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domenica 19 giugno 2022

Enzo Bianchi e il tradizionalismo. Un equivoco #traditioniscustodes

Dagli amici di Campari & de Maistre.
QUI la vicenda.
Luigi

di Francesco Filipazzi
Recentemente ha fatto notizia una presa di posizione da parte di Enzo Bianchi, riguardo le comunità tradizionaliste. Il fondatore di Bose, recentemente nuclearizzato e obbligato a lasciare la comunità da Papa Francesco e soci, ha speso su Repubblica parole molto importanti nei confronti delle comunità tradizionali, aggiungendo alcuni elementi interessanti al dibattito, sottolineando che il clima di delegittimazione reciproca fra progressisti e tradizionalisti, sta sfibrando e stancando la Chiesa.
I tradizionalisti, spiega Enzo Bianchi, sono una fucina di vocazioni e vivono una spiritualità molto ricca. Fino qui tutto bene. Cosa fare dunque con quelli che vanno alla Messa in latino? Bianchi propone inclusione, nell'ottica di una visione plurale del cristianesimo, perché in comune c'è Cristo che unisce tutti.
Il ragionamento è dunque abbastanza in linea con l'ottica da sempre espressa dal fondatore di Bose, ma occhio a non entusiasmarsi. Si tratta di una posizione per cui "tutto fa brodo". La Messa in latino viene accettata come una delle tante particolarità della Chiesa moderna, equiparata però anche alle derive liturgiche peggiori.

Ringraziamo comunque Enzo Bianchi per l'onestà intellettuale dimostrata e per aver spiegato in poche righe la verità su un mondo, quello della tradizione liturgica, offeso e umiliato da vescovi e preti ignoranti e in malafede.

Per leggere le parole di Bianchi, andare qui