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lunedì 17 gennaio 2022

Orrori architettonici… e dove trovarli #71 a Trezzano sul Naviglio (MI)

Complesso parrocchiale Santa Beretta Molla dell’arch. Michele Reginaldi (anno 2015).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «Orizzontalità sociale e verticalità sacra. La nuova Chiesa Santa Gianna Beretta Molla a Trezzano sul Naviglio.
Il progetto è risultato vincitore nel concorso indetto dalla Diocesi di Milano nel 2006 per dotare la parrocchia di Sant’Ambrogio di Trezzano sul Naviglio di una nuova chiesa sussidiaria e di un centro di accoglienza.
L’intervento, realizzato a partire dal 2010, è organizzato attorno ad un programma liturgico e pastorale che comprende: chiesa, uffici parrocchiali, centro Caritas, alloggi-famiglia.
Il progetto si pone l’obiettivo di introdurre nel tessuto edificato una presenza architettonica con una forte identità figurativa, capace di rendere riconoscibile la nuova chiesa.
Il complesso parrocchiale è articolato entro un recinto-soglia, la cui architettura è ottenuta come per scavo da un volume di altezza costante. La delimitazione del complesso ne rimarca l’eccezionalità e lo rende inequivocabile sia nelle relazioni con il contesto edificato, sia nella sua fruizione “distratta”, quale figura simbolica nel territorio. Il rapporto con l’esterno è sottolineato dal susseguirsi di aperture che lo rendono visivamente percepibile dalla collettività e i diversi ambiti del programma sono unificati in un disegno organico, radunati intorno ai vuoti scanditi dal lungo sagrato, dal patio alberato e dalla corte di servizio.
Il recinto-soglia permette di ribadire architettonicamente l’unitarietà dello spazio parrocchiale entro il quale si dispongono le diverse attività, in modo da non separare la loro dimensione sociale “orizzontale” dalla dimensione “verticale” della fede.
Il tentativo è di riportare l’edificazione della nuova chiesa a forme intelligibili che la distinguano dai luoghi sacri di altre confessioni e dalle tipologie architettoniche civili divenute paradossalmente similari ai luoghi sacri. L’articolazione morfologica del volume che si innalza dal recinto sacro si ricollega infatti alla matrice originaria che ha ispirato lungo i secoli l’edificazione delle chiese cristiane: dare forma architettonica al segno della Croce.
Ecco che così la chiesa si erge in un volume di h. 20 metri plasmato intorno alla forma della croce.
Sulla fronte d’ingresso esso si innalza perpendicolarmente, mentre sul retro la forma strutturale a mantello disegna un’abside che all’interno dell’aula accoglie il presbiterio quale fulcro prospettico della liturgia.
Se da una parte predomina il bianco dei volumi in cemento e il chiarore della pietra di rivestimento, dall’altra il bronzo dorato del portale d’accesso si staglia autonomamente nell’intero complesso.
La linea verticale del portale prosegue in altezza con le cinque campane inserite nel campanile scavato e con la croce dorata in sommità, identificando il luogo sacro e il richiamo all’assemblea. Il portale apre sull’aula liturgica costruendo una fuga prospettica verso l’altare, il presbiterio e il grande mantello absidale retrostante. La forma a vela è un richiamo al manto protettivo che accoglie i fedeli nella chiesa, così come dipinto nella famosa Madonna del Polittico della Misericordia di Piero della Francesca.
In sommità della chiesa il soffitto-lucernario assume la figura di una croce che si rovescia all’interno dell’aula con un grande volume sospeso diffusore di luce naturale, un cannocchiale cruciforme che illumina lo spazio liturgico in modo diretto e scenografico.
L’ambiente interno viene esaltato nella sua sacralità dalla luce naturale che penetra, oltre che dal lucernario di copertura, anche dall’ampia vetrata serigrafata che prospetta verso il Naviglio e dal piccolo specchio d’acqua posto tra sagrestia e cappella feriale, in cui la luce si rifrange offrendo riflessi mobili all’interno dell’aula.
Nell’organizzazione dell’aula è stata posta molta attenzione al recupero in chiave morfologica della chiarezza comunicativa dell’azione liturgica e la distribuzione dei diversi luoghi sacri risulta assorbita in una forte unitarietà dell’intero ambiente.
L’ingresso alla chiesa avviene attraverso uno spazio filtro in cui è collocato il fonte battesimale, una pietra ottagonale del diametro di 160 centimetri con un catino dorato sull’ottavo lato, quale simbolo del giorno della risurrezione.
L’aula comunica con la cappella feriale in cui trova posto la custodia eucaristica, orientata in modo da rimandare visivamente all’altare maggiore e ben visibile dall’assemblea. In ogni caso l’area presbiteriale diviene il fulcro prospettico della liturgia; essa non chiude lo spazio sacro ma lascia intendere che esso continui al di là della parete sospesa.
Il complesso è realizzato in calcestruzzo bianco autocompattante fotocatalitico, gettato in opera con l’utilizzo di inerti del posto. Una pietra chiara Perlato Royal, proveniente da cave di Montecassino, riveste le pavimentazioni delle parti comuni, dell’aula liturgica e del presbiterio, le pareti esterne sino ad un’altezza di 2,40 metri, la vela e il campanile.
Internamente le pareti sono coibentate e rivestite in cartongesso intonacato di colore chiaro. Il tetto-lucernario dell’aula è costituito da un reticolo di travi in acciaio che assorbono le spinte dovute alle forme strutturali e sostengono il cannocchiale cruciforme sospeso, anch’esso realizzato con un telaio in acciaio rivestito in cartongesso. I serramenti degli uffici e degli alloggi, così come la copertura a croce dell’aula ed in generale i lucernari, sono invece in acciaio dorato.
Gli arredi sacri sono strettamente integrati al volume architettonico di cui riprendono la semplicità formale e la simbologia evocativa. L’altare è concepito come un tavolo-mensa appoggiato ad un masso squadrato, tagliato nell’angolo rivolto verso il tabernacolo, anch’esso reciso. L’ambone ha la forma di sepolcro, con una pietra rovesciata che diventa il gradino d’ingresso; di fianco, incastonata nel piano presbiteriale, si innalza la croce in pietra, che da terra arriva a lambire il mantello absidale. La Via Crucis lungo il lato nord, la raffigurazione di Santa Gianna Beretta Molla e il segno grafico con spesse linee nere che corre per l'intera superficie interna dell’aula e della cappella feriale sono opera di Giovanni Frangi, artista che collabora al progetto della chiesa sin dalla fase concorsuale.»

Foto esterni:





Foto interni:






2 commenti:

  1. Chiamare "chiese" gli edifici che vengono fotografati in questa sezione del blog... è un'offesa alle chiese (intese come edifici)!!!

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  2. Ma, soprattutto dentro, è splendida!

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