Post in evidenza

Una mangiatoia che esula da qualsiasi tipo di programmazione #300denari

In un mondo in cui regna una sempre più pervasiva pianificazione, c on la rubrica 300 Denari ci siamo dedicati a più riprese al rilancio del...

domenica 30 gennaio 2022

Giovanni XXIII e la liturgia tradizionale #traditioniscustodes

Alcuni hanno scritto che Giovanni XXII fosse contrario alla liturgia tradizionale.
Pensiamo proprio di no: "Come avete compreso il Nostro voto per la celebrazione più fervida della S. Messa nel rispetto coscienzioso delle sue rubriche. così vogliate insistere nello studio e nell'amore della Sacra Liturgia. Così è. Così sia".
Luigi

ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
DURANTE LA PRIMA SESSIONE
 DEL SINODO ROMANO
Lunedì, 25 gennaio 1960

"In una di queste mattine, intesi come eravamo a radunare i pensieri che furono l'oggetto di questo primo colloquio confidente sulla consacrazione e sulla santificazione della nostra anima e della nostra vita, avvertimmo un piccolo smarrimento dello spirito nella ricerca del gesto divino di Gesù, da cui è uscita, in parole autentiche, la consacrazione di tutti i Vescovi e di tutti i sacerdoti del mondo. Eravamo giunti al Canone della Messa. Le parole, le benedizioni, le croci, il fervore — non serafico certo, ma umile e sincero — erano perfette secondo le minute prescrizioni liturgiche. Hoc est corpus meum. Hic est calio sanguinis mei...: con pronuncia segreta, continuata e attenta sul calice, parum elevatum. Tutto venne bene. Ma — oh dolce, oh indimenticabile sorpresa ! — specialmente Ci vennero bene le parole successive, lette sul Messale e ripetute a voce ancora più lieve, prima della genuflessione al calice e la sua elevazione alla vista del popolo: Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis. Esattamente nel senso delle parole di San Luca su questo punto [24]. Dedit eis dicens: hoc facite in meam commemorationem.
Voi Ci intendete, diletti Fratelli e figli. Non può talora accadere anche a voi che queste parole, fra un gesto, una genuflessione e l'altra, quasi un poco vi sfuggano?

Formiamo insieme l'augurio — e sarà uno dei ricordi del Sinodo Romano — che la celebrazione quotidiana della Santa Messa continui sempre fervorosa e pia da parte di ciascuno e di tutti noi. Ma egualmente preghiamo l'angelo nostro custode che ci assiste nel sacro rito, perchè al punto ci tocchi mitemente e ci aiuti nel pronunciare, secrete, secondo la prescrizione della rubrica, ma con fede, con riconoscenza, con tenerezza le parole quasi timide e tremanti che, suggellando il testamento di amore di Gesù per noi, consacrano la divina realtà del suo e del nostro sacerdozio, e ci riservano alle gioie ineffabili e perenni di questa e dell'altra vita. Haec quotiescumque feceritis, in mei memoriam facietis.

É su quel vertice della celebrazione quotidiana della Santa Messa, che noi più compiutamente — diremmo — ed espressivamente siamo sacerdoti.

Tutto si tace intorno a noi, e la nostra stessa umanità, posta a servizio dell'unico, eterno e sommo Sacerdote Gesù, diviene l'umile strumento che Egli si appropria per la rinnovazione del suo Sacrificio.

E ci sono altri momenti, in cui le vibrazioni più alte della fede e l'esercizio del culto, del magistero, della carità, richiedono che la persona del sacerdote sia sacra, la vita santa.

Questi due elementi che compongono in unità mirabile la fisionomia precisa e splendente dell'ecclesiastico ricevono luce e calore dalla divina Liturgia.

É questa disciplina, che deve essere studio quotidiano ed esercizio di virtù, che Noi raccomandiamo alla vostra attenzione.

Quei tesori di dottrina, di sapienza, di bellezza, posti nella mente, sul cuore e sulle labbra, rendono più facile al sacerdote l'accostamento delle anime, e talvolta preparano consolazioni che vanno ben oltre i suoi più santi desideri.

Diletti figli ! Come avete compreso il Nostro voto per la celebrazione più fervida della S. Messa nel rispetto coscienzioso delle sue rubriche. così vogliate insistere nello studio e nell'amore della Sacra Liturgia. 
Così è. Così sia"

1 commento:

  1. Giovanni XXIII scrisse anche Veterum Sapientia. Resta, però, da capire perché volle cestinare tutte le schede elaborate dalla commissione Ottaviani (da lui stesso nominata) in preparazione del Concilio Vaticano II. E questo proprio il giorno dopo la solenne apertura e il suo celebre discorso Gaudet Mater Ecclesia. Domanda: gioisce ancora la Madre Chiesa?

    RispondiElimina