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venerdì 14 gennaio 2022

L’arcivescovo di Lima dice che Gesù è morto da laico e senza offrire un sacrificio

"I vescovi eletti dall'Augusto Pontefice regnante rappresentano un serto di glorie apostoliche senza pari a cotanto faustissimo pontificato.
Fra poco sentiremo qualche primate dire che Cristo è morto di freddo" (Mons. Favella).
Il prelato, che ha sostituito il card. Cipriani (da cui era stato inquisito per eterodossia), non è nuovo a queste "eresie" (QUI MiL).
QUI un articolo di Julio Loredo sul personaggio.
Luigi

Dicembre 27 2021, Blog di Sabino Paciolla

Rilancio un articolo di Walter Sanchez Silva, pubblicato su Catholic News Agency, nella mia traduzione.

L’arcivescovo Carlos Castillo Mattasoglio di Lima, Perù, non ha ancora chiarito le osservazioni che ha fatto in una messa prenatalizia che contraddicono l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla morte di Gesù.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che Gesù è “il vero sacerdote” la cui morte è “un sacrificio redentore”.

Parlando il 19 dicembre, tuttavia, Castillo ha affermato che Gesù è morto come “un laico”, e lo ha fatto senza offrire un “sacrificio”.
“E Gesù non muore offrendo il sacrificio di un olocausto, Gesù muore come un laico assassinato, al quale decide di non rispondere con la vendetta e che accetta la croce per darci un segno di vita”, ha detto l’arcivescovo durante la messa nella cattedrale di Lima.
“E muore come un laico che dà speranza all’umanità, muore come un essere umano come tutti voi che siete qui presenti, anche noi, perché non possiamo essere sacerdoti senza essere prima battezzati laici”, ha detto.

Castillo ha detto che “laico viene da laos, che significa popolo. E Dio ha voluto santificare il suo popolo, e se noi siamo qui, è per servirlo”.

Il prelato ha ricordato che Dio aveva promesso a Israele che dal suo popolo “sarebbe uscito un germoglio che sarebbe stato il Salvatore”.

“I poveri d’Israele, quelli che non contano, l’hanno presa a cuore, mentre i sacerdoti hanno sentito che dovevano compiere la promessa”, che dovevano assumere il loro ruolo, ma “non erano loro a rappresentare la salvezza, ma un laico, un laico come i re che erano laici, della tribù di Giuda”, ha continuato Castillo.

“Lo dico anche per i nostri colleghi sacerdoti qui presenti. Siamo servitori del popolo di Dio, affinché da voi (il popolo) emerga qualcuno che sia speranza, così come Gesù è speranza”, ha detto Castillo.

Ciò che l’arcivescovo di Lima ha detto su Gesù il “laico” che muore senza “sacrificio” è contrario alla dottrina cattolica.

La Lettera agli Ebrei, capitoli 4-10, si dilunga molto per spiegare al pubblico ebreo a cui la lettera è indirizzata come Cristo, noto per essere un membro della tribù di Giuda, e non un discendente di Aronne della tribù di Levi i quali solo erano sacerdoti secondo la legge mosaica, era in realtà il nostro grande sommo sacerdote che ha offerto se stesso come sacrificio per il perdono dei peccati, una volta per tutte.

Il Catechismo della Chiesa pubblicato nel 1992 durante il pontificato di Papa San Giovanni Paolo II articola l’insegnamento della Chiesa sul sacerdozio di Cristo e sul Suo sacrificio.

Il Catechismo afferma al n. 1545 che “Il sacrificio redentivo di Cristo è unico, compiuto una volta per tutte; tuttavia è reso presente nel sacrificio eucaristico della Chiesa. Lo stesso vale per l’unico sacerdozio di Cristo; esso è reso presente attraverso il sacerdozio ministeriale senza diminuire l’unicità del sacerdozio di Cristo: ‘Solo Cristo è il vero sacerdote, gli altri sono solo i suoi ministri'”.

Il n. 1545 ricorda ciò che dice San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa, nel suo commento alla Lettera agli Ebrei, dove afferma: “E quindi solo Cristo è il vero sacerdote; il resto sono i suoi ministri”. Un Dottore della Chiesa è quel santo che, per la sua erudizione e importanza, è un importante maestro della fede per i fedeli cattolici di tutti i tempi.

Sempre nel catechismo, il n. 1546 afferma che Cristo è “Sacerdote, Profeta e Re”.

Il n. 1548 stabilisce che “nel servizio ecclesiale del ministro ordinato, è Cristo stesso che è presente alla sua Chiesa come Capo del suo Corpo, Pastore del suo gregge, sommo sacerdote del sacrificio redentore, Maestro di verità”.

Nel maggio 2014, presiedendo l’ordinazione di 13 sacerdoti, Papa Francesco ha detto che erano “configurati a Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, cioè saranno consacrati come veri sacerdoti del Nuovo Testamento”.

“E con questo titolo che li unisce al loro vescovo nel sacerdozio, saranno predicatori del Vangelo, pastori del popolo di Dio e presiederanno gli atti di culto, specialmente la celebrazione del sacrificio del Signore”, ha aggiunto.

Nell’aprile 2016, Papa Francesco ha ordinato 11 sacerdoti. Ha detto loro che “il nostro Sommo Sacerdote, Gesù Cristo, ha scelto alcuni discepoli che nella Chiesa avrebbero svolto, a suo nome, l’ufficio sacerdotale per il bene degli uomini”.

“Il Signore Gesù ha voluto scegliere alcuni in particolare tra i suoi discepoli, affinché, esercitando pubblicamente nella Chiesa in suo nome l’ufficio sacerdotale per tutti gli uomini, continuassero la sua missione personale di maestro, sacerdote e pastore”, ha aggiunto il papa.

3 commenti:

  1. Stravagante? No, eretico secondo la dottrina Cattolica.

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  2. Ma se lo dice in Ispagnolo, e non in Latino, va tutto bene.

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  3. Ma tutti questi personaggi da operetta che hanno il cervello piagato da storture teologiche e di vita personale perchè non gettano la tonaca alle ortiche e vanno a lavorare come i comuni mortali. Vermante i danni alla Chiesa sono enormi tra preti e suore che benedicono le nozze omosessauli, chiedono le donne prete, invocano la fine del celibato abbiamo un campionario di frustrati che dovrebbero andare in terapia. NON SE NE PUò più.

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