Chiesa di San Carlo Borromeo dell’arch. Antonio Monestiroli (anno 2011).
Lorenzo
Descrizione del progetto: «Nei criteri generali per la progettazione di nuovi complessi parrocchiali nella Diocesi di Roma vi è un capitolo intitolato “Una riconoscibilità chiara” che dice: “I progettisti curino l’identificazione della parrocchia e ne verifichino la significatività nel contesto del tessuto urbano in cui si colloca evitando inutili contrapposizioni e incoerenti omologazioni”. Noi crediamo che questo punto debba essere il primo punto da mettere in evidenza in tutti i progetti in cui l’architettura svolge il suo ruolo che è proprio quello di mettere in evidenza con le forme dell’architettura l’identità degli edifici che costruisce. Come abbiamo detto altre volte, solo nell’architettura sacra, l’architettura svolge pienamente il suo ruolo che è quello di trasmettere ed esaltare il senso di comunità e il significato del rito a cui tale comunità è rivolta.
Noi abbiamo lavorato in questa direzione condividendo totalmente questo punto del programma e cercando le forme della chiesa capaci di renderlo concretamente operante.
La chiesa come “casa del popolo celebrante” si fonda su due parti che debbono avere tra loro un rapporto chiaro e di immediata lettura. L’aula come luogo della assemblea e il presbiterio, come luogo in cui si celebra il rito. Fra questi due luoghi va stabilita una relazione aperta, non di separazione fra due realtà diverse, ma di rapporto stretto, per cui l’una non avrebbe senso senza l’altra.
Questo è il motivo per cui il presbiterio si apre sull’aula dell’assemblea diventandone una parte inscindibile, uno spazio definito su tre lati e aperto sul quarto entro cui si conclude l’azione liturgica.
È il luogo dell’altare, dell’ambone, della sede del Presidente, è il luogo centrale verso cui tutto lo spazio che lo circonda è rivolto.
Nel nostro progetto questo luogo è alla base di una torre. Le mura del presbiterio vanno oltre il tetto dell’aula dell’assemblea, vanno a prendere la luce con un grande lucernario al di sopra del tetto.
Il secondo elemento, l’aula dell’assemblea, è definito da un recinto pressoché quadrato che gira intorno alla torre-presbiterio. Nel recinto, in cui si entra da una grande porta collocata in asse al presbiterio e da due porte laterali, (oltre alla porta di servizio che collega alla sacrestia), si raccolgono i fedeli e sono distribuite tutte le attività che fanno parte della funzione liturgica. Su un lato del presbiterio il fonte battesimale, sull’altro lato del presbiterio la custodia eucaristica e poi subito accanto la cappella feriale che può essere anche il luogo di preghiera personale rivolta alla custodia eucaristica. Questa è ben visibile dall’aula ed è posta a cavallo della cappella feriale e del presbiterio, perché da tutti e due gli altari si possa accedere ad essa facilmente. Il recinto quadrato che delimita chiaramente il luogo del culto è illuminato dall’alto, perché sia visibile come è ben visibile il presbiterio che recinge per proteggerlo e per proteggere insieme l’assemblea che al presbiterio è rivolta.
I lucernari sopra il recinto si ingrandiscono progressivamente dall’ingresso alla cappella feriale accanto al presbiterio per aumentare la luce verso il fondo dell’aula, per invitare ad andare là dove è custodito il sacramento o dove si svolge il battesimo. Al centro il presbiterio è illuminato da una luce propria, forte, bianca, che viene da un’altezza superiore a quella del tetto della chiesa. Tutto porta in quel punto. Le panche sono orientate verso quel punto. Entrando nella chiesa l’attenzione è immediatamente attratta da quel punto.
I materiali di costruzione del complesso parrocchiale e della chiesa devono essere poveri ma dignitosi. Per questo abbiamo pensato che tutte le parti del complesso fossero rivestite all’esterno in blocchi di tufo. Compresa la torre che ha un lato aperto alla luce verso sud e che sarà costruito da un sistema di blocchi sovrapposti che lasciano entrare aria e luce. Quella luce che entrando dalla torre illumina il presbiterio. All’interno la torre sarà intonacata e dipinta di bianco. Anche le pareti del presbiterio saranno bianche mentre la parte interna del recinto dell’aula, sarà ancora rivestita in tufo. Il pavimento della chiesa sarà rivestito in una pietra tufacea resistente all’usura come il sagrato e la corte aperta sul sagrato. Tutto intorno al complesso, un giardino con alberi diversi, sempreverdi e a foglie caduche, che segnano il succedersi delle stagioni.
Una grande croce sarà piantata all’ingresso della corte del complesso parrocchiale, accanto alla chiesa, affacciata sul sagrato, visibile dunque dalle diverse parti del quartiere, a memoria del sacrificio che viene celebrato in quel luogo.»
Foto esterni:
Foto interni:
Molto calvinista.
RispondiEliminaNiente di cattolico.
A me l'interno, ben orientato verso l'altare e con un suggestivo presbiterio a torre, non dispiace affatto. Si presterebbe bene anche ad ospitare decorazioni dipinte o scolpite (per es. a bassorilievo). Meno convincente l'esterno, un po' troppo anonimo anche se omaggia il razionalismo italiano anni 30.
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