Il "suicidio assistito" tradotto da Aldo Maria Valli.
Luigi
8-7-22
di Jean Bernard
Anche se il 102° Katholikentag [incontro di cattolici in Germania, NdT], che si è svolto nel weekend dell’Ascensione a Stoccarda, ha scelto il tema “condividere la vita” (Das Leben teilen), l’evento ha rappresentato soprattutto, nel contesto dell’acuta crisi che sta attraversando la Chiesa tedesca, il certificato di morte di un certo cattolicesimo d’oltralpe.
Il Katholikentag è una vera e propria istituzione in Germania. Si tiene dal 1848, ogni anno o ogni due anni, con decine di migliaia di cattolici che si riuniscono attorno a forum di discussione, cerimonie religiose e stand espositivi mettendo in luce la diversità e il dinamismo delle associazioni dei fedeli. Ma quello riunito a Stoccarda, organizzato dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi (che peraltro è co-sponsor del Cammino sinodale), è apparso come una tappa aggiuntiva della vasta operazione di decostruzione del cattolicesimo in atto in Germania, con il sostegno di un certo numero di vescovi.
Primo: decostruzione della morale cattolica. Il tema della difesa della vita si è segnalato per la sua assenza (all’associazione dedicata a questa causa, tradizionalmente presente, è stato negato il diritto di allestire una postazione con il pretesto che non fosse “chiaramente cristiana”), mentre i temi cari all’agenda Lgbt hanno saturato lo spazio, come dimostra la profusione di bandiere, poster e sciarpe arcobaleno. Così, a pochi mesi dall’operazione “#OutInChurch”, che ha visto più di cento ecclesiastici, agenti pastorali, dirigenti di associazioni cattoliche e studenti di teologia rivelare la loro omosessualità, la loro asessualità, la loro transessualità o addirittura la loro non-binéarité (sic), e pochi mesi dopo la benedizione in pompa magna delle unioni omosessuali in dozzine di parrocchie in tutto il paese, il 102° Katholikentag ha seguito risolutamente la stessa scia. Abbiamo visto una tavola rotonda dal titolo “Prospettive non binarie sulla fede, Dio e la Chiesa”. E ho sentito i relatori chiedere di “rompere la struttura dottrinale disumana” al centrp della moralità del catechismo cattolico.
Secondo: decostruzione del sacerdozio cattolico. La questione dell’accesso delle donne ai ministeri ordinati è stata al centro anche del Katholikentag, brandita in particolare dall’indescrivibile suor Philippa Rath, della famosa abbazia benedettina fondata sulle rive del Reno da santa Ildegarda di Bingen. Deplorando che la storia della Chiesa sia segnata da un “lungo senso di colpa verso le donne”, la nostra suora, conquistata molto tardi, in base alle sue stesse parole, dalla causa del femminismo, si è dichiarata convinta che un giorno parteciperà a ordinazioni sacerdotali di donne.
Terzo: decostruzione della Messa cattolica. Durante la cerimonia conclusiva, monsignor Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca e fervente difensore del Cammino sinodale, non ha esitato a dare la comunione a Thomas de Maizière, capo della Chiesa evangelica tedesca, senza che quest’ultimo, ovviamente, abbia abbandonato la dottrina luterana dell’ultima cena. E il vescovo del luogo, monsignor Fürst, si è prestato allo stesso gesto nei confronti del presidente del Landtag del Baden-Württemberg, di fede musulmana.
In verità, più che una celebrazione della fede è stato un vero e proprio servizio funebre. Il funerale di questa Volkskirche che è stata a lungo la Chiesa cattolica in Germania, caratterizzata da un alto tasso di praticanti, notevoli mezzi finanziari, molteplici associazioni di fedeli, e che è uscita vittoriosa dal Bismarckian Kulturkampf, dal totalitarismo nazista e persino dalla dittatura comunista nella Germania Orientale.
Mentre le precedenti edizioni avevano raccolto fino a 100 mila persone, quest’anno sono state meno di 20 mila (compresi settemila organizzatori, relatori e animatori di stand) le persone arrivate a Stoccarda. Inoltre, a parte la presenza obbligatoria del presidente federale e del cancelliere, sono intervenuti solo politici di secondo piano, per lo più di sinistra.
Un’ultima parola. Questi funerali sono stati, in effetti, funerali civili e non religiosi, tanto è stata sorprendente la quasi totale assenza di qualsiasi simbolo cristiano.
Va ricordata questa osservazione del quotidiano Die Welt: «Al Katholikentag nulla, o quasi, aveva a che fare con la fede cattolica. Nessuno sapeva se fosse un seminario sul futuro del Partito socialista tedesco, sui Diversity Days di Google o un campo estivo per giovani ecologisti».
Fonte: lanef.net