Un felice ostacolo ai tentativi di impedire le funzioni religiose.
Luigi
Fuorilegge le restrizioni imposte dal governatore di New York Andrew Cuomo: è la prima sentenza della Corte suprema nella quale, a fare da ago della bilancia, è stata la neogiudice ultraconservatrice Amy Coney Barrett, scelta da Trump
Alessandra Muglia, Corriere della Sera, 20-11-2020
In nome della libertà di culto, la Corte suprema americana dichiara incostituzionali le restrizioni anti Covid imposte dal governatore di New York Andrew Cuomo per le funzioni religiose.
Una bocciatura passata con 5 voti a favore e 4 contrari: è il primo verdetto dell’era Barrett, la prima sentenza con ago della bilancia la neogiudice ultraconservatrice scelta da Trump a settembre per sostituire la liberal Ruth Bader Ginsburg, da poco scomparsa.
Proprio la cerimonia di presentazione di Barrett al Rose Garden, con poche distanze e mascherine, si era rivelata un focolaio per la Casa Bianca.
Mentre si registra una nuova impennata di casi, i togati conservatori respingono l’iniziativa del dem Cuomo come contraria al libero esercizio della religione, diritto sancito nel primo emendamento della Costituzione. Favorisce le attività laiche rispetto a quelle confessionali, chiarisce uno dei 5 giudici della maggioranza, Neil Gorsuch: «Non c’è spazio nella Costituzione per tollerare editti che riaprono negozi di liquori o bici ma chiudono chiese, sinagoghe e moschee», ha scritto.
Pochi mesi fa, quando c’era ancora la Ginsburg, la Corte si era espressa diversamente, approvando (sempre nel rapporto 5 a 4, ma di segno opposto) restrizioni simili in California e Nevada, a maggio e luglio.
Il nuovo verdetto del tribunale supremo non avrà comunque alcun impatto immediato: i due gruppi che avevano presentato ricorso, la diocesi cattolica e le sinagoghe ebraiche ortodosse a Brooklyn e nel Queens, ora non sono più soggetti a quei limiti perché nel frattempo la loro aerea è diventata gialla.
Restano comunque forti le tensioni tra le autorità cittadine e la comunità ebrea ultraortodossa di New York, con la polizia costretta a intervenire più volte in questi mesi per disperdere gli assembramenti creatisi in occasione di funerali e altre cerimonie.
(Questo articolo è apparso originariamente su AmericaCina, la newsletter quotidiana della redazione Esteri che racconta le due potenze e le loro sfere d’influenza: clicca qui, e registrati a Il Punto)