Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

venerdì 20 agosto 2021

Joseph Ratzinger nel 1970: "Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una Chiesa che avrà perduto molto"

«Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo. […] Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini»
(Benedetto XVI).

Da uno scritto di Joseph Ratzinger del 1970.
Luigi

Anche questa volta dalla crisi di oggi verrà fuori domani una Chiesa che avrà perduto molto. Diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società.

Si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione. Come piccola comunità solleciterà molto più fortemente l’iniziativa dei suoi singoli membri. Certamente essa conoscerà anche nuove forme di ministero e ordinerà sacerdoti dei cristiani provati, che esercitano una professione: in molte delle comunità più piccole e in gruppi sociali omogenei la cura d’anime sarà normalmente esercitata in questo modo. Ma accanto a queste forme sarà indispensabile la figura principale del prete, che esercita il ministero come lo ha fatto finora. Ma, nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere, la chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio unitrino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine.

[…] Sarà una chiesa interiorizzata, che non mena vanto del suo mandato politico e non flirta né con la sinistra né con la destra. Farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione le costerà anche talune buone forze. La renderà povera, la farà diventare una chiesa dei piccoli. […] Si può prevedere che tutto questo richiederà del tempo.

[…] Ma dopo la prova di queste divisioni uscirà da una chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza. Gli uomini infatti saranno indicibilmente solitari in un mondo totalmente pianificato. Essi scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo. Come una speranza che li riguarda, come una risposta a domande che essi da sempre di nascosto si sono poste. A me sembra certo che si stanno preparando per la chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si devono fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la chiesa del culto politico, ma la chiesa della fede. Certo essa non sarà mai più la forza dominante della società, nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte

Joseph Ratzinger, Fede e futuro – 1970 – Queriniana, (Brescia 2005, pp. 112-117)

2 commenti:

  1. Mi dispiace dirlo, ma che proprio Ratzinger venga a dirci queste cose, dopo che fin dall'epoca del Vaticano II ha lavorato a pro del neomodernismo - 'moderato' quanto si vuole, ma sempre neomodernismo - mi sembra il colmo.
    Lui, che perfino nell'ultimo discorso tenuto da Papa, al Laterano mi sembra, ha magnificato e glorificato il "suo" Concilio attribuendo assurdamente il successivo fallimento di vescovi e sacerdoti ai "MEDIA"! Insomma, a suo dire, se le cose vanno in modo pessimo nella Chiesa la colpa sarebbe stata ... dei giornalisti e delle TV!
    Ecco dove porta il fallimentare tentativo di giustificarsi a tutti i costi: a fare dichiarazioni palesemente assurde come questa.
    don Andrea Mancinella

    RispondiElimina
  2. Le cose vanno male nella Chiesa perché manca la Fede... a cominciare da me

    RispondiElimina