di Edward Pentin – 15 dicembre 2021
Cercando conferme autorevoli alle voci sull'istruzione applicativa del motuproprio Traditionis Custodes di Papa Francesco, ho contattato oggi i capi dei due dicasteri coinvolti più da vicino nella promulgazione del documento – l'arcivescovo Artur Roche, prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, e il cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Poiché entrambi avevano rifiutato di rispondere alle domande che avevo inviato loro una settimana fa circa l'istruzione romana che proibisce la celebrazione in forma tradizionale di tutti i sacramenti tranne l'Eucaristia, ho mandato loro questo messaggio:
"Relativamente alle profonde preoccupazioni circa possibili cambiamenti riguardo alla forma tradizionale del rito romano, vi scrivo per chiedere rispettosamente di rispondere alla seguente domanda semplicemente con un sì o un no: è in preparazione un documento sull'applicazione di Traditionis Custodes per la Chiesa universale (cioè al di fuori della diocesi di Roma) che proibisce la celebrazione nella forma tradizionale del rito romano di tutti i sacramenti tranne l'Eucaristia?"
Trattandosi di una semplice domanda, chiedevo loro di rispondere entro le 13:30, all'ora in cui molti uffici vaticani chiudono. Dopo aver inviato l'email, ho telefonato ai rispettivi segretari per assicurarmi che avessero ricevuto il mio messaggio, cosa che hanno confermato.
Alle 12:30 il segretario del cardinal Braz de Aviz ha risposto dicendo che Sua Eminenza "ha visto il suo messaggio e mi prega di rispondere che non ha nulla da dichiarare in proposito".
L'arcivescovo Roche non ha risposto.
Alla luce anche di varie fonti romane e dell'articolo di Rorate Caeli del 14 dicembre, che insistono sul fatto che un tale documento sia in preparazione, sembra molto probabile che esso sia imminente e che ci si debba aspettare qualcosa di analogo alle proibizioni contenute nell'istruzione della diocesi di Roma.
Verosimilmente il documento applicativo è stato discusso nell'udienza privata che il 18 novembre l'arcivescovo Roche e il segretario della Congregazione, l'arcivescovo Vittorio Francesco Viola, hanno avuto con Papa Francesco.
In un modo o nell'altro sapremo presto cosa hanno deciso unilateralmente.
Fonte: Edward Pentin
(Nella foto, di Edward Pentin, il blackout della Basilica di San Pietro avvenuto il 18 novembre, festa della Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo, e giorno dell'udienza di mons. Roche e mons. Viola con Papa Francesco)
A quanto pare i "custodi dell'autodemolizione" vogliono essere lasciati in pace per lavorare più in fretta...
RispondiEliminaAlla stregua di Gesu'a Giuda Iscariota vien da dire :"Quello che dovete fare, fatelo al piu' presto.."
Alma