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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

sabato 24 aprile 2021

Newsletter Fatima Oggi, aprile 2021

Dagli amici della Tfp italiana.
Luigi


Condividiamo la recente Dichiarazione del cardinale Burke in cui il porporato risponde alla domanda di molti cattolici e anche non cattolici che gli hanno chiesto “come sia possibile per i cattolici ricevere la Santa Comunione, mentre allo stesso tempo loro promuovere pubblicamente e ostinatamente programmi, politiche e legislazioni in diretta violazione della legge morale. In particolare, chiedono come possano avvicinarsi per ricevere la Santa Comunione i politici cattolici e gli ufficiali civili che difendono e promuovono pubblicamente e ostinatamente la pratica dell'aborto su richiesta”.

La sanità e il bene comune – Stefano Fontana

Secondo la Dottrina sociale della Chiesa e la dottrina politica classica e cattolica, non ci può essere un bene comune in contrasto con il bene della persona singola. Il bene comune, infatti, non è una situazione che sovrasti le singole persone e che chieda ad esse qualche rinuncia al proprio bene individuale. Il bene consiste nel vivere in vista del proprio fine naturale, sicché il bene comune non può pretendere che la singola persona rinunci a perseguire il proprio personale fine naturale per permettere il conseguimento del bene comune, che in questo caso risulterebbe astratto e quindi ideologico. Il bene comune è il bene di ogni uomo in quanto uomo.


Tutto ciò che sta avvenendo intorno alla soluzione della pandemia Covid ha caratteri piuttosto originali. Detti caratteri sono quelli di pragmatismo scientifico, ma moralizzante e pertanto fuso con talune pretese di fideismo scientifico. L’apparente risultato generato sembra essere una nuova forma di scientismo che potrebbe persino proporsi come nuova autorità morale in questo secolo e chiedere un atto di fede verso la vera religione moderna, quella scientifica.


Il grande genetista Giuseppe Sermonti e il filosofo Karl Popper erano d'accordo nel criticare una certa tendenza della scienza a diventare una sorta di religione, tentativo di porsi come utopistica soluzione di tutti i problemi. È il rischio evidente che vediamo oggi nell'affronto della pandemia.



“Il 12 ottobre: nulla da festeggiare. L'America non fu scoperta. Fu invasa e saccheggiata”. E così anche l'amministrazione di Philadelphia cancella il Giorno di Colombo e lo sostituisce con quello dell'Indigeno. La comunità italiana non ci sta e fa causa. Ma è già una sconfitta culturale battersi per i diritti di una minoranza e non per quelli universali della scoperta dell'America e dell'apporto della civiltà cristiana.


Nella cultura del politicamente corretto, dilagante negli Stati Uniti, avanzano anche proposte bizzarre. Come quello di introdurre nei programmi scolastici della California canti comunitari che inneggiano alle divinità azteche. E nascondendo, al contempo, la storia di violenza estrema di quelle religioni, di cui si scoprono sempre più prove.


Durante il suo viaggio in Iraq (5-8 marzo), Papa Francesco ha ripetuto più di una volta che Abramo è alla radice del Giudaismo, del Cristianesimo e dell'Islam. Questa concezione nasce da passaggi confusi nei documenti del Vaticano II Lumen Gentium (n. 16) e Nostra Aetate (n. 3), che fanno credere che l'Ebraismo e l'Islam di oggi abbiano avuto origine dal patriarca Abramo.


Morto Hans Küng, teologo svizzero. Ha guadagnato spesso le prime pagine dei giornali, quando sparava grosso contro la dottrina cattolica. Hegeliano di formazione, voleva la riforma ecumenica e democratica della Chiesa. Intanto seminava nel silenzio. I frutti li raccogliamo oggi: molti pensano che si sia già nel concilio Vaticano III che lui auspicava.


La solenne presentazione in Vaticano degli "Orientamenti pastorali sugli sfollati climatici" segna il totale asservimento dei vertici della Chiesa a una ideologia ecologista che è anti-umana alla radice. E in nome della difesa dei poveri fa da megafono a chi invece dei poveri persegue l'eliminazione.


C'è qualcosa nella cattedrale di Notre Dame di Parigi che stupisce e affascina persino nella post modernità in cui viviamo. Tutti siamo rimasti come paralizzati quando la guglia e il tetto sono bruciati e crollati in quel fatidico 15 aprile 2019. Ora, mentre le prime querce per la ricostruzione vengono selezionate, il mondo guarda con ansietà. Questo non è un progetto ordinario; tocca l'anima cattolica della Francia e del mondo.


Leggere l'epoca che stiamo attraversando non è semplice. Essa è in fondo epifania di quei mutamenti che da decenni stanno crescendo, che il mainstream considera come un progresso positivo e graduale, ma che in realtà dobbiamo leggere come modificazioni radicali che portano con sé potenziali dirompenti e destinati a stravolgere il volto della società come la conosciamo.

Cordialmente,
Samuele Maniscalco - Ufficio TFP Roma