Aggiornamento: sembra che, finalmente, mons. Zanchetta sia stato portato in carcere qualche giorno fa: vedere QUI.
Sul vergognoso predatore e amico di Francesco mons. Zanchetta vedere molti altri post di MiL QUI.
Luigi
2 Aprile 2022, Korazym, Vik van Brantegem
Il Monsignore Gustavo Óscar Zanchetta, Vescovo emerito di Orán in Argentina, nonché notorio amico di Papa Francesco, il 4 marzo 2022 è stato condannato in prima istanza dalla Sezione II del Tribunale di Orán a 4 anni e 6 mesi di carcere effettivo per abuso sessuale semplice continuato e aggravato per essere stato commesso da un ministro di culto riconosciuto ai danni di due ex-seminaristi del Seminario San Giovanni XXIII di Orán, GFLG e MC. Presumibilmente “in attesa di un posto” nell’Unità Carceraria N. 3 di Orán, fu ospitato “temporaneamente” in una base del quartiere Taranto della città di cui è stato vescovo, ristrutturata per fungere da stazione di polizia.
Però, dopo quasi un mese dalla sentenza senza precedenti della prima condanna per abusi sessuali di un vescovo argentino, Zanchetta non sarebbe ancora trasferito in un reparto di carcerazione, apprendiamo dalla giornalista investigativa Silvia Noviasky, che ha fatto scoppiare lo “strano caso Zanchetta” con la sua inchiesta su El Tribuno di Salta: con tre articoli tra il 25 dicembre 2018 e il 4 gennaio 2019 ha rotto l’omertà sullo “strano caso Zanchetta”, di cui era “proibito scrivere” a Salta. Da allora ha tenuto Zanchetta e la sua amicizia con Papa Francesco sotto i riflettori, a differenza di quanto non hanno fatto i vaticanisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede.
Secondo la sentenza del tribunale, Zanchetta doveva scontare la sua pena in un carcere comune e la settima scorsa fonti giudiziarie hanno riferito che un posto sarebbe stata richiesta nell’Unità Carceraria N. 1 di Villa Las Rosas, senza specificare cosa sia successo con la richiesta all’Unità Carceraria N. 3 di Orán, fu riferito che era stato richiesto un posto nell’Unità carceraria 1 di Villa Las Rosas. A quel tempo, la giustizia assicurò che l’alloggio nella stazione di polizia di Taranto era solo a titolo provvisorio, fino a quando non ci fosse un posto libero nel penitenziario di Orán. Ma, a quanto pare, non sarebbe mai stato richiesto la disponibilità.
Quindi, quasi un mese dopo, Zanchetta continua a soggiornare comodamente in una stazione di polizia e perciò la stampa locale ipotizza che l’amico di Papa Francesco riceve un trattamento privilegiato rispetto a quello riservato ad un comune detenuto. Infatti, Zanchetta sarebbe alloggiato in una “cella”, che in pratica è un ufficio con bagno, in regime di minima sicurezza e con tutti i comfort. Si apprende ora, che il trasferimento in carcere di Zanchetta avverrebbe solo dopo il termine per l’impugnazione della sentenza per la quale è incarcerato, che scade il prossimo 5 aprile.
Silvia Noviasky scrive su El Tribuno: «Ora dicono di aver chiesto un posto a Villa Las Rosas. Ma indovina un po’, dal Servizio Penitenziario dicono che nessun posto per Zanchetta è stato richiesto in nessuno dei due carceri. Lo ha affermato Ángel Sarmiento, rientrato in Servizio Penitenziario un mese fa, nominato Direttore generale delle Politiche penali della provincia di Salta, dialogando con Radio Nacional Salta. Afferma di aver richiesto informazioni sia all’Unità carceraria 1 di Villas Las Rosas che all’Unità Carceraria N. 3 di Orán e che essi risposero che in nessun momento abbiano ricevuto una lettera ufficiale o una comunicazione informale di consultazione circa un post per il Vescovo emerito oranense. Sarmiento ha anche confermato che c’è spazio in entrambe le unità penali per ospitare un detenuto con le “caratteristiche” di Zanchetta. “Ad Orán c’è spazio nel Padiglione M, che soddisfa le condizioni richieste per questo detenuto, persona maggiorenne. E a Villa Las Rosas c’è spazio nel Padiglione per gli anziani, dove sta scontando la pena un’altra persona con caratteristiche simili”, ha aggiunto Sarmiento, riferendosi al sacerdote Agustín Rosa Torino, condannato lo scorso anno, anche lui per abusi sessuali».
Vedremo se durante il volo di ritorno dal Viaggio Apostolico a Malta, Papa Francesco permetterà un’altra volta una domanda sullo “strano caso Zanchetta”. Se un giornalista ammesso al Volo Papale gli chiederà se abbia cambiato opinione sul suo amico, in riferimento a quanto ha dichiarato il 28 maggio 2019 nell’intervista concessa alla giornalista Valentina Alazraki per la Tv messicana Televisa. E se un giornalista ammesso al Volo Papale gli chiederà a che punto sia il Processo canonico presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. A qualcuno potrebbe venire anche in mente di chiedere il trasferimento di Zanchetta nello Stato della Città del Vaticano (visto che ha/aveva passaporto vaticano), per scontare la sua pena in un cella più comoda all’interno della Caserma del Corpo della Gendarmeria.
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