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sabato 7 maggio 2022

Gli imprenditori UCID vogliono una liturgia "semplificata" e un "nuovo ruolo" per sacerdoti, laici e donne

L’articolo di Carlo Bridi sul sito dell'Arcidiocesi di Trento* (link sotto),  informa che il gruppo locale  degli imprenditori cattolici UCID, Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti, accogliendo "l’invito a rispondere alle domande “sinodali” lanciate dall’Arcivescovo a inizio marzo" si è riunito  con la presenza di due "facilitatori" (sic! ) del gruppo di coordinamento diocesano. 
Il "verbale" della riunione  specifica che il gruppo degli imprenditori, per sua stessa natura, è formato da "persone abituate a fare sintesi, e questa esigenza è emersa con tutta chiarezza anche dagli interventi dei partecipanti. Ma questa esigenza di fare sintesi secondo l’UCID, vale anche per la stessa Chiesa quando si trova a dover comunicare con efficacia ai fedeli il proprio messaggio
Il documento finale è tuttavia deludente poichè  nei confronti del Sacerdozio ministeriale e della Liturgia si esprime con ragionamenti intrisi da spirito mondano: " Qui bisogna fare attenzione a una realtà di fatto: che questo "mondo", interpretato nel senso evangelico, insidia anche la Chiesa... sotto questa parola mondo, San Giovanni indica e vuol chiarire una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina" ( Cfr.Benedetto XVI, Omelia Ordinazioni Sacerdotali) . 
Non si può inoltre ignorare totalmente l'esperienza della tradizione  nel " pellegrinaggio della Chiesa attraverso la storia degli uomini e dei popoli" ( Cfr.San Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris Mater) : tutto questo è conseguenza della spaventosa diseducazione teologica, liturgica e devozionale che affligge il popolo santo di Dio!
Gli imprenditori hanno poi scritto “sul ruolo del sacerdote nella Messa domenicale. È vivo auspicio che egli sappia interagire molto di più di quanto di norma avviene attualmente. Ad esempio è auspicabile che il celebrante dopo la Messa non vada subito in sagrestia ( per recitare le doverose preghiere di ringraziamento alla Santissima Trinità N.d.R.) ma scenda lungo la chiesa e si fermi a conversare sul sagrato.” 
E’ buona cosa però sottolineare l'antica e moderna consuetudine che dopo la celebrazione della Santa Messa domenicale  il   Sacerdote  , dimessi i sacri paramenti liturgici e dopo aver recitato le preghiere di ringraziamento in intimo colloquio con Dio, incontra  fraternamente i fedeli sul sagrato della chiesa.
Gli imprenditori UCID si sono «posti anche "l’eterno" problema del celibato dei preti: a detta di alcuni membri del gruppo UCID dovrebbe essere superato, così come è avvenuto in altre confessioni cristiane.(sic! N.d.R.) È emersa l’idea di una Chiesa “come madre, che vede però i propri figli allontanarsi sempre di più”; un problema al quale è collegato anche quello della carenza di vocazioni che in prospettiva richiede – volenti o nolenti – un nuovo ruolo per i laici. » 
Infine i sinodali imprenditori e dirigenti  hanno auspicato “l’esigenza di una semplificazione del linguaggio della liturgia. Ottimi i passi fatti dopo il Concilio Vaticano II ma non è abbastanza: su questa strada bisogna proseguire.” 
Noi invece ci domandiamo che senso ha chiedere lumi sulla Liturgia agli  imprenditori, categoria che dispone il tempo nella logica dei profitti,   senza un'adeguata catechesi: la Liturgia va amata non come una fredda legge da rispettare ma come il nutrimento di vita e di amore per le realtà del Cielo; sapienza, che viene dall’Alto, per guidare e fecondare il commino di fede del popolo santo di Dio fino alla beatitudine eterna e all’approdo definitivo con Colui  che ci ha "riuniti in un solo corpo". 
Gli imprenditori e dirigenti auspicando che il Sacerdote " sappia interagire molto di più di quanto di norma avviene attualmente" sviliscono il ruolo ministeriale del Sacerdote «alter Christus». 
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che i Sacerdoti « soprattutto esercitano la loro funzione sacra nel culto o assemblea eucaristica, dove, agendo in persona di Cristo, e proclamando il suo mistero, uniscono i voti dei fedeli al sacrificio del loro Capo e nel sacrificio della Messa rendono presente e applicano, fino alla venuta del Signore, l'unico sacrificio del Nuovo Testamento, il sacrificio cioè di Cristo, che una volta per tutte si offre al Padre quale vittima immacolata » Da questo unico sacrificio tutto il loro ministero sacerdotale trae la sua forza» ( Articolo 6 Il Sacramento dell'Ordine )  per questo "tutta la tradizione della Chiesa è una voce sola nel proclamare che il Sacerdote è un altro Cristo e che il sacerdozio si esercita bensì in terra, ma va meritatamente annoverato fra gli ordini del cielo. ... intercessore presso Dio a favore degli uomini (Pio XI), conciliatore fra Dio e gli uomini (Pio XI e Pio XII)" (Cfr.Il sacerdote, un «altro Cristo» intermediario fra cielo e terra QUI)
I Santi e il Magistero insegnano che la Liturgia è la “rivelazione” di Dio e la fonte inesauribile della catechesi per il popolo santo di Dio: cosa che sapevano bene gli eretici protestanti i quali iniziarono la  loro insana ribellione adulterando la santa Liturgia. 
In particolar modo l'Eucaristia, nel suo mistero sacrale, è dono d'amore e  chiamata all'amore: "l'Eucaristia rinnova la nuova alleanza nel Sangue di Cristo che genera la comunità della nuova e definitiva alleanza. … Questa è destinata a realizzare la pienezza cultuale dell'offerta a Dio della propria vita: "per Cristo, con Cristo e in Cristo a te Dio Padre onnipotente nell'unità dello Spirito Santo ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli" . 
Il fine della liturgia e della prassi, del culto e della vita cristiana, è la glorificazione di Dio, il riconoscimento della vita filiale nella fedeltà morale e nella liturgia di lode. 
Il cristiano riconosce che al dono della fede e della vita nuova, sempre e fino alla sua piena conformazione a Cristo, dovrà corrispondere, con le parole e le opere, la redditio symboli vitae, la riconsegna della propria vita nella fedeltà all'alleanza pasquale celebrata nell'eucaristia. L'epiclesi e l'anamnesi liturgica culminano nella dossologia, poiché sono destinate a orientare tutta la creazione verso di Lui. Il dono previo e fondante della grazia suscita e accompagna la libera risposta del cristiano, per una vita che attraverso la liturgia non cessa di essere offerta, dono e lode a Dio. 
"Così nel cristianesimo grazie a Cristo e dietro a lui abbiamo una vita che si fa liturgia, cioè vera offerta di culto spirituale per amore, e una liturgia che è vera quando assume la nostra vita reale per farne offerta viva a Dio - P.Visentin La vita che si fa la liturgia, Roma 1993-". (Cfr. Don Massimo Regini in "La Liturgia luogo educativo e rivelativo." Pagine 51 e 52) 
I tentativi di ridurre ed appiattire la Liturgia  al linguaggio del mondo, spesso realizzati con insolente prevaricazione, non hanno portato alcun giovamento tantomeno alla società laica che ha bisogno più che mai di quella sana  spinta verticale che solo la Liturgia riesce ad imprimere soprattutto alle nuove generazioni: "perché non viviamo più per noi stessi ma per Lui che è morto e risorto per noi".
AC 
 
* Chiesa di Trento, sito diocesano  QUI