Un nuovo messaggio del "nostro" card. Burke.
Luigi
4 Novembre 2021, Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e con piacere pubblichiamo questo messaggio del card. Raymond. L. Burke che sta per tornare alle sue normali attività pastorali, dopo essere guarito dal Covid 19. Buona lettura e meditazione. La traduzione è nostra.
§§§
Sia lodato Gesù Cristo! Cari fratelli e sorelle in Cristo,
il mese scorso ho avuto il piacere di informarvi che, per grazia di Dio e attraverso un intenso programma di riabilitazione, sono stato in grado di tornare all’offerta quotidiana del Santo Sacrificio della Messa. Offrire quotidianamente la Santa Messa è essenziale per la mia identità di sacerdote, Vescovo e Cardinale, e anche il più grande servizio che posso rendere al popolo santo di Dio. Mentre l’intensità della mia riabilitazione continua a proibire un ritorno al ministero pubblico, spero tuttavia di poter, un giorno presto, riprendere presto le mie normali attività pastorali. Durante questo periodo di convalescenza, voi e le vostre intenzioni restate quotidianamente nelle mie preghiere. Per favore, continuate a tenere la mia completa guarigione e il mio ministero sacerdotale nelle vostre preghiere.
Nel mio messaggio del mese scorso, un aggiornamento sulla mia salute era solo un punto introduttivo al messaggio più importante di sviluppare la devozione quotidiana del Santo Rosario, perché prendo molto sul serio l’aiuto paterno per la vostra vita spirituale, per darvi il quale il quale sono stato ordinato. Come ho fatto il mese scorso, concentro ora questa lettera su un tema spirituale relativo alla conclusione dell’Anno Ecclesiastico.
Durante queste ultime settimane dell’attuale anno ecclesiastico, la Sacra Liturgia richiama la nostra attenzione su quelle che sono tradizionalmente chiamate le Quattro Ultime Cose (I Novissimi, n.d.r.): Morte, Giudizio, Paradiso e Inferno. Il 1° novembre, per esempio, è (stata) la solennità di Tutti i Santi, che ricorda alle nostre menti e ai nostri cuori la grazia per la santità della vita, che abbiamo ricevuto attraverso i sacramenti del Battesimo e della Cresima, destinandoci alla vita eterna in Paradiso. Il giorno seguente, il Giorno delle Anime, ricordiamo tutti i fedeli defunti – la Chiesa sofferente o in Purgatorio – pregando che tutte le pene temporali dovute ai peccati che possono aver commesso siano rimesse e che possano essere uniti ai Santi in Paradiso – la Chiesa trionfante.
L’ultima domenica del mese, il 28 novembre, prima domenica d’Avvento, inizia il nuovo anno ecclesiastico, mentre la domenica precedente, secondo la Forma Ordinaria del Rito Romano, è la Solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo. Nella Forma Straordinaria, la stessa importante festa viene celebrata l’ultima domenica di ottobre, il 31 ottobre di quest’anno. Onorando Nostro Signore sotto il Suo titolo di Re del Cielo e della Terra, siamo profondamente consapevoli della nostra vocazione e missione di essere Suoi collaboratori, Suoi soldati, nell’instaurazione del Suo Regno nel mondo. Noi – la Chiesa militante – siamo una cosa sola con la Chiesa sofferente e la Chiesa trionfante. Infatti, dipendiamo dalle preghiere dei Santi del Cielo e dei nostri fratelli e sorelle del Purgatorio per aiutarci a compiere la missione di Cristo Re nel mondo. Chiediamo le loro preghiere, affinché i nostri cuori, uno con il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore Puro di San Giuseppe, appartengano puramente e totalmente al Sacro Cuore di Gesù. Cristo Re regna sul mondo dal Suo Cuore glorioso, trafitto per la nostra salvezza. Dal Suo Sacro Cuore fluiscono incessantemente e incommensurabilmente le grazie necessarie per essere veramente suoi collaboratori, suoi soldati.
Mentre l’attuale anno ecclesiastico volge al termine e mentre anticipiamo l’inizio del nuovo anno ecclesiastico, un nuovo anno di grazia, la Sacra Liturgia ci porta a contemplare più pienamente la Seconda Venuta del nostro Sovrano Re, quando Egli stabilirà “nuovi cieli e una nuova terra in cui risieda la giustizia” (2 Pt 3, 13). Lavorando ogni giorno, affinché il Regno di Cristo venga, come Egli ci ha insegnato a pregare nel Padre Nostro, cerchiamo la Sua Venuta Finale.
Vogliamo solo essere quei fedeli collaboratori, amministratori costanti, che Egli troverà a guardare e ad aspettare per accoglierlo alla Sua venuta. Nostro Signore ci insegna: “Siano cinti i vostri fianchi e le vostre lampade accese, e siate come gli uomini che aspettano che il loro padrone torni dal banchetto di nozze, per aprirgli subito quando verrà a bussare” (Lc 12, 35-36). Ci cingiamo i fianchi sforzandoci di condurre una vita buona e santa, in accordo con la grazia che Nostro Signore riversa immancabilmente nei nostri cuori dal Suo Cuore Reale. Manteniamo le nostre lampade accese cercando Nostro Signore e il Suo Regno attraverso la preghiera, le devozioni e, soprattutto, la nostra partecipazione alla Sacra Liturgia. La sicura prospettiva della seconda venuta di Nostro Signore ci ispira un santo timore, quel dono dello Spirito Santo che chiamiamo “Timore del Signore”. Non è un timore di terrore davanti a Nostro Signore, ma di profondo rispetto per la Sua sublime Santità e per la nostra indegnità di stare davanti a Lui. È un timore che ispira fiducia, perché, se desideriamo e cerchiamo la Sua venuta, siamo ansiosi di accoglierLo, confidando nella Sua “infinita bontà e promesse” (Atto di speranza).
Secondo il modo di pensare del mondo, la regalità di Cristo ci toglie la libertà, sottomettendo la nostra volontà alla sua. Ma è vero il contrario. Quando Cristo regna nei nostri cuori, allora siamo veramente liberi. Realizziamo la nostra piena dignità nell’amore puro e disinteressato di Dio e del prossimo. Diamo i nostri cuori completamente al Sacro Cuore di Gesù, perché solo in Lui troviamo la libertà e la pace che tanto desideriamo. Cristo regna nei nostri cuori con il suo amore puro e disinteressato, affinché noi possiamo amare con purezza e disinteresse. Come Egli ha promesso: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura: “Dal suo cuore sgorgheranno fiumi di acqua viva””. (Gv 7, 37-38).
Siamo testimoni della verità della promessa di Nostro Signore nel Cuore Immacolato di Maria, Sua Madre e Sua prima e più perfetta discepola. Essendo stata preservata da ogni macchia di peccato fin dal primo momento della sua vita, dal Mistero dell’Immacolata Concezione, era preparata ad essere il tabernacolo vivente in cui Dio Figlio avrebbe preso un cuore umano sotto il suo Cuore Immacolato. Lei era sempre totalmente per il suo Figlio Divino. Come conclude il racconto del Ritrovamento di Nostro Signore nel Tempio, ella custodiva nel suo cuore il Mistero dell’Incarnazione Redentrice. Allo stesso modo, lei, con San Giovanni Apostolo ed Evangelista e con Santa Maria Maddalena, stava ai piedi della Croce, ricevendo, attraverso le parole di Nostro Signore morente a lei e a San Giovanni, l’incarico di essere la Madre della Grazia Divina: “Donna, ecco tuo figlio! … Ecco tua madre!” (Gv 19, 26-27).
Intimamente unito al suo Cuore Immacolato è il Cuore Puro di San Giuseppe, suo vero Sposo e Padre adottivo del suo Figlio Divino. Dio concesse a San Giuseppe grazie straordinarie di purezza e di giustizia, affinché potesse essere lo sposo adeguato della Vergine Maria e, con lei, provvedere alla famiglia di Dio Figlio Incarnato. Come egli fu il custode della Vergine Madre e del suo Figlio Divino, così egli è il nostro custode e protettore nella Chiesa. San Giuseppe ci insegna a vivere, uniti nel cuore con il Cuore Immacolato di Maria, in compagnia e al servizio di Gesù. In un’altra occasione, vi scriverò più ampiamente sulla devozione al Cuore Puro di San Giuseppe.
Dopo la morte di Nostro Signore sulla croce, il soldato romano gli trafisse il costato con una lancia e dal suo Cuore uscì “sangue e acqua” (Gv 19, 34), segno dell’incessante effusione della grazia divina nella Chiesa. In quello stesso momento, in adempimento della profezia di Simeone alla Presentazione, il Cuore Immacolato di Maria fu misticamente trafitto: “E Simeone li benedisse e disse a Maria sua madre: ‘Ecco, questo bambino è posto per la caduta e la risurrezione di molti in Israele, e per un segno di cui si parla (e una spada trafiggerà anche la tua stessa anima), perché siano rivelati i pensieri di molti cuori'” (Lc 2, 34-35). La Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, Nostra Madre, ci attira al suo Cuore Immacolato, affinché i nostri cuori riposino nella verità e nell’amore del Sacro Cuore del suo Figlio Divino.
Nel Cuore Immacolato di Maria, troviamo la totale libertà che è nostra, quando diamo i nostri cuori, senza riserve, al dominio del Reale Cuore Trafitto di Gesù, così che preghiamo con lei nel Magnificat: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore” (Lc 1, 46-47). Sotto la cura e la guida materna della Vergine Madre di Dio, troviamo la libertà e la gioia di una vita vissuta in Cristo, vissuta nel Sacro Cuore di Gesù, nel quale tutte le virtù sono unite nell’impronunciabile perfezione del Divino Amore. Così preghiamo anche noi, con Maria Immacolata: “E la sua [di Dio] misericordia è su coloro che lo temono di generazione in generazione” (Lc 1, 50). Continuiamo ad avvicinarci alla Beata Vergine Maria, specialmente attraverso la preghiera del Santo Rosario, affinché le molte grazie del mese di novembre ci portino ad attingere al dono del timore del Signore e a vivere così più pienamente la nostra vita in Cristo, la nostra comunione nella Chiesa – trionfante, sofferente e militante.
Uniamo i nostri cuori al Cuore Immacolato di Maria che ha dato il suo cuore completamente al Signore: “Ecco, io sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). Seguiamo il suo consiglio materno, il consiglio della Madre della Divina Grazia, dato per la prima volta ai cantinieri alle nozze di Cana: “Fate quello che Egli [Gesù] vi dirà” (Gv 2, 5). Uniamo i nostri cuori al Sacro Cuore di Gesù nel Sacrificio Eucaristico. Così i nostri cuori, riposando nella Sua libertà, una cosa sola con il Cuore Immacolato di Maria, manifesteranno la verità delle Quattro Ultime Cose. Così vivremo nella ferma attesa della Seconda Venuta di Nostro Signore, quando Egli porterà alla pienezza il Suo Regno, l’opera supremamente regale della salvezza eterna.
Implorando Nostro Signore, per intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, di benedire voi, le vostre case, le vostre famiglie e tutte le vostre opere, resto,
Vostro nel Sacro Cuore di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria, e nel purissimo Cuore di San Giuseppe,