Sodomiti alla riscossa.
Saranno contenti i genitori dei boy scout Agesci.
Ma sono in buona compagnia con il sindaco di Cremona Galimberti, ex presidente dell'Azione Cattolica (QUI e QUI).
Luigi
di Angelica La Rosa
L’ORGOGLIO GAY DELL’AGESCI LECCO 3: MA IN MANO A CHI SONO I NOSTRI FIGLI?
Da Lecco arriva una nuova sfida alla dottrina della Chiesa (e quindi alla tradizione bimillenaria, alla Sacra Scrittura, al magistero dei Pontefici). Il gruppo Agesci “Lecco 3” ha deciso di partecipare ufficialmente alla manifestazione Lecco Pride, che si svolgerà il 18 giugno per le vie della città lombarda, ritendendola addirittura cosa “doverosa” sia come scout, sia come cattolici.
Ecco la lettera con cui la comunità capi (Giacomo Pelladoni è il capogruppo dei capiscout Agesci Lecco 3) spiega la scelta ai genitori dei ragazzi:
«Abbiamo deciso a larghissima maggioranza di aderire con tutto il Gruppo alla manifestazione nel sostegno dei diritti civili fondamentali della comunità Lgbtq+. Il nostro gruppo scout è stato invitato dall’associazione Renzo e Lucio all’evento Lecco Pride. L’evento mira a essere uno spazio condiviso su un’idea di società aperta ed inclusiva, rivolto ad una città che si liberi dai pregiudizi e sappia essere accogliente delle differenze, nonché capace di rispetto per ogni singola persona. La finalità della manifestazione è sensibilizzare il nostro territorio alle istanze di una comunità sempre più ampia di persone che chiede la libertà di vivere la propria identità di genere e il proprio orientamento affettivo in parità di diritti senza discriminazioni e pregiudizi. Abbiamo scelto di aderire come gruppo alla manifestazione invitandovi a fare lo stesso insieme ai ragazzi. La nostra Promessa ci impone di aiutare gli altri in ogni circostanza e il nostro Patto associativo di intervenire su tematiche educative e politiche giovanili sia con giudizi pubblici sia con azioni concrete per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato, perseguendo l’obiettivo della promozione di una cultura pacifica e nonviolenta, dell’educazione alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità. Come cattolici sentiamo il dovere di metterci al servizio dei nostri concittadini in difficoltà per sostenerli nella rivendicazione del rispetto dei loro diritti sia da un punto di vista civile sia da un punto di vista culturale. Vogliamo andare oltre a risentimenti e incomprensioni partecipando con rispetto e spirito d’accoglienza in controtendenza a una retorica dello scontro e dell’opposizione che troviamo inadeguata quando in gioco ci sono i diritti di altre persone. La nostra partecipazione come membri di un’associazione cattolica vuole anche essere chiara testimonianza di una scelta di fede che riteniamo non essere né antitetica né incompatibile con il sostegno alle minoranze. Come educatori a continuo a contatto con bambini, adolescenti e giovani ci rendiamo conto ogni giorno di come questi temi siano vicini alla quotidianità dei nostri ragazzi, sempre più spesso coinvolti profondamente e a più livelli nell’amplissima realtà Lgbtq+ a volte con grandi difficoltà rispetto a se stessi e agli altri. La loro percezione di sé e la loro visione del mondo come in ogni tempo spinge noi adulti a interrogarci e a metterci in discussione».
Non abbiamo nulla da aggiungere se non le parole del profeta Isaia (5,20-25): «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti. Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti, a coloro che assolvono per regali un colpevole e privano del suo diritto l’innocente. Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia e una fiamma consuma la paglia, così le loro radici diventeranno un marciume e la loro fioritura volerà via come polvere, perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno disprezzato la parola del Santo di Israele. Per questo è divampato lo sdegno del Signore contro il suo popolo, su di esso ha steso la sua mano per colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri erano come lordura in mezzo alle strade. Con tutto ciò non si calma la sua ira e la sua mano resta ancora tesa».