Con un giorno di ritardo...
Grazie all'amico Michelangelo per la segnalazione.
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Luigi
P.S. per completezza d'informazione specifichiamo che nell'elenco riportato nell'articolo, oltre ai 57 firmatari dell'appello di Agatha Christie del 1971 (in ordine alfabetico da Acton a Zaehner), vengono aggiunti altri nomi, da Jorge Luis Borges in avanti: questo secondo gruppo, in realtà, aveva firmato un analogo appello, promosso da Cristina Campo a riforme ancora in corso e pubblicato il 5 febbraio 1966.
Infovaticana, 6-7-21
Coloro che hanno a lungo sostenuto la liturgia tradizionale hanno familiarità con la cosiddetta "Agatha Christie Pardon". Dopo la riforma liturgica, un gruppo di 57 intellettuali di prim'ordine ha rivolto un appello a Papa Paolo VI perché la Messa tridentina non scomparisse, per la sua importanza storica, spirituale e culturale. Tra i firmatari, per lo più britannici, anche diversi spagnoli: la filosofa María Zambrano, lo scrittore Salvador de Madariaga e il chitarrista Andrés Segovia; e anche lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. I firmatari non erano solo cattolici, c'erano anglicani, ebrei, ecc. Tra questi Agatha Christie, la famosa autrice di romanzi polizieschi.
La petizione è stata consegnata al Papa dal cardinale Heenan. Il Santo Padre, colpito dalla statura dei richiedenti, ha acconsentito a conservare la Messa tradizionale in alcune chiese in Inghilterra. Il perfido monsignor Bugnini, però, aggiunse una nota personale chiedendo che il permesso non fosse pubblicizzato.
Dal sito di Una Voce Cantabria ho ripreso il testo della petizione e i nomi dei firmatari:
“Se qualche stupido decreto ordinasse la distruzione totale o parziale di basiliche o cattedrali, ovviamente sarebbero le persone beneficiarie della cultura – qualunque fossero le loro convinzioni personali – a insorgere con orrore di fronte a tale possibilità. Ora il fatto è che le basiliche e le cattedrali sono state costruite per celebrare un rito che, fino a pochi mesi fa, era una tradizione viva. Ci riferiamo alla Messa Romana Tradizionale. Anche così, secondo le ultime informazioni da Roma, c'è un piano per far scomparire questa Messa verso la fine di quest'anno. Uno degli assiomi della pubblicità contemporanea, sia religiosa che laica, è che l'uomo moderno in generale, e gli intellettuali in particolare, sono diventati intolleranti a tutte le forme di tradizione e sono desiderosi di sopprimerla e mettere qualcos'altro al suo posto. . Ma, come molte altre affermazioni delle nostre macchine pubblicitarie, questo assioma è falso. Oggi, come un tempo, le persone istruite sono in prima linea, dove è necessario il riconoscimento del valore della tradizione, e sono le prime a dare l'allarme quando è minacciata. Non stiamo considerando in questo momento l'esperienza religiosa o spirituale di milioni di individui. Il rito in questione, nel suo magnifico testo latino, ha ispirato una miriade di inestimabili realizzazioni artistiche, non solo opere mistiche ma quella di poeti, filosofi, musicisti, architetti, pittori e scultori di ogni paese e di ogni tempo. In questo modo, dunque, il Rito appartiene alla cultura universale, così come agli uomini di Chiesa e ai cristiani formali. Nell'odierna civiltà materialista e tecnocratica, con la sua crescente minaccia alla mente e allo spirito nella sua espressione creativa originale - la parola - sembra particolarmente disumano privare l'uomo delle forme verbali che hanno raggiunto la loro più alta manifestazione. I firmatari di questa richiesta, che è del tutto ecumenica e apolitica, provengono da ciascuno dei rami della cultura europea e non solo, vogliono richiamare l'attenzione della Santa Sede sulla responsabilità schiacciante che incorrerebbe nella storia dello spirito. rifiutò di permettere la sussistenza della Messa tradizionale, anche se tale sussistenza avveniva insieme ad altre forme liturgiche”.
Harold Acton, Vladimir Ashkenazy, John Bayler, Lennox Berkeley, Maurice Bowra, Agatha Christie, Kenneth Clark, Nevill Coghill, Cyril Connolly, Colin Davis, Hugh Delargy, + Robert Exeter, Miles Fitzalan-Howard, Constantine Fitzgibbon, William Glock, Magdalen Gofflin , Robert Graves, Graham Greene, Ian Greenless, Joseph Grimond, Harman Grisewood, Colin Hardie, Rupert Hart-Davis, Barbara Hepworth, Auberon Herbert, John Jolliffe, David Jones, Osbert Lancaster, FR Leavis, Cecil Day Lewis, Compton Mackenzie, George Malcolm, Max Mallowan, Alfred Marnau, Yehudi Menuhin, Nancy Mitford, Raymond Mortimer, Malcolm Muggeridge, Iris Murdoch, John Murray, Sean O'Faolain, E.J. Oliver, Oxford e Asquith, William Plomer, Kathleen Raine, William Rees-Mogg, Ralph Richardson, + John Ripon, Charles Russell, Rivers Scott, Joan Sutherland, Philip Toynbee, Martin Turnell, Bernard Wall, Patrick Wall, E.I Watkin, R.C. Zaehner, Jorge Luis Borges, Giorgio De Chirico, Elena Croce, W.H. Auden, Bresson e Dreyer, Augusto Del Noce, Julien Green, Jacques Maritain, Eugenio Montale, Cristina Campo, François Mauriac, Salvatore Quasimodo, Evelyn Waugh, Maria Zambrano, Elémire Zolla, Gabriel Marcel, Salvador De Madariaga, Gianfranco Contini, Giacomo Devoto, Giovanni Macchia, Massimo Pallottino, Ettore Paratore, Giorgio Bassani, Mario Luzi, Guido Piovene, Andrés Segovia.
Ma perché diàmine noi italiani dobbiamo sempre ignorare le nostre glorie?!
RispondiEliminaCerto, tra i firmatari spiccano gl’inglesi, e ci sono degli spagnoli (come anche dei francesi, e intellettuali d’altra nazionalità); ma gl’italiani sono, oltreché numerosi, di primissim’ordine:
Giorgio de Chirico, Elena Croce, Augusto del Noce, Eugenio Montale, Cristina Campo, Salvatore Quasimodo, Elémire Zolla, Gianfranco Contini, Giacomo Devoto, Giovanni Macchia, Massimo Pallottino, Ettore Paratore, Giorgio Bassani, Mario Luzi, Guido Piovene.