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giovedì 24 marzo 2022

“Praedicate evangelium”: aumentano la burocrazia e gli uffici. Alla faccia della riforma

Alcuni commenti interessanti sulla Praedicate evangelium, tratti da Il sismografo: un aumento ulteriore della burocrazia e inflazione dell'organigramma curiale (ancora un aumento degli uffici, da 24 a 28 e 16 Dicasteri contro i precedenti 9).
"Nella nuova Costituzione colpisce la sua palese concezione verticistica e burocratica. L'organigramma curiale - cariche, titoli, funzioni e materie di governo - è cresciuto almeno di un terzo rispetto a quello stabilito nella Pastor Bonus di Papa Wojtyla" [...] "La Costituzione adegua un testo legislativo di oltre 30 anni fa ai tempi attuali al punto che sembra essere stato elaborato solo per questo pontificato".
Il problema è che per Francesco la coerenza dottrinale - se non addirittura il fatto stesso di esprimere dottrinalmente la fede - è di per se una forma di rigidità, che lui aborrisce. Mentre è innamoratissimo della rigidità disciplinare, anzi dell’inflessibilità del potere. Il che ha una sua logica, perché la coerenza dottrinale è di per sè un limite all’esercizio incondizionato del potere.
QUI un precedente post di commento di Stefano Fontana.
QUI e QUI, sempre Il Sismografo, nei giorni precedenti all'uscita della Costituzione.
Luigi
21-2-22

“Praedicate evangelium”: l'inflazione dell'organigramma della Curia e il pericolo della burocratizzazione verticistica

(a cura Redazione "il sismografo") La nuova Costituzione Apostolica “Praedicate evangelium”, che entrerà in vigore il 5 giugno, inflaziona significativamente l'organigramma della Curia Romana anche se al punto N° 11 nel II Capitolo si legge testualmente: "Riduzione dei Dicasteri. Si è reso necessario ridurre il numero dei Dicasteri, unendo tra loro quelli la cui finalità era molto simile o complementare, e razionalizzare le loro funzioni con l’obiettivo di evitare sovrapposizioni di competenze e rendere il lavoro più efficace."
Queste affermazioni non quadrano con la realtà.
L'ormai decaduta Costituzione "Pastor Bonus" di s. Giovanni Paolo II definiva e codificava giuridicamente:

9 Congregazioni
3 Tribunali
12 Consigli pontifici
Totale = 24
- Segreteria di Stato (presieduta dal Cardinale Segretario di Stato)

Secondo la nuova Costituzione Apostolica l'organigramma curiale si configura ora così:

3 Tribunali
6 Organismi economici
3 Uffici
16 Dicasteri (prima chiamati "Congregazioni")
Totale = 28
- Segreteria di Stato (Segreteria papale retta dal Segretario di Stato)

Da qualche anno, in Vaticano, si parla criticamente sull'eccessiva burocratizzazione verticistica di numerose riforme introdotte con decine di Motu proprio. In alcuni Dicasteri sono scoppiati dei conflitti severi che hanno coinvolto anche i vertici e la causa principale sarebbe proprio la burocratizzazione e il verticismo decisionista che spesso fa appello "al volere del Papa", cosa non sempre vera.
Dal nuovo organigramma ora appare chiaro che i problemi di questo tipo possono aumentare in futuro.
Per un confronto:

21-3-22
Povera "Praedicate Evangelium"!

(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") La "Praedicate Evangelium" ha avuto bisogno di oltre 8 anni per completare la sua gestazione, travagliata, confusa e sconclusionata. Dopo tanti anni è stata pubblicata in fretta e furia, senza le traduzioni nelle lingue fondamentali della Chiesa stessa e del mondo cristiano, montata elettronicamente con strafalcioni infantili e non è stata neanche preannunciata in modo adeguato e professionalmente serio ai vaticanisti che popolano Borgo Pio, il quartiere romano dove si trova il Vaticano.
Non pochi senza nemmeno averla letta tutta e analizzata a fondo da sabato scrivono cose sorprendenti del tipo: si tratta di un "documento rivoluzionario", di una "svolta copernicana", "la Chiesa da domani sarà dei laici e edelle donne" e altre cose simili…
Per fortuna entrerà in vigore il 5 giugno. Ciò vuol dire che c’è tempo ancora per correggere incongruenze gravi come quella della ‘forma straordinaria’ del Rito Romano. E ce ne sono altre.
Questo momento purtroppo, stando così le cose, è un passaggio molto opaco e triste per moltissimi cattolici, eppure doveva essere uno dei giorni più luminosi del pontificato.
In Vaticano qualcuno deve capire e prendere coscienza che non bastano la propaganda e gli editoriali per raddrizzare una rotta sbagliata. La Chiesa di Cristo è una cosa molto seria e fondamentale per la vita di milioni e milioni di persone. Più che mai in un momento in cui all’orizzonte si staglia l’orrore di una guerra mondiale e vediamo al tempo stesso il dolore agghiacciante del popolo ucraino.
Nella nuova Costituzione colpisce la sua palese concezione verticistica e burocratica. L'organigramma curiale - cariche, titoli, funzioni e materie di governo - è cresciuto almeno di un terzo rispetto a quello stabilito nella Pastor Bonus di Papa Wojtyla. Detto chiaramente: 16 Dicasteri è troppo e il costo di questa burocrazia ha già fatto scattare l'allarme rosso nelle finanze. Per di più, il solo confronto concettuale dei nomi di alcuni di questi dicasteri evidenzia subito l'esistenza di diverse duplicazioni di funzioni e compiti.
Qualcuno ha già scritto che il numero di dicasteri dimostra che c’è una maggiore "democratizzazione" del potere. Al riguardo si usa e abusa della parola 'sinodalità', manipolata con disinvoltura perché è lo "slogan" di moda, destinato ad essere sostituito con un altro dopo il 2023.
Questa ‘sinodalità’, usata e abusata, nasconde però un arretramento insidioso rispetto al Concilio Ecumenico Vaticano II, e cioè che dalla Costituzione il Papa esce ancora più sovrano, più autarchico, più "uomo solo al comando". In questa Costituzione ogni cosa prima o dopo ha un solo e unico punto d'arrivo: il Pontefice.
Non sembra un documento scritto con prospettiva lungimirante, audace e volto a preparare l’intera comunità di discepoli di Cristo ad affrontare i difficili tempi a venire. No, non è così.
La Costituzione adegua un testo legislativo di oltre 30 anni fa ai tempi attuali al punto che sembra essere stato elaborato solo per questo pontificato.
In questa Costituzione apostolica però, ci sono diversi passaggi e codificazioni da condividere pienamente e che annunciano possibili sviluppi grandemente rilevanti per la vita della Chiesa. Ci sarà l'occasione per analizzare questo aspetto anche se, alla fin fine, sarà il tempo, il passare degli anni a decretare il successo o l'insuccesso di questo documento fondamentale.
Tutto però dipenderà se quello che riteniamo un papato di "un uomo solo al comando" attecchirà nel dinamismo delle chiese particolari.


20-3-22
Costituzione Apostolica N° 38, "Praedicate Evangelium". Papa Francesco: "E' stato tutto già annunciato... nulla di nuovo rispetto a quanto è stato promesso che si sarebbe fatto"

Molti operatori della comunicazione pur di poter incensare la persona del Papa scrivono sulla Costituzione Apostolica cose non vere, palesemente false. Dovrebbero leggere quanto Francesco stesso ha detto del documento pubblicato ieri con la sua firma.

(L.B. - R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") Nell'intervista rilasciata da Papa Francesco alla catena radiofonica spagnola Cope, nel settembre scorso, sulla nuova Costituzione apostolica "Praedicate Evangelium", la N° 38 del suo pontificato, che sostituirà il 5 giugno quella di s. Giovanni Paolo II ("Pastor Bonus" - in vigore dal 22 giugno 1988 e contenente inoltre tre riforme importanti introdotte da Benedetto XVI), il Pontefice disse: "Non presenterà nulla di nuovo rispetto quanto si sta vedendo finora. Forse qualche dettaglio, qualche cambiamento riguardo a dicasteri che si uniscono, due o tre dicasteri in più, ma è già stato tutto annunciato: per esempio, Educazione si unirà a Cultura. Propaganda fide si unirà al dicastero della Nuova Evangelizzazione. Ma è stato tutto già annunciato. Non ci sarà nulla di nuovo rispetto a quanto è stato promesso che si sarebbe fatto."
Per arrivare al testo firmato ieri dal Santo Padre, ci sono voluti ben otto anni e cinque mesi e il lavoro di decine di persone tra cardinali del Consiglio (che si è riunito per elaborare il documento ben 40 volte tra il 2013 e il 2022), e anche esperti in testi legislativi, teologi e canonisti. In questi anni sono state fatte centinaia di consultazioni alle chiese particolari, ai membri della Curia e a numerosi atenei e accademici.
Sempre alla Cope, il Santo Padre ha voluto precisare il 1° settembre 2021: "Alcuni mi dicono: “Quando uscirà la costituzione apostolica della riforma della Chiesa, per vedere la novità?”. No. Non ci sarà nulla di nuovo. Se c’è del nuovo, sono piccole cose di aggiustamento. Sta nell’ultima parte, che è in ritardo a causa della mia malattia. Si sta cucinando a fuoco lento, in modo che comprenda tutto. Sia chiaro che la riforma non sarà altro che avviare quanto detto dai cardinali, quanto abbiamo chiesto nel pre-conclave, e che si sta vedendo. Si sta vedendo."
Sottolineate queste parole di Papa Francesco, pronunciate sei mesi fa, va osservato anche che molti operatori della comunicazione su questa Costituzione Apostolica dicono cose che non ha detto nemmeno il Pontefice stesso. Questi operatori pur di trovare "fondamento" per incensare Francesco arrivano a scrivere cose non vere. Sembrerebbe che per loro ciò che conta non è la verità, l'informazione corretta e onesta, bensì la litania cortigiana, cosa che come abbiamo ricordato in passato produce un danno enorme al Santo Padre stesso in termine d'immagine.