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lunedì 15 novembre 2021

Orrori architettonici… e dove trovarli #62 a Tarragona (Spagna)

Chiesa di Santa Maria Assunta dell’arch. Daniel Gimeno (anno 2016).

Lorenzo

Descrizione del progetto: «La nuova chiesa di Santa Maria Assunta a Bonavista, Tarragona, Spagna, emerge come una roccia dalla pelle dura, incorniciata dai volumi dalla pelle morbida del centro parrocchiale e della canonica, che configurano uno sfondo neutro che esalta la presenza iconica e urbana del poliedro di cemento.
La sfida di progettare una nuova chiesa nel XXI secolo, dove non c’è quasi nessuna pratica architettonica consolidata che possa indicare il percorso verso strategie adeguate, abbiamo deciso di esplorare la storia dell’architettura per estrarre le caratteristiche più rilevanti dai templi più significativi, e applicarle alla nuova proposta.
La nuova chiesa doveva essere integrata nella linea temporale definita dalla tradizione delle chiese importanti della storia, e allo stesso tempo affrontare le sfide del futuro. Con questo in mente, il nuovo progetto per la chiesa e centro parrocchiale nel quartiere di Bonavista, a Tarragona, Spagna, ruotava intorno a due idee principali:
Il monumento: la chiesa come spazio collettivo deve essere rivendicata come evento urbano all’interno della città. La verticalità della sezione rafforza la presenza della chiesa come riferimento iconico. La manipolazione dell’altezza ha persino richiesto un nuovo regolamento speciale per il masterplan locale.
Il mistero: la chiesa come luogo di preghiera deve considerare uno spazio unico e singolare, capace di trasmettere l’idea di trascendenza attraverso la luce, la scala e la materialità.
L’obiettivo era quello di riscoprire l’interesse per il sacro, in qualche modo perso nelle culture occidentali contemporanee, attraverso la ridefinizione della strategia da cui partire per promuovere relazioni più strette e aperte tra le persone, la loro religiosità e la loro vita sociale.
La commissione dell’Arcivescovado di Tarragona ha richiesto un programma aggiuntivo per la comunità locale oltre al tempio stesso. Questo requisito iniziale divenne una strategia molto utile per risolvere il progetto e rafforzò un programma orientato all’idea di comunità
Il nuovo complesso ha diviso il programma in due parti chiaramente differenziate. Queste due parti corrispondevano ai due volumi principali che integrano il nuovo progetto: da un lato, il centro parrocchiale, e dall’altro, la chiesa stessa come spazio per la liturgia.
1. Il nuovo centro parrocchiale è organizzato come un edificio a forma di L che contiene un programma complementare, come aule, uffici o residenze, tra gli altri. Questi volumi morbidi si trovano a nord e a est del sito, mantenendo il tessuto urbano e liberando l’angolo più pubblico del sito per lo spazio della chiesa. Questa organizzazione strategica, ispirata a San Carlo alle Quattro Fontane di Francesco Borromini nel 1638, permette di spostare il volume indipendente della chiesa nella piazza. La forma singolare della chiesa così come lo sfondo neutro che incornicia la sua visibilità e presenza all’interno della città rafforzano la sua caratteristica materialità e forma iconica.
2. Con una forma poliedrica che allude alle formazioni minerali, la roccia alta quasi 20 metri si manifesta come un monumento all’interno del tessuto urbano della città e un simbolo dell’identità del quartiere di Bonavista. La presenza del grande volume si traduce all’interno come uno spazio solido, compatto e verticale. La roccia sostiene il necessario ritiro e isolamento per la cerimonia cattolica, e l’illuminazione zenitale produce una tensione spaziale verticale, trasmettendo una percezione senza peso e spirituale. Luce, scala e materialità sono i mezzi per raggiungere l’esperienza del sacro.
La chiesa è progettata sotto la tipologia dei templi con un unico tabernacolo e, quindi, un unico focus nella liturgia, evitando duplicazioni e rafforzando la nozione di un unico Dio. Il tabernacolo occupa una posizione centrale nel presbiterio, allineandosi con l’asse centrale della navata. La chiesa è concepita come un unico spazio sotto l’idea di promuovere il contatto visivo con il tabernacolo. Ai piedi della chiesa sono inclusi il coro e un’area aggiuntiva di posti a sedere.
Lo spazio ha due ingressi: uno che serve direttamente la strada principale, progettato per i grandi eventi; e un altro che si apre sul lato della navata e dà accesso al cortile. Il passaggio dalla strada all’interno della chiesa non è mai immediato ma avviene attraverso una sequenza di spazi che preparano il visitatore alla presenza di Dio.
La costruzione è organizzata secondo criteri di massima razionalità. Il centro parrocchiale ha una struttura porticata in cemento armato e involucri con pannelli isolati prefabbricati. La chiesa è costruita con un doppio muro portante in calcestruzzo che è struttura e facciata allo stesso tempo. L’esterno del volume in calcestruzzo è caratterizzato da un motivo a spina di pesce che copre tutte le pareti. Due finestroni longitudinali di grandi dimensioni che corrono per tutta la lunghezza della navata centrale inondano di luce lo spazio interno. Questa luce è ammorbidita da tre aperture aggiuntive nell’involucro di calcestruzzo che sono ricoperte di pietra di alabastro. La prima, lunga e orizzontale, incornicia le quattordici stazioni della Via Crucis; la seconda apre la navata al cortile adiacente; e la terza inonda il presbiterio di luce da ovest.
Il riquadro dorato dietro la pala d’altare è pensato come un mobile che contiene il classico tabernacolo. Questa costruzione verticale in legno incornicia il regno della liturgia. Una figura della Vergine Santa María de la Asunción, a cui la chiesa è dedicata, sembra galleggiare sullo sfondo dorato.
In contrasto con l’architettura astratta, l’immagine assume una missione didattica che comunica i simboli caratteristici della religione e della dedizione. Il linguaggio figurativo che viene mostrato nelle immagini facilita un messaggio che è chiaramente e inequivocabilmente identificabile con la fede che serve.
Il design rivela un approccio austero e astratto dove l’intenzione è la costruzione di uno spazio sereno e profondo ad uso di tutti. L’architettura non partecipa di preoccupazioni stilistiche, ma cerca di ricreare valori universali senza tempo, in modo che ogni persona, indipendentemente dall’età o dal background, possa sentirsi abbracciata dalla grande famiglia della parrocchia di Bonavista.» (trad. it.)

Foto esterni:





Foto interni:






7 commenti:

  1. Toh, c'è una Croce su quell'orrore (è una Croce greca, ma sempre una Croce...).
    Dev'essere stata una svista del responsabile diocesano di edilizia sacra, perchè ricordo che anni fa al Vicariato di Roma mons. Moretti, interpellato a proposito dell'assenza di una Croce sul nuovo edificio della chiesa di Dio Padre (mi pare fosse quella) disse tranquillamente che la Croce "non era necessaria".
    Ovviamente un simile figuro è stato nominato Arcivescovo, e oggi è impegnato a deliziare il suo povero clero e i suoi poveri fedeli...
    Gesù, Maria SS.ma, San Giuseppe, liberateci da questi falsi cattolici!
    don Andrea Mancinella,eremita della Diocesi di Albano

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  2. La navata è agghiacciante, ma il presbiterio mi piace

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    1. Si è bello. Soprattutto il tavolino da picnic trasformabile in tavolo conferenze ma anche per il trattamento e sezionatura del maiale macellato. Bellissimo.

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  3. La decorazione laterale esterna a spina di pesce sembrerebbe voler riecheggiare l'alternanza di fasce di basalto e travertino del Duomo di Orvieto e sicuramente alleggerisce questo brutto poliedro adattato a Chiesa cattolica.Come da descrizione "cerca di ricreare valori universali senza tempo, in modo che ogni persona, indipendentemente dall’età o dal background, possa sentirsi abbracciata",ovverossia val bene per cristiani in generale, per non cristiani,per il pranzo per i poveri,ecc.ecc.insomma la solita "aula liturgica". Le uniche forme calde le riscontro nella figura della Vergine fig.7 e nel Crocefisso della fig.8 . Terribile la raffigurazione delle 14 Stazioni della Via Crucis come fosse la pellicola fotografica di un film anziche'l'orrore della esecuzione dell'Uomo Dio!
    Elle

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  4. il presbiterio é gradevole ma stona con la bruttezza del resto dell'edificio

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  5. Un'estetica che richiama il Sacro, non c'è che dire...

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  6. Non male non male lo stile ricorda quello di alcune basiliche ma prive di affreschi come se ne possono trovare oggi dopo tanti anni.

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