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venerdì 4 dicembre 2020

I fedeli fuggono dalle chiese e il Papa cambia le preghiere: quos vult Deus perdere, dementat prius

Una bella riflessione di Camillo Langone sui cambiamenti liturgici del 28 novembre scorso.
QUI e QUI MiL sull'argomento.
Luigi

Dio acceca chi vuole perdere, ovvero gli fa compiere scelte incomprensibili, per non dire insensate.
Camillo Langone - Dom, 22/11/2020, Il Giornale

Siccome in chiesa ci vanno sempre meno persone, un calo che la pandemia ha accentuato in modo drammatico, c'è un clero che escogita sempre nuove complicazioni, nuove forme di dissuasione. Ad esempio i vescovi del Lazio e di diocesi come Vicenza, da domenica prossima, 28 novembre, mese dei morti e dell'affossamento delle preghiere tradizionali, si potrebbe dire, adotteranno il nuovo messale col nuovo Padre Nostro e il nuovo Gloria. Non è una secessione liturgica, anzi, è l'avanguardia del cambiamento che verrà: a partire dalla Pasqua 2021 in tutta Italia durante la messa si dovrà pregare usando le orazioni aggiornate.

Ce n'era bisogno? E ce n'era bisogno proprio ora? Non bastava la confusione indotta nelle navate da igienizzanti, mascherine, locandine, segnaletica sulle panche, abolizione delle offerte e del segno di pace, comunione coi guanti o senza guanti? Evidentemente non bastava. Bisognava assolutamente che il Non ci indurre in tentazione diventasse Non abbandonarci alla tentazione. Anche a costo di generare sconcerto (nel mio caso: sconforto). Se n'era parlato tempo addietro di questa traduzione voluta da Papa Francesco, secondo il quale non è possibile che Dio ci induca in tentazione. Smentendo così Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, per i quali la possibilità c'è, eccome, oltre che innumerevoli versetti biblici a partire da quelli, non proprio marginali, contenuti nel libro della Genesi: non c'è bisogno di essere raffinati teologi per sapere che Dio mise alla prova, ovvero indusse in tentazione, niente meno che Abramo, nel celeberrimo episodio del sacrificio di Isacco. Magari Abramo aveva capito male, magari Sant'Agostino e San Tommaso si sbagliavano, magari per 2.000 anni i traduttori del Vangelo hanno preso fischi per fiaschi: per fortuna sono arrivati gli intelligentissimi gesuiti ad aggiustare le cose.

Quella intorno alla tentazione è la modifica più stridente, ma sono molte altre le variazioni, all'interno del Gloria e nelle preghiere eucaristiche (recitate dal sacerdote e non dai fedeli). Anche il Confiteor cambia: Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle... L'aggiunta della parola sorelle viene definita «inclusiva», ma ha un retrogusto femminista. E poi a inseguire il mondo si arriva sempre in ritardo: come la prenderanno i trans? Non è che fra poco gli intelligentissimi gesuiti dovranno escogitare una formula che comprenda le «identità non binarie»? Una cosa tipo Confesso a voi fratelli, sorelle e genderless... Scusate, ma adesso vado a rileggermi la Lettera di Giacomo: «Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento». La Bibbia, la Parola di Dio, non delude e non cambia mai.