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giovedì 28 luglio 2022

Controstoria del movimento ligurgico #39 - "Un prete multiforme, don Adrian Fortescue (1874-1923) di A. Porfiri

39° appuntamento con la nostra rubrica a cura del M° Aurelio Porfiri.
Quest'oggi presentiamo un sacerdote inglese: don Adrian Fortescue, il quale ebbe interessi eclettici: fu artista, calligrafo, compositore, poliglotta, fotografo amatoriale, bizantinista e viaggiatore.
Qui i precedenti aritcoli. 
Roberto

Un prete multiforme: 
Adrian Fortescue (1874-1923)

Abbiamo già incontrato in precedenza studiosi di area britannica che hanno dato lustro alla storia della liturgia cattolica. Tra questi dobbiamo includere Adrian Fortescue, discendente diretto del beato che porta lo stesso nome. Proveniente da una famiglia di convertiti dall’anglicanesimo Fortescue si segnalava per essere un concentrato di talenti vari, essendo teologo, storico, musicista, architetto, disegnatore e molto altro. Pur essendo attratto dai suoi studi dedicò la maggior parte del suo tempo ai suoi parrocchiani, a cui fu strappato troppo presto. La sua opera forse più nota in campo liturgico è "Ceremonies of the Roman Rite Described", disponibile anche in traduzione italiana.

Michael Davies, che gli ha dedicato uno studio dice di lui parlando del modo in cui celebrava Messa e in cui curava la musica liturgica (padre Fortescue aveva tre dottorati, ecco perché viene chiamato Dottore): “La Messa di padre Fortescue era qualcosa da ricordare. Era lenta: ogni parola che era destinata ad essere udibile era perfetta. Tutto ciò che riguardava l'altare era squisitamente curato. Passava ore con i suoi chierichetti prima delle grandi feste, provando ogni dettaglio della cerimonia. Furono svolti gli uffici per la Settimana Santa, per i quali nutriva una profonda devozione con ogni cerimonia possibile. La musica al St. Hugh era di uno standard eccezionale. Essere un membro del suo coro era ricevere un'accurata educazione musicale dal Dottore e dal suo devoto maestro di cappella, Wilfrid Willson. Il signor Willson, un devoto anglicano e un musicista esperto, lavorò a Letchworth nel 1908 e alloggiò presso una signora cattolica che gli disse che nella sua parrocchia il sacerdote aveva bisogno di un organista volontario per suonare l'armonium. Chiamò p. Fortescue, offrendo il suo aiuto, ma chiarendo che non sarebbe mai diventato cattolico. Entro un anno era stato accolto nella Chiesa! Willson fu infine nominato maestro del coro e organista. Andò con il Dottore per selezionare l'organo positivo per la chiesa provvisoria, che fu poi trasferita alla chiesa permanente; e progettò l'ingegnoso swell box per l'organo. I due uomini divennero amici intimi e dopo le prove del coro ogni venerdì trascorrevano la serata insieme nello studio di don Fortescue, fumando sigari, bevendo caffè e discutendo di tutto. Il loro scopo era quello di raggiungere la perfezione musicale, e devono esservi avvicinati il ​​più possibile a raggiungere questo obiettivo come ha mai fatto qualsiasi coro parrocchiale. L'intera congregazione ha potuto cantare l'Ordinario della Messa in gregoriano, secondo gli auspici di S. Pio X”. 
Dalla descrizione che ci offre Davies possiamo veramente intravedere un uomo eccezionale, dotato di talenti molteplici e profondamente amante della liturgia, come dovrebbe essere per ogni prete.

Per i suoi amati parrocchiani curò una raccolta di inni latini con traduzione inglese e la sua introduzione, così che i suoi parrocchiani potessero unirsi al canto e comprendere il significato del testo in lingua latina, lingua che lui riteneva superiore e che amava profondamente.

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La Redazione