Post in evidenza

Card. Arizmendi difende gli “adattamenti liturgici” per i Maya, scagliandosi contro i tradizionalisti: “Né Gesù né gli apostoli hanno celebrato con questo Messale tridentino”.

Ancora sul grottesco rito maya. Questa volta, purtroppo, da parte del card.  Arizmendi. " È qui che coglie l'occasione per attaccar...

domenica 8 novembre 2020

La CEI sconsiglia di andare a Messa nelle "zone rosse"? Autocertificazione per recarsi in chiesa: perchè non sono più sicure?

Non sono sfuggite all'attenzione di un arguto giornalista le "precisazioni" di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana, nell'intervista che ha rilasciato dopo il Dpcm del 3 novembre 2020 "nelle zone rosse, per partecipare a una celebrazione o recarsi in un luogo di culto, deve essere compilata l’autocertificazione...  le celebrazioni con la partecipazione del popolo si svolgono nel rispetto del protocollo sottoscritto dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana...evitare momenti in presenza favorendo, con creatività, modalità d’incontro già sperimentate nei mesi precedenti e ponendo la dovuta attenzione alle varie fasce di età"  ( Cfr. CEI QUI )  
AC
Ora i vescovi sconsigliano la Messa 
 di Renato Farina

Per la Cei si può partecipare alla liturgia con l’autocertificazione, tuttavia nelle zone rosse è meglio evitare «momenti in presenza». Vuol dire che i luoghi di culto non sono sicuri?  

In chiesa e alla messa? 
Sono arrivati dalla Conferenza episcopale italiana opportuni chiarimenti. Sì, è possibile partecipare alla liturgia. 
Anche nelle zone pitturate di rosso. Qui i fedeli devono però compilare l’autocertificazione. 
Dove intendono andare a messa, a che ora c’è la funzione, quando finirà. 
Ma – ed ecco la novità assoluta – i vescovi sconsigliano di andare a messa in Lombardia, Calabria, Piemonte, Val d’Aosta e Sud Tirolo. 
Una spinta a editare il precetto festivo dove la Chiesa si dimostra più realista del re, più cesarista di Cesare. 
È la prima volta a memoria d’uomo che non sia lo Stato a vietare o scoraggiare le messe, ma sia la stessa autorità ecclesiastica a consigliare di astenersi dalla pericolosa tentazione di recarsi a prendere materialmente l’ostia consacrata dalle mani del sacerdote con il rischio di restare fulminati dal Covid. 
Nelle zone rosse, scrive la Cei, è meglio «evitare momenti in presenza favorendo, con creatività, modalità d’incontro già sperimentate nei mesi precedenti e ponendo la dovuta attenzione alle varie fasce di età». 
Ma come? 
Sembra quasi la confessione che le precauzioni minuziose messe in atto dallo scorso giugno hanno delle lacune. 
Rischia di apparire un’autodenuncia. 
Ma davvero i vescovi temono ci siano assembramenti nelle navate
Viene da chiedersi da quanto tempo non dicono messa nelle parrocchie. 
Le chiese oggi, senza eccezione alcuna da Nord a Sud, lo giuro, sono i territori più immacolati della terra, sembrano monasteri tibetani. 
Appena entri uno steward con la canotta arancione ti fa ungere le mani col gel, ti fa accomodare in posti distanziati, è vietato inginocchiarsi, sfiorarsi, si in fila la mano con la particola sotto la mascherina, guai spostarsi di un metro prima del segnale per uscire. 
E ora i vescovi dicono che è meglio astenersi e seguire la messa on line? 
Conta così tanto il corpo più dell’anima? 
C’è un’interpretazione possibile. 
E che cioè si trattidi un pasticcio burocratico ad opera di seconde file timorose di fulmini governativi e vaticani. 
L’invito a non accorrere al suono delle campane si scontra infatti con la commossa lettera inviata ai fedeli dal presidente della Cei cardinal Gualtiero Bassetti, e scritta dal suo letto di malato grave di Covid, dove pone la Messa al primo posto: «L’Eucarestia, soprattutto in questo periodo così difficile, non può essere lasciata ai margini delle nostre esistenze ma dev’essere rimessa, con ancora più forza, al centro della vita dei cristiani. L’Eucarestia non è soltanto il Sacramento in cui Cristo si riceve –l’anima è piena di grazia e a noi è dato il pegno della gloria futura – ma è l’anima del mondo ed è il fulcro in cui converge tutto l’universo... la speranza è una bambina irriducibile». 
Urge chiarimento. 
Alcune diocesi hanno, per sveltire le pratiche e non arrivare in ritardo alla funzione, inviato per mail i moduli precompilati con opportune citazioni del Dpcm, prima che zelanti vigili urbani entrino a strappare il turibolo al chierichetto sull’altare. «Autodichiarazione per raggiungere i luoghi di culto». 
Si aggiunge «Partecipazione alla celebrazione delle ore...», «visita al luogo di culto (situazione di necessità)».
Domanda. 
Non erano quelle sulla fede personale notizie sensibili e inviolabili? 
Bo’. Senza spesa si otterrà una schedatura dei cristiani. 
Sarebbe opportuno che si informasse quale destino avranno queste dichiarazioni confessionali una volta ritirate dalla polizia locale e dai carabinieri. 
Non è che finiscono nei big data cinesi, in base a qualche accordo segreto con il governo? 

 

Fonte: Libero ( 7 novembre)  QUI

 

Aggiunta: Il Vescovo di Crema, Mons. Daniele Gianotti, un buon pastore sempre vicino e sollecito al gregge affidato alle sue cure pastorali,  si è subito allineato ai comandi dei vertici CEI .  
-Via il coro ( solo l'organista con 2 o 3 cantori); 
- annullate le lezioni di catechismo e, cosa estremamente grave,  
- accettazione supina della schedatura dei fedeli:  "è possibile – stante le prescrizioni del dpcm – che ai fedeli che vengono in chiesa per la preghiera o per le celebrazioni, sia chiesta l’autocertificazione: in questo caso, si può dichiarare nella causale la “situazione di necessità”. ( leggere QUI
 
Ritorneremo certamente sull'argomento della schedatura poliziesca dei fedeli che si recano in chiesa.

13 commenti:

  1. Mi dispiace ma, pur attingendo dalle mie riserve cattoliche una buona dose di speranza, non riesco a fidarmi della gestione attuale della CEI che non solo è troppo succube a questo governo di sinistra ma attraverso le allegre scelte creative delle "piattaforme" alternative ( di cui il nuovo messale è foriero e icona) vuole portare i fedeli verso un'altrettanto gaia visione protestante della religiosità.

    RispondiElimina
  2. Ma il Cardinale Bassetti è stato già esautorato a causa delle sue dichiarazioni rese nella lettera ai fedeli scritta dal suo letto di ospedale?

    RispondiElimina
  3. Protestante? MAGARI. Peggio che materialista.

    RispondiElimina
  4. L'autocertificazione per andare in chiesa è una cosa abominevole, da respingere ad ogni costo. Per convinzione personale non ho mai scaricato, né ho mai compilato alcuna autocertificazione per potermi spostare, secondo necessità e osservando le prescrizioni imposte. Non sono disponibile a sottostare ad una simile infamia per poter andare in chiesa, neanche se me la chiedesse il PdR, che non brilla certo per la sua presenza.

    RispondiElimina
  5. I vescovi atei membri della cei andrebbero presi in blocco e scaricati su un'isola deserta a spaccare pietre con palla al piede.
    Chi va ancora dietro a questi papaveri appassiti ormai non merita più nemmeno pietà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dici bene, si tratta di atei. Ma se questi parassiti sono addirittura vescovi, è perché noi fedeli abbiamo lasciato passare troppe cose che non dovevano passare. Ci meritiamo tutto quello che tolleriamo. Confido che in futuro cambi qualcosa: nelle generazioni contaminate dal '68 non ci spero più, ma ho fiducia nelle generazioni nuovissime.

      Elimina
  6. Signori, la realtà è questa. I protocolli per partecipare alla Messa, sono più che sufficienti, sulla carta; però a volte, vengono disattesi. Esempio: durante la preghiera eucaristica, se ci sono particole da consacrare, queste devono essere ben coperte, oppure, il sacerdote, deve avere la mascherina messa per bene (o ambo le cose). Mi è capitato di assistere a una Messa, dove mancavano questi requisiti necessari. Allora, se da credenti, non impariamo ed essere più severi e fiscali degli altri, saremo costretti nostro malgrado a subire un'altra interdizione. Quello fatto è solo uno dei tanti esempi. Ancora ci sono chiese, dove si ostinano a dare la Comunione su 2 file. Deve essere fatta su una fila, con distanziamento di 3 metri davanti e 3 di dietro. Ecc. ecc. Oppure ognuno al suo posto. Come in ogni contesto, c'è troppa superficialità e approssimazione. Ma proprio perché la Messa è la cosa più importante, va protetta dai credenti, dai praticanti, dai sacerdoti, con fiscalità e rigore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo
      Nella Chiesa antica c'erano gli ostiari a controllare l'accesso all'edificio sacro e gli esorcisti a controllare l'accesso alla Comunione, e potevano espellere gli indegni o impreparati.
      Ritorniamo al passato, è utile

      Elimina
    2. Oltre ai 3 metri (perchè non 5? Le misure parlano sempre di 1 metro di distanza) e alla monofila, ha altre lamentele da fare? Parliamo di Cristo vivo nell'Eucaristia o cosa? Si rende conto che con la frase "se da credenti, non impariamo ed essere più severi e fiscali degli altri, saremo costretti nostro malgrado a subire un'altra interdizione" si prostra davanti al nuovo idolo?

      Elimina
  7. questi sono fuori di testa e vogliono affossare la Chiesa, che vadano ad iscriversi a qualche partito così trovano il lavoro x il futuro, vergognatevi ma di cio vi sarà reso conto al momento opportuno da chi avete tranquillamente tradito e venduto per pochi denari novelli Giuda

    RispondiElimina
  8. Fintanto che ci permetteranno di partecipare alla Santa Messa per nutrirci del Corpo di Cristo lo faremo! Sempre, ovunque e comunque! E se ce lo negheranno ci organizzeremo...solo così possiamo andare avanti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. E mi sa che da questa situazione non ne usciremo con le buone.

      Elimina