Nuovo magistrale intervento del card. Brandmüller.
Luigi
21 Settembre 2022, Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questo articolo, apparso su Life Site News, che ringraziamo per la cortesia, nella nostra traduzione. In esso il card. Walter Brandmüller parla degli ultimi sviluppi del Cammino Sinodale tedesco. Buona lettura.
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Il cardinale Walter Brandmüller, prelato tedesco e storico della Chiesa, ha definito “apostasia di massa” le recenti decisioni prese dall’assemblea sinodale tedesca del Cammino dell’8-10 settembre a Francoforte.
Una minoranza di vescovi aveva respinto, con il voto dell’8 settembre, un documento eterodosso sulla sessualità, ma poi la leadership dell’assemblea, composta da vescovi e laici, ha deciso di utilizzare ancora il documento respinto e di mettere alle strette questi vescovi dissenzienti vietando le votazioni segrete. La conseguenza è stata il crollo dell’opposizione il secondo giorno, seguito dall’approvazione dei temi sopra citati.
LifeSite ha contattato il cardinale Brandmüller – che è anche uno dei quattro cardinali Dubia che nel 2016 hanno chiesto a Papa Francesco di chiarire alcune affermazioni problematiche nel suo documento Amoris laetitia – per un commento sul Cammino sinodale tedesco.
Nel suo intervento (vedi testo integrale sotto), il prelato tedesco afferma che le decisioni dei vescovi tedeschi – la maggioranza dei quali ha sostenuto le affermazioni eretiche – “contraddicono diametralmente l’insegnamento della Sacra Scrittura e della Tradizione apostolica”. Si chiede se abbiano dimenticato i giuramenti fatti al momento dell’ordinazione sacerdotale e poi della consacrazione episcopale. Le recenti decisioni dell’assemblea tedesca rivelano per lui “una comprensione della Chiesa, della dottrina della fede e della morale, che è lontana dall’autentica proclamazione della fede della Chiesa”.
Il cammino sinodale tedesco sembra pensare di potersi adattare allo Zeitgeist. lo spirito del suo tempo, dimenticando la rivelazione di Dio.
Al cardinale Brandmüller viene in mente “la ribellione dell’uomo contro il suo Creatore, come la fatale presa del frutto dell’albero proibito, che nel corso della storia umana si è ripetuta ancora e ancora, in forme sempre nuove, ed è sfociata in fiumi di sangue e lacrime”.
Come storico della Chiesa, il prelato 93enne vede anche un parallelo con le lotte del IV e V secolo d.C., “quando la maggioranza dei vescovi orientali dell’eresia ariana negava la divinità di Gesù, mentre Sant’Atanasio, perseguitato da loro, fu espulso più volte dalla sua sede episcopale o dovette fuggire”. Ma avverte anche i vescovi e i laici tedeschi delle conseguenze dell’eresia quando aggiunge: “Ben presto gli eserciti del profeta della Mecca si abbatterono su queste chiese, lasciandole in fumo e in rovina….”.
Non è la prima volta che il cardinale Brandmüller critica pubblicamente il cammino sinodale tedesco iniziato nel 2019. Già allora aveva messo in guardia contro di esso, affermando che avrebbe potuto portare a una “Chiesa nazionale” senza “quasi alcun legame con Roma” e che questo sarebbe stato “certamente il percorso più sicuro verso il declino finale”. Ha richiamato l’assemblea alla fedeltà al magistero della Chiesa e, proprio nel marzo scorso, ha ricordato ai vescovi tedeschi il giuramento fatto in occasione della loro consacrazione episcopale. Con questi ripetuti interventi, infatti, il cardinale Brandmüller dimostra la propria fedeltà all’insegnamento della Chiesa e il proprio amore per la Chiesa, a imitazione di Sant’Atanasio nel IV secolo.
Francoforte
Il fallimento del documento del “Sinodo” di Francoforte sull’etica sessuale è notevole per diversi aspetti. In primo luogo, il testo presentato è stato respinto dall’assemblea. I voti dei vescovi non erano stati sufficienti per l’adozione del testo, che era stato accettato dall’82,8% dei membri laici del sinodo e dal 61,1% dei vescovi. Quest’ultima votazione non aveva raggiunto la maggioranza dei 2/3 richiesta. Se il vescovo Bätzing, alla luce di questo risultato di voto, ha parlato di “crisi”, è indubbiamente vero. Ma non nel senso di mons. Bätzing. La crisi di questa votazione consisteva infatti nel fatto che l’82,2% dei membri laici del Sinodo contraddiceva diametralmente l’insegnamento della Sacra Scrittura e della Tradizione apostolica. Ancora peggio, lo ha fatto anche il 61,1% dei vescovi votanti. Ciò significa che solo il 17,2% dei laici e solo il 38,9% dei vescovi si sono impegnati nell’insegnamento della Chiesa.
Questo risultato, tuttavia, non può che essere definito un’apostasia di massa dalle Sacre Scritture e dalla Tradizione, le fonti della fede rivelate da Dio. Il risultato di questa votazione rivela una comprensione della Chiesa, della dottrina della fede e della morale, che è lontana dall’autentica proclamazione della fede della Chiesa. Religione, Chiesa, fede: in questa visione “sinodale”, sono fattori variabili che possono essere adattati alle condizioni sociali e culturali del particolare “oggi”. [Un punto di vista che non solo rende possibile alla Chiesa, ma addirittura le esige, di marciare verso il futuro al passo con la società, persino come sua avanguardia.
A questo punto, però, bisogna chiedersi se una tale convinzione sia ancora compatibile con l’autentica fede cattolica, anzi cristiana. La stessa domanda può essere posta da un ebreo, ma non solo: anche Aristotele e Platone vengono rapidamente gettati nel cestino con un sorriso superiore dai moralisti zeitgeisty di Francoforte. Non si chiedono nemmeno cosa ne avrebbe detto “il filosofo tedesco” di Königsberg [Immanuel Kant]. È un crollo culturale del “popolo dei poeti e dei pensatori”.
Ma si tratta anche dell’essenza della religione. È possibile che l’intera faccenda non abbia a che fare solo con l’uomo, ma soprattutto con il Creatore dell’uomo e del mondo, con Dio?
E con l’autorivelazione del Creatore alla sua creatura, l’uomo?
È proprio di questo che si tratta.
Dio ha – così l’inizio della lettera agli Ebrei – “Molte volte e in molti modi Dio ha parlato ai nostri padri, ma da ultimo per mezzo del suo Figlio”. Ora, naturalmente, dipende in modo decisivo dal fatto che io riconosca davvero nella testimonianza scritta di questo messaggio una parola del Dio vivente alla sua creatura uomo, o in essa solo un prodotto della letteratura del Vicino Oriente dell’antichità. Ma se si tratta davvero della Parola di Dio, dal cui fedele ascolto e obbedienza dipende in modo decisivo il successo o la caduta nel caos della vita dell’uomo, della comunità umana, allora sorge la domanda: cosa autorizza il Sinodo di Francoforte a rifiutare questa realtà?
Nelle risoluzioni di Francoforte accade qua e là nient’altro che la ribellione dell’uomo contro il suo Creatore, come la fatale presa del frutto dell’Albero proibito, che nel corso della storia umana si è ripetuta ancora e ancora, in forme sempre nuove, ed è sfociata in fiumi di sangue e lacrime. E ora la Chiesa tedesca di Francoforte sta facendo lo stesso.
Ma ciò che è veramente allarmante e sconcertante è che i pastori consacrati e incaricati della Chiesa, i vescovi, in così gran numero hanno apparentemente dimenticato facilmente il giuramento che hanno fatto prima della loro ordinazione sacerdotale e poi della loro consacrazione episcopale davanti a tutto il popolo – e davanti al Volto di Dio. Ci si ricorda, come John Henry Newman più di cento anni fa, del IV/XV secolo, quando la maggioranza dei vescovi orientali dell’eresia ariana negava la divinità di Gesù, mentre Sant’Atanasio, perseguitato da loro, fu espulso più volte dalla sua sede episcopale o dovette fuggire.
Ben presto gli eserciti del profeta della Mecca si abbatterono su queste chiese, lasciandole in fumo e in rovina…