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martedì 11 ottobre 2022

Cronache di una Chiesa allo sfascio

Cronache di una Chiesa allo sfascio.
« Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!»Matteo 8,23-27 Marco 4,35-41 Luca 8,22-25.
Gesù che dormi sulla barca, svegliati e metti a posto tu le cose!
QUI la Bussola e QUI Tosatti sul medesimo argomento.
Se lo meritano l'8xmille?
Luigi

29 Settembre 2022 Blog dell'Editore
di Vik van Brantegem

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 29.09.2022 – Vik van Brantegem] – La ragion d’essere di un sacerdote è la salvezza delle anime, che è la legge suprema della Chiesa. Come scrisse Hilaire Belloc in La crisi della civiltà (Morcelliana 1948): «La Chiesa non fu fondata né si mantenne in vita per scopi temporali, ma fu fondata per la salvezza delle anime; la sua funzione è rivolta a tale scopo. Ogni programma sociale di riforma che abbia per scopo la soluzione di mali temporali non è solo un aiuto secondario al compito generale del cattolicesimo, ma si ferma nel campo di ciò che è di questo mondo, mentre la fede tende a quelle cose che sono eterne. È chiaro che una identificazione della fede con un programma particolare di miglioramenti sociali è contro la ragione e porta a cattive conseguenze».
Invece, non solo la Fondazione per gli Oratori Milanesi educa alla teoria gender – di cui ha scritto il 27 settembre Tommaso Scandroglio sul sito Brigata per la difesa dell’ovvio – ma anche la rivista Il Segno della diocesi di Milano, con il numero di ottobre 2022, apre all’omosessualità e invita a superare i tabù e di ascoltare. L’Editoriale del Direttore Don Fabio Landi è intitolato Quella chiesa “aperta da tutti i lati”, così aperta che alla fine tutte le pecore scappano e vengono accolte, come ha affermato di fare anche il PD (neanche a loro è andato tanto bene), da in una Chiesa che accoglie gli omosessuali, come titola l’inchiesta di copertina a firma di Laura Badaracchi.

Siamo nel pieno dei tempi in cui anche nella Chiesa il male è chiamato bene, nel nome del superamento dei tabù. Gran parte dei vescovi fanno se come nulla fosse, se già non sostengono o addirittura non promuovono le “devianze” dalla dottrina della Chiesa. Ciononostante, tra loro ancora qualche pastore possiamo trovare, per cui suprema lex è sempre la salus animarum, il principio dell’ordinamento canonico della Chiesa, come il Legislatore ha affermando nel suo ultimo canone 1752.

Il 20 settembre abbiamo riferito dello strappo della Chiesa nelle Fiandre con la Santa Sede sulla benedizione delle coppie gay [QUI], seguito il 24 settembre dalla presa di posizione del Cardinal Müller e dell’Arcivescovo Viganò, che hanno definito la benedizione delle coppie dello stesso sesso dei vescovi fiamminghi derivazione eretica in opposizione alla Verità rivelata [QUI] e il 26 settembre sul modus operandi di Papa Francesco, con l’analisi Autorità o autonomia? di Andrea Gagliarducci [QUI].

Comunque, esistono ancora vescovi che non hanno perso la bussola della fede. Il più recente esempio ci offre la presa di posizione sulla benedizione delle coppie gay del Cardinale Willem Jacobus Eijk: «I vescovi fiamminghi vanno fermati». Nel suo intervento pubblicato da La Nuova Bussola Quotidiana del 27 settembre 2022. l’Arcivescovo metropolita di Utrecht ha scritto: «La dichiarazione dei vescovi belgi fiamminghi con annessa liturgia per le coppie gay contraddice l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e le recenti indicazioni vaticane. Per questo le autorità competenti devono intervenire per far ritirare il documento e i vescovi belgi si devono adeguare».

Anche in riferimento al “Camino sinodale” della Chiesa in Germania – a cui abbiamo dedicato diversi interventi [per esempio QUI e QUI] – continuano ad arrivare delle prese di posizione autorevoli, dopo, per esempio, della Conferenza Episcopale Polacca, di cui abbiamo riferito il 23 febbraio 2022: I Vescovi polacchi esortano i Vescovi tedeschi di convertirsi e di ritornare alla fede della Chiesa Cattolica. Polonia semper fidelis [QUI], da vescovi della Germania stessa. Come il Vescovo4 di Passau, Mons. Stefan Oster, anche Mons. Rudolf Voderholzer, In un’intervista a cura di Nico Spuntoni per La Nuova Bussola Quotidiana del 27 settembre, ha affermato che «i fedeli praticanti sono distanti dalle rivendicazioni avanzate nel corso del Cammino sinodale tedesco». Il Vescovo di Regensburg ha parlato a margine dell’incontro annuale dello Schülerkreis, il circolo degli ex studenti del Professore Joseph Ratzinger a Roma, aperto e concluso dal Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il Cardinale Kurt Koch, che ha sottolineato come qualsiasi ulteriore sviluppo dell’insegnamento della fede debba essere «basato sulla rivelazione vincolante e reinterpretato nella contemporaneità in modo tale che possa essere ricevuto e compreso dalle persone».

Don Paolo Farinella.

Concludiamo con un segno dei tempi – qui habet aures audiendi audiat – che ci viene offerto dall’esternazione di Don Paolo Farinella Chi, tra i cattolici, ha votato questa destra può anche sbattezzarsi su Il Fatto Quotidiano del 26 settembre 2022, a cui Mauro Visigalli ha commentato: «Indipendentemente dalla destra o dalla sinistra (non ho votato nessuna delle due) un sacerdote che invece di pensare al Regno dei Cieli si occupa di vomitare meschini comizi sui giornali e di sostituire il suo Padrone giudicando chi sia cristiano e chi no, dovrebbe togliersi la tonaca o dovrebbe togliergliela il suo vescovo (cui ho scritto)».

Successivamente Mauro Visigalli è intervenuto a commento [«Il problema non sono le idee politiche di questo personaggio (legittimamente ognuno ha le sue) ma il progressismo e il modernismo nella Chiesa Cattolica» (M.C.)] del post che avevo condiviso sul mio diario Facebook: «Conosco la situazione, avendo frequentato per lungo tempo, quando lavoravo in Italia, la Diocesi genovese (che tratta in appello le cause provenienti da MIlano) e vorrei evitare errate interpretazioni e generalizzazioni. Il problema non è politico, o di “modernismo” della Diocesi: se un problema c’è è piuttosto di scarso coraggio. Se da una parte mi conforta constatare che, in Italia, non siamo ancora giunti alla insensibile ferocia delle diocesi americane, pronte a sacrificare i loro sacerdoti alla prima accusa, vera o falsa che sia, dall’altra mi pare che spesso si sottovaluti lo scandalo in un eccesso di tolleranza. Don Farinella non è così da oggi e non è vero che la Diocesi abbia dato supporto alle sue idee (quelle politiche le può personalmente coltivare, finché non le usa per inquinare il proprio ministero): di fatto il sacerdote è stato ripetutamente ammonito e infine relegato come vicario in una parrocchia appenninica dove – nell’idea (sbagliata) del vescovo – un sacerdote anziano e privo di cariche non avrebbe potuto fare danni. Come spesso avviene per gli stolti, Don Farinella si è sentito martire ed ulteriormente insuperbito, giungendo, nonostante la sua modesta formazione, a sentirsi incarnazione della vera Chiesa, peraltro da lui ampiamente (e malevolmente) giudicata. Non è il primo e non sarà l’ultimo ed il diritto canonico offre gli strumenti adatti a reagire di fronte a questi pericolosi personaggi: basta – come ho scritto all’Ordinario – volerli applicare, a beneficio della “salus animarum” anche se a discapito di un pessimo sacerdote».
[...]



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