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lunedì 28 marzo 2022

Orrori architettonici… e dove trovarli #81 a Loures (Portogallo)

La Cappella di Gesù Maestro dell’arch. Patrícia Marques e dell’arch. Paulo Costa (anno 2015).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Questa è una cappella, o una piccola chiesa, costruita in una casa particolare per persone particolari – la fraternità dell’Instituto Missionário Pio Sociedade de São Paulo. Il briefing del progetto si basa su principi che non necessariamente coincidono: dovrebbe essere lo spazio centrale di una casa di molte case; uno spazio di preghiera e di comunicazione; un luogo di intimità così come di assemblea.
La cappella, consacrata a Gesù Maestro, si trova nella Quinta Rainha dos Apóstolos, ad Apelação, alla periferia di Lisbona. Si tratta di un terreno rurale, affacciato su un’ampia valle aperta sul fiume Tago, dove l’Istituto si trova dagli anni ’70. Il complesso esistente comprende una coppia di lunghi blocchi di quattro piani seduti su un podio al piano terra, originariamente utilizzato come magazzino. Questa è stata la zona scelta per collocare la cappella, approfittando della sua posizione centrale rispetto agli spazi dove vivere, lavorare, accogliere e pregare. La cappella funziona quindi come il cuore dell’Istituto, sia fisicamente che simbolicamente; fornisce il collegamento tra i membri della confraternita e raggiunge la più ampia comunità laica attraverso le loro attività editoriali/missionarie.
Il progetto riutilizza l’edificio esistente e mira a dargli un nuovo significato; questo viene fatto attraverso un processo di progettazione austero e rigoroso, che si basa sulla semplicità dei volumi, sull’illuminazione naturale e sulle qualità intrinseche dei materiali proposti. La struttura in calcestruzzo viene mantenuta, spoglia e imperfetta ma comunque adatta, e in qualche modo innalzata dal nuovo contesto. L’ambiente si rivela come uno spazio intero e ampio, senza artifici o eccessi: uno sfondo per gli allestimenti liturgici da valorizzare e imprimere con un senso sacro e teologico.
Tra questi, spicca l’altare centrale. Questo è costruito in legno massiccio, senza delineazione di presbiterio – un luogo per tutti, senza gerarchie. Insieme al pulpito, questo permette una vasta gamma di disposizioni e diversi gradi di intimità per le celebrazioni liturgiche: celebrazioni private con i fratelli della comunità riuniti intorno all’altare con il giardino alle spalle (orientamento nord/sud); celebrazioni regolari con l’assemblea laica (disposta lungo l’asse longitudinale con il celebrante rivolto a ovest); e celebrazioni festive che riempiono la cappella (orientamento nord/sud).
La croce è progettata come parte integrante delle celebrazioni e dell’edificio. È fisicamente collegata alla struttura in calcestruzzo attraverso un giunto a incastro, ma può essere disinnestata per essere portata in processione, segnando così l’inizio e la fine delle celebrazioni.
Lo spazio interno è fortemente segnato da due elementi di falegnameria, entrambi con chiara funzione liturgica: la sacrestia sul lato ovest, che include la cabina del confessionale aperta sul giardino, e il muro divisorio sul lato sud, che incornicia le raffigurazioni della Via Crucis di Gesù. Questo muro non racchiude completamente la cappella: permette di percepire l’ambiente come un tutto, attraverso scorci del corridoio dietro di esso che fornisce il collegamento tra gli edifici esistenti.
Lo spazio esterno a nord replica il volume della cappella. Più che un semplice giardino, quest’area è progettata come un’estensione dello spazio di preghiera. Parte del tutto attraverso la geometria e la materialità, aggiunge acqua e vegetazione alla semplicità dell’insieme. L’accesso pubblico alla cappella è garantito da sud, identificato da una porta in legno con una croce incisa e una campana, entrambe disegnate in linea con i principi generali del progetto.
Il brief richiedeva l’inclusione di rappresentazioni di particolari devozioni di questa confraternita. Queste sono state considerate fin dall’inizio come parte del progetto, invece di aggiunte successive. L’opera d’arte originale è stata eseguita in situ da Bartolomeu de Gusmão, su pareti e superfici di falegnameria, creando una relazione intensa e globale tra lo spazio e la comunità religiosa. Insieme, lo spazio e gli elementi che lo popolano trasmettono un messaggio chiaro e critico ai suoi utenti – rafforzando il senso di appartenenza e condivisione che permeava la commissione originale.» (trad. it.)

Foto esterni:




Foto interni:







1 commento:

  1. Agghiacciante. Mi pare che il progettista si sia ispirato ad Aalto, peraltro senza nemmeno avvicinarsi all'arte del maestro nordico che, a mio giudizio, aveva colto molto meglio le esigenze del culto cattolico pur essendo luterano La più umile e oleografica delle cappelle tardo ottocentesche è comunque un monumento insigne di gusto in confronto.

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