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sabato 24 settembre 2022

Il prete e il volantino elettorale contro «lo stato di polizia delle lobby gay»

Per le elezioni di domani.
Luigi

22 settembre 2022, L'Arena

Guardarsi dai partiti che promuovono il Ddl Zan veicolo di «uno stato di polizia in mano alle lobby omosessuali» che «ha inventato il reato di opinione, come facevano Hitler e Stalin», tale che «se una coppia omosessuale viene da me, prete, per essere sposata, riceve il mio no, mi denuncerà per il reato di discriminazione e io sarò punito con una grossa multa e col carcere».
È il monito che si legge in un mini-pamphlet distribuito di recente fuori dalla chiesa di Sona, intitolato «Pensieri e pensierini in vista delle elezioni politiche del 25 settembre». A parlare in prima persona è un prete, ma l’opuscolo non è firmato. Il parroco lì è don Giorgio Zampini, 53 anni, da 11 assegnato al paese e non nuovo a interventi simili. Ma di questo testo non rivendica la paternità, pur approvandolo: «È di un personaggio che non vuole sia detto il nome e che ha chiesto di distribuirlo fuori dalla chiesa. E io sono stato d’accordo», dice.
Le parole utilizzate nel documento di otto pagine sono forti e, oltre a sembrare un’ingerenza a pochi giorni dal voto, possono anche spaventare, non crede? «È un testo per i cristiani che fanno quello che dice il vangelo e l'opuscolo spiega ciò che dice il Vangelo. Ognuno poi vota quello che vuole. Noi a chi chiede, diciamo quello che pensiamo», continua don Giorgio che ritiene indispensabile dare consigli «perché quest’anno c’è molta confusione».

Il testo parte dal presupposto di voler dare consiglio alle «non poche persone che ci hanno raggiunto per chiedere cosa fare nelle prossime elezioni». L’autore si addentra nel tema passando per Max Weber, l’enciclica di Giovanni Paolo II Christifideles Laici e il presidente della Repubblica Sandro Pertini per sottolineare che il cristiano è chiamato all’impegno in politica per contribuire a dettare le linee guida alla Nazione. Purché siano coerenti con la vita cristiana.

E qui i consigli: «Occorre cercare quei partiti che difendono la vita, che sono contro la violenza ai bambini, che non aprano all’utero in affitto, che non approvino legalizzazioni di droghe leggere e quindi la coltivazione della cannabis». E ancora «che difendano la sacralità della famiglia e non la equiparino ad altri tipi di famiglie, chiamando le unioni civili matrimoni». Si ammonisce di evitare «la tratta di “nuovi schiavi” favorendo l’immigrazione di massa».

Infine, «occorre scegliere partiti che condividano la nostra esperienza religiosa», che rispettino il crocifisso «segno religioso e culturale» e che non promuovano il «liberticida» Ddl Zan di cui si propone un riassunto. Secondo l’autore del testo, il decreto prevede il carcere per reato di discriminazione per un prete che si rifiuta di sposare due omosessuali o di benedirli o che predicherà che «l’unica famiglia è quella naturale voluta da Dio fin dalle origini» o che a catechismo insegnerà che i figli hanno diritto a un papà e a una mamma.

Il Ddl, inoltre, imporrebbe «lezioni di gender» agli studenti. Riassunto forse un po’ sbrigativo e deviante? «È un opuscolo non un’enciclopedia. Ognuno poi approfondirà», risponde don Giorgio per nulla preoccupato delle reazioni. «Dai parrocchiani che avevano chiesto consigli l’opuscolo è stato gradito. Si dicono cose secondo il vangelo», conclude il prete che durante la pandemia è stato multato dal Comune per aver celebrato messa quando non era consentito.

«Non è nuovo a queste uscite», conferma il sindaco Gianluigi Mazzi, «ha posizioni precise e collocabili politicamente che già in passato ha espresso in occasione delle elezioni. Accetto che faccia le sue considerazioni, ma per il ruolo che ricopre non utilizzerei un documento di questa natura per fare propaganda. I ruoli vanno distinti: il parroco non faccia politica, il sindaco non si intrometta sugli aspetti di fede. Religione e credo cattolico non hanno colori politici»
Maria Vittoria Adami