Ringraziando di cuore l'Amico che ce ne ha fornito la traduzione italiana, pubblichiamo questo interessante articolo di Andrea Gagliarducci uscito qualche giorno fa su CNA - Catholic News Agency. Il tema è stato affrontato anche dall'Abbé Claude Barthe nell'intervista che abbiamo pubblicato qui.
La crescente influenza della scuola liturgica Sant'Anselmo in Vaticano
Di Andrea Gagliarducci
Città del Vaticano, 22 luglio 2021 / 11:10
Il nuovo segretario e il sottosegretario della Congregazione per il Culto Divino del Vaticano hanno entrambi studiato al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, un istituto di Roma la cui scuola di liturgia ha avuto un'influenza crescente nelle norme liturgiche provenienti dal Vaticano.
La Sede Apostolica lo ha istituito come facoltà di Sacra Liturgia del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo; si trova a pochi metri dalla chiesa romana di Santa Sabina dove i pontefici, compreso Papa Francesco, celebrano tradizionalmente ogni anno la messa del mercoledì delle ceneri.
L'arcivescovo Piero Marini, maestro di cerimonie del papa per i suoi viaggi in Italia ed ex maestro di cerimonie di papa Giovanni Paolo II, è anche un orgoglioso alunno dell'istituto. Piero Marini è considerato responsabile degli stravaganti paramenti liturgici che Giovanni Paolo II fu costretto a indossare durante i suoi ultimi anni. Entrando nel suo ufficio, Papa Benedetto XVI ha immediatamente trasferito Marini all'ufficio dei Congressi Eucaristici.
A Sant'Anselmo ha studiato anche don Corrado Maggioni, che dal 1990 è in servizio presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e ora è sottosegretario della Congregazione.
Durante le discussioni relative alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II e la sua successiva attuazione, il Pontificio Istituto è diventato un punto di riferimento per ogni dibattito liturgico - spesso prendendo la parte "progressista".
Uno dei docenti più in vista al Sant'Anselmo è il teologo Andrea Grillo, vigoroso difensore del recente motu proprio "Traditionis custodes" che ha abrogato la liberalizzazione dell'accessibilità alla messa di rito antico operata da Benedetto XVI.
Tra l'altro, Grillo ha fatto una campagna a favore dell'imposizione di un silenzio istituzionale sul papa emerito, e ha attaccato ripetutamente i quattro cardinali che hanno presentato i dubia sull'esortazione apostolica "Amoris Laetitia" di papa Francesco.
Maggioni e l'arcivescovo Marini erano entrambi membri della commissione che ha redatto il motu proprio Magnum Principium del 3 settembre 2017, dove Papa Francesco ha spostato le traduzioni dei testi liturgici alle conferenze episcopali locali; questo ha messo fine alla politica del Vaticano di produrre traduzioni uniformi.Il cardinale Robert Sarah, allora prefetto della congregazione, è stato emarginato da quelle discussioni.
Quando il Vaticano annunciò ufficialmente che Papa Francesco nominò il vescovo Vittorio Viola come segretario della Congregazione per il Culto Divino, e mons. Aurelio Garcia Macias come sottosegretario, divenne evidente agli addetti ai lavori che il più liberale Istituto Sant'Anselmo aveva preso il controllo della maggior parte delle questioni liturgiche.
Gli osservatori sostengono che gli ex allievi e i professori di Sant'Anselmo sono ormai ovunque. Mons. Maurizio Barba, funzionario della Congregazione della Dottrina della Fede, vi insegna. E anche il carmelitano fra Giuseppe Midili, attualmente direttore dell'ufficio liturgico del vicariato di Roma.
Midili è candidato a succedere a mons. Guido Marini come cerimoniere del papa. Un altro candidato per la posizione è p. Pietro Muroni, decano della facoltà di teologia della Pontificia Università Urbaniana, e consulente dell'Ufficio per le Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Anche lui ha studiato al Sant'Anselmo.
Ci sono eccezioni alle opinioni degli ex-alunni dell'istituto; mons. Guido Marini, anche lui ex-alunno dell'istituto, ha fatto un grande sforzo per bilanciare tradizione e innovazione come maestro di cerimonie di Papa Francesco.
Ma la crescente influenza delle posizioni di Sant'Anselmo sulle questioni liturgiche non è passata inosservata tra le file della curia. E alcuni addetti ai lavori dicono che la coorte dell'istituto è dietro il motu proprio Traditionis Custodes di Papa Francesco, che ha abrogato la liberazione della celebrazione delle messe secondo il messale di Papa Giovanni XXIII del 1962.