Continuiamo i commenti del Santo del giorno del prof. Plinio Corrêa de Oliveira (QUI): San Pier Damiani (1007-1072).
23 febbraio. San Pier Damiáni, dell’Ordine dei Camaldolesi, Cardinale e Vescovo di Ostia, Confessore e Dottore della Chiesa, il quale nel giorno precedente volò al cielo. [22 febbraio. A Faénza, nell’Emília, il natale di san Pier Damiáni, Cardinale e Vescovo di Ostia e Confessore, dell’Ordine Camaldolese, celebre per dottrina e santità, dal Papa Leóne dodicesimo dichiarato Dottore della Chiesa universale. Però la sua festa si celebra nel giorno seguente.] (Martirologio Romano ed. 1955)
21 febbraio. San Pier Damiani, cardinale vescovo di Ostia e dottore della Chiesa: entrato nell’eremo di Fonte Avellana, promosse con forza la disciplina regolare e, in tempi difficili per favorire la riforma della Chiesa, richiamò con fermezza i monaci alla santità della contemplazione, i chierici all’integrità di vita, il popolo alla comunione con la Sede Apostolica. [22 febbraio. A Faenza in Romagna, anniversario della morte di san Pier Damiani, la cui memoria si celebra il giorno prima di questo.] (Martirologio Romano ed. 2004)
N.B.: sia il testo di riferimento sia la nuova edizione del Martirologio Romano riportano la festa al 21 febbraio; la redazione di MiL ha preferito seguire il calendario tradizionale, che riporta la festa al 23 febbraio.
L.V.
21 febbraio
San Pier Damiani
San Pier Damiani (1007-1072) diffuse l’uso della pratica di penitenza detta della “disciplina”, una sorta di frusta formata da cordicelle annodate. Oggi abbiamo forse difficoltà a capire questa pratica. Ma diffonderla, io penso, è stata uno dei grandi servizi che San Pier Damiani ha reso alla Chiesa.
Perché così facendo ha diffuso lo spirito di penitenza. Questo è l’essenziale, molto di più del dolore fisico o dell’atto di umiltà che sono legati all’uso di uno strumento specifico come la disciplina. Lo spirito di penitenza è la comprensione e l’adesione ai principi generali su cui l’idea di penitenza è fondata.
Quali sono questi principi? L’uomo nasce con il peccato originale, e deve quindi combattere gli istinti e le passioni che ne derivano. L’uomo è peccatore, e il peccato è un’offesa alla giustizia della Maestà Divina, che richiede una riparazione. Questa riparazione dev’essere una sofferenza proporzionata all’offesa commessa. Spesso quest’offesa è un piacere illecito cui non si è voluto rinunciare. Così come un ladro che ha rubato del denaro è tenuto a restituirlo, chi ha goduto di piaceri rubati cui non avrebbe avuto diritto di fronte a Dio deve pure effettuare una restituzione, per restaurare l’equilibrio sulla bilancia della Divina Giustizia. Una persona ha spirito di penitenza se capisce la gravità dei suoi peccati.
Ma può fare penitenza anche chi non ha da espiare uno specifico peccato. Anche in questo caso la penitenza è utile per lottare contro le inclinazioni negative della carne e contro la tendenza alla ribellione dell’orgoglio umano.
L’uomo moderno aborre la penitenza, e ancor più lo spirito di penitenza. Nella maggior parte dei casi i film, i romanzi, gli ambienti sono distanti mille miglia dalla nozione di penitenza. Sembrano piuttosto onnipresenti gli inviti a esacerbare l’orgoglio e la sensualità.
Una delle caratteristiche dell’uomo e della donna contro-rivoluzionari è che hanno lo spirito di penitenza. I santi hanno diffuso l’uso della disciplina, del cilicio e di altri strumenti di penitenza. Ci hanno reso un servizio, perché ci hanno aiutato a formarci una mentalità di penitenza e a ricordare che dobbiamo lottare contro le nostre cattive inclinazioni.
Fonte: Plinio Corrêa de Oliveira, Cum Sanctis Tuis, ChoraBooks (QUI per acquistare)
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