutlet.com/, come si scopre con Google:



che porta alla pagina di rimando al dominio attuale Vatican Mall:


È facile far scrivere da un ufficio stampa (basta pagare) quello che si vuole far diffondere con una velina. Ma la rete non perdona chi usa il bianchetto per far sparire “Luxury Outlet” (Outlet di lusso), sostituendolo con “Mall” (che essendo inglese, suona più chic, nonché più etico di “Centro Commerciale”). Noi le veline laviamo così bianco che più bianco non si può, parafrasando il fortunato slogan pubblicitario che il detersivo Dash lanciò negli anni ‘70. Le lettere capitali nella pagina di rimando non possono nascondere l’URL originale… che, tradotto, parla di Outlet di lusso Vaticano (e “outlet” non significa a buon mercato, anzi). Infine, includere a raffica la parola “etica” nei testi, comunicati e dichiarazioni è solo un’operazione di marketing, senza significato nel mondo reale.

Pecorella, pecorella tanto bianca, tanto bella
Dove vai così di fretta?
Brucare fresca erbetta
Pecorella, pecorella dove vai questa mattina?!?
Verso il bosco o verso il monte
Sulla bocca o sulla fronte?


Roma, al Gianicolo sorgerà il centro commerciale “Vatican Mall” , ma il Vaticano precisa: «Non è nostro»

Città del Vaticano – Si avvicina il Giubileo e si scaldano i motori anche in vista del business legato ai massicci flussi turistici che sono previsti. Così alla vigilia dell’apertura di un grande centro commerciale in cui sarà possibile acquistare prodotti made in Italy delle migliori marche, collocato in una area strategica, adiacente alla Pontificia Università Urbaniana e al grande parcheggio del Gianicolo che porta dritto a via della Conciliazione, la società Gasak srl che gestisce il centro commerciale chiamato “Vatican Mall”, ha dovuto fornire alcuni chiarimenti per evidenziare che il Vaticano non ha nulla a che fare con un centro commerciale di gadget e fashion con le migliori marche in commercio.

La precisazione del Vaticano

«Vatican Mall non sarà un centro commerciale di lusso, ma accoglierà i migliori brand, e il termine non significa appartenere alla fascia del lusso, ma offrire prodotti con un corretto rapporto qualità-prezzo». In secondo luogo, a proposito della connotazione “tax free”, nel Vatican Mall non sarà possibile fare genericamente acquisti con esenzione Iva, ma verrà applicato il principio di legge valido in ogni negozio che applica il meccanismo tax free”, precisa. Questo significa «che solo clienti extracomunitari in possesso di una carta d’imbarco per un paese extraeuropeo potranno beneficiare del tax free», come per esempio i turisti o i pellegrini statunitensi.

Infine, per concludere questa breve rassegna, il sito Fanpage con un articolo “a cura di Natascia Grbic” fa sapere che “in una nota, il Vaticano ha spiegato di non c’entrare nulla con l’iniziativa” del Vatican Mall al Gianicolo, specificando che “da parte sua, il Vaticano ha però chiarito che la chiesa non ha nulla a che vedere con questa iniziativa commerciale”. Però, di una nota “del Vaticano” in questo senso non c’è traccia. Poi, Fanpage continua con il copia incolla dall’articolo del 1° ottobre 2022 di la Repubblica, affermando ceh “l’affitto (…) è pagato a Propaganda Fide, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli”, omettendo ”che il comunicato stampa della Gasak s.r.l. ha specificato che “paga l’affitto dei locali alla ‘Terminal Vaticano Roma’, altra società italiana”.


Apre il Vatican Mall, centro commerciale che affaccia su San Pietro. il Vaticano: “Non è nostro”
Apre al Gianicolo il Vatican Mall, il centro commerciale con più di cinquanta negozi e dotato di servizio tax free. In una nota, il Vaticano ha spiegato di non c’entrare nulla con l’iniziativa.
a cura di Natascia Grbic


A tre anni dall’inizio del Giubileo fervono i preparativi. Tra le novità per i turisti in arrivo a Roma da tutto il mondo c’è il “Vatican Mall”, letteralmente un “Centro commerciale Vaticano”, che aprirà in un’area vicina la Pontificia Università Urbaniana, e affaccerà su San Pietro. La sua apertura, stando a quanto c’è scritto sul sito, è prevista per autunno 2022. Insomma, sarebbe praticamente imminente.

Il Vatican Mall, si legge sul sito, sarà dotato di “servizi e strutture per rendere ogni momento un vero piacere”. Tra questi i personal shopper, dei locker per posare gli acquisti e girare senza buste per il centro commerciale, un servizio di spedizione internazionale nel caso si vogliano mandare dei pacchi a casa, carte fedeltà e molto altro. Più di cinquanta i negozi ospitati al suo interno, ma anche mostre ed eventi culturali.

Il Vatican Mall è gestito da una società privata di imprenditori, la Gasak. Secondo quanto riportato da la Repubblica, l’investimento per realizzare il centro commerciale è stato di circa quindici milioni di euro. L’affitto, invece, è pagato a Propaganda Fide, la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli istituita nel 1622. Un tempo, lo spazio che adesso sarà occupato dal Vatican Mall ospitava una scuola di specializzazione per le infermiere dell’ospedale Bambino Gesù.

Da parte sua, il Vaticano ha però chiarito che la chiesa non ha nulla a che vedere con questa iniziativa commerciale. Mentre la società che gestisce il centro, ha specificato che non “sarà un centro commerciale di lusso, ma accoglierà i migliori brand, e il termine non significa appartenere alla fascia del lusso, ma offrire prodotti con un corretto rapporto qualità- prezzo”.

Per quanto riguarda la connotazione tax free che pure ha fatto molto discutere, la Galak dichiara che “non sarà possibile fare genericamente acquisti con esenzione Iva, ma verrà applicato il principio di legge valido in ogni negozio che applica il meccanismo tax free”. Quindi, “solo clienti extracomunitari in possesso di una carta d’imbarco per un paese extraeuropeo potranno beneficiare del tax free”.



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