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lunedì 4 luglio 2022

È morto il cardinale Hummes, che ispirò al Papa il nome di Francesco

Oremus.
QUI la nuova composizione del Collegio dei Cardinali.
Luigi

Vatican News, 4-7-22
Il porporato francescano, arcivescovo emerito di São Paulo e Prefetto emerito della Congregazione per il Clero è scomparso oggi all'età di 87 anni dopo una lunga malattia. [...]

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
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“Io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi”.
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Un altro motivo di grande gioia per il cardinale fu infatti l’indizione del Sinodo per la Regione Pan Amazzonica nell’ottobre 2019, occasione per concentrare l’attenzione collettiva su una porzione di mondo spesso dimenticata. Nominato relatore generale, nella relazione introduttiva propose ai partecipanti all’assise di concentrare i lavori sui nuovi cammini per la Chiesa in Amazzonia: inculturazione e interculturalità, la questione della carenza di presbiteri; il ruolo dei diaconi e delle donne, la cura della Casa Comune nello spirito dell’ecologia integrale. “I popoli indigeni hanno manifestato in molti modi che vogliono il sostegno della Chiesa nella difesa e nella tutela dei loro diritti, nella costruzione del loro futuro. E chiedono alla Chiesa di essere un’alleata costante”, disse il cardinale in Aula nuova del Sinodo. “Ai popoli indigeni deve essere restituito e garantito il diritto di essere protagonisti della loro storia, soggetti e non oggetti dello spirito e dell’azione del colonialismo di chiunque”. Diversamente da chi guardava solo ai risultati immediati del Sinodo, giudicati poco soddisfacenti rispetto alle richieste di molti dei partecipanti, Hummes ha sempre proiettato lo sguardo oltre l’assise in Vaticano. Non al Sinodo, ma al processo che il Sinodo avrebbe aperto in Amazzonia e nel mondo.
In questi ultimi tempi, in particolare dal 2020, anno di nomina come presidente della neonata Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia, insisteva infatti sull’“applicazione” delle indicazioni del Sinodo. “Il Sinodo è il punto alto che illumina le strade. Però continua adesso, tutto il processo continuerà anche nell’applicazione post-sinodale, nel territorio e in ogni luogo dove ci sia una connessione”, ebbe a dire sempre ai media vaticani, tramite i quali denunciò pure la “crisi climatica ed ecologica grave” che veramente mette “a rischio il futuro del pianeta e pertanto il futuro dell’umanità”. La stessa urgenza il cardinale la ribadiva in una lettera del luglio 2021, in cui chiedeva al mondo di passare dal “dover fare”, quindi dalle belle promesse, al “fare”, cioè all’azione concreta, perché i propositi del Sinodo sull’Amazzonia non cadano nel vuoto, ma trovino applicazione pratica nelle diverse comunità. “Va bene continuare a discernere su ciò che dobbiamo fare, ma anche se ciò è bene, non basta”, scriveva il porporato.