di Roberto Pertici – Settimo Cielo, 28 aprile 2022
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Possiamo individuare nel Vaticano II il maggiore tentativo di riforma cattolica operato dalla Chiesa negli ultimi secoli. Ancora su Settimo Cielo del 14 settembre 2020 ho cercato di spiegare i motivi per cui, contrariamente alle speranze e all’impegno di tanti uomini di Chiesa e anche del laicato intellettuale, questo concilio non abbia finora prodotto una “rinascita religiosa”, come era certamente nei suoi intenti; anzi, abbia contribuito – contrariamente alle sue aspettative – a un processo di “scristianizzazione cristiana”, come l’ha definito efficacemente Michel Onfray, che dura fino a oggi.
Molti osservatori pensarono, sperarono o temettero che la decomposizione del marxismo e la fine del comunismo in Europa (i nemici storici delle Chiese e della cultura religiosa del Novecento) potessero determinare una nuova “rinascita religiosa”. La grande personalità di Giovanni Paolo II, il suo straordinario impatto mediatico e la sua statura culturale ne sembrarono l’emblema, i movimenti ecclesiali (a cui quel pontefice stava dando ampio spazio) i possibili veicoli: ma le gigantesche esequie di Karol Wojtyla furono un po’ anche le esequie di quel sogno. Il progetto di Benedetto XVI di rilanciare una cultura cattolica che rispondesse criticamente alle sfide della modernità è stato sconfitto da “fuoco amico”, oltre che dalla reazione di rigetto dei dominatori del mondo mediatico italiano e internazionale: è stato avvertito come una “restaurazione” piuttosto che come un tentativo di “rinascita”. Quanto all’attuale pontificato, un suo bilancio è ancora prematuro, ma si ha l’impressione che esso non si ponga nemmeno lo scopo di una “rinascita religiosa” nel senso che qui ho cercato di illustrare: semmai di una rinascita “politica”, anche perché questo è il solo linguaggio che il sistema mediatico dominante riesce a capire.
Concludendo: le “rinascite religiose” che si sono avute nella cultura europea degli ultimi secoli non si sono sviluppate per un impulso diretto della Chiesa-istituzione e della gerarchia, se non la prima, quella del Cinquecento, che tuttavia ha prodotto i suoi frutti culturalmente più maturi nell’età del classicismo francese seicentesco, con esiti che la Chiesa ha parzialmente condannati e anche combattuti. Quella promossa e sperata dalla Chiesa del Vaticano II finora non ha dato i frutti sperati. [...]
Fonte: Settimo Cielo
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