Post in evidenza

Via libera di Francesco alla Messa Maya

Grazie a Franca Giansoldati per la ripresa di questa, ennesima, brutta notizia per la Chiesa e la sua Liturgia. QUI su MiL Michael Haynes. ...

sabato 5 novembre 2022

Eresia. Una parola che oggi scandalizza

Eresia, come diceva un amico monaco, "una verità impazzita".
Luigi

Il Cammino dei Tre Sentieri, 30 SETTEMBRE 2022

di Pierfrancesco Nardini per il C3S

“L’eresia non esiste. Esistono solo presunzione e discriminazione”. Questa frase (sentita dal sottoscritto) è la più grande e perfetta sintesi del relativismo.

Si sarebbe presuntuosi, se si parla di eresia, perché non ci sarebbe una sola verità, ma tante.

Per eresia si intende la negazione ostinata di una verità rivelata, ossia di un dogma (cfr. Catechismo di San Pio X, n. 127). Lo conferma anche l’attuale codice di diritto canonico (can. 751): non è dunque un concetto arbitrario, inventato appositamente da qualche antiquato e preconciliare duro di cuore.

È un concetto del tutto naturale. C’è la fede e c’è l’eresia di quella fede. C’è, ossia, una verità di fede e c’è chi la nega ostinatamente.

Quante “scomuniche” si lanciano per diversità di pensiero all’interno di un partito politico? Si vuole, per la giusta proporzione, che non lo si possa fare nella fede?

Con la differenza che la Chiesa condanna l’eresia per tutelare i fedeli, evitando loro di cadere in errori che avrebbero conseguenze sulla loro anima.

Romano Amerio scriveva che “nella mente della Chiesa la condanna stessa dell’errore è opera di misericordia” ( Iota Unum ).

Oramai, ai nostri giorni, dopo decenni di buonismo e di deriva protestante, fuori e purtroppo anche dentro la Chiesa, non si comprende più il significato di eresia, e soprattutto il suo scopo.

Si vede tutto sotto un’ottica di discriminazione.

E quindi la condanna, l’anatema per un’eresia è intesa come una crudele, inutile ed arbitraria mancanza di rispetto dei diritti di chi ne è oggetto.

Non si comprende che ci sono regole da rispettare per stare dentro la Chiesa e, se non rispettate, è normale se ne sia fuori (cfr. Catechismo cit., n. 124).

Lo si comprende per una semplice associazione umana, non lo si comprende per la Chiesa?

Di certo nessuno nei secoli e secoli passati lo ha mai fatto nemmeno con la Chiesa: c’era chi contestava, certo, la decisione o la riteneva nulla (se non ne riconosceva l’autorità), ma mai a nessuno è venuto in mente di contestare una qualche discriminazione. Era dato per normale il diritto della Chiesa di scomunicare per eresia. Perché ancora se ne conosceva il significato.
“Oggigiorno il male dell’Eresia non viene più adeguatamente apprezzato. Un motivo è che anche il bene della Fede non viene adeguatamente apprezzato. Il male dell’Eresia si capisce solo quando si capisca il bene della Fede” (https://www.radioromalibera.org/il-male-eresia/).

È chiaro che, se la fede ha perso significato ed importanza oramai per tantissime persone e, con la crisi nella Chiesa, si ritengono tutte le religioni uguali, non si comprenda più la “pretesa” cattolica di unica vera fede e, di conseguenza, il concetto di eresia.

Preghiamo allora Maria ss.ma affinché protegga sempre la nostra fede e San Giuseppe perché ci aiuti a conoscerla e rinforzarla sempre più.