Pubblichiamo, per gentile concessione degli amici di Parma, questa lettera del 16 luglio scorso (2020) che il gruppo stabile parmense ha inviato alla Congregazione per la Dottrina della Fede per sollevare eccezioni sulla invalidità canonica (e sulla consequenziale carenza di forza obbligante) del famoso protocollo CEI - Governo Italiano 7.5.2020.
Molte sono le considerazioni svolte ma la più rilevante, dirimente e assorbente, è quella che stigmatizza la mancata recognitio del protocollo CEI da parte della Congregazione per il Culto Divino a mente del n. 28 della Redemptionis Sacramentum che così recita e prescrive:
"28. Tutte le norme attinenti alla materia liturgica, stabilite a norma del diritto da una Conferenza dei Vescovi per il proprio territorio, vanno sottoposte alla recognitio della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, senza la quale non posseggono alcuna forza obbligante".
Dal combinato disposto quindi del n. 28 della Redemptionis Sacramentum e del can. 838
CIC si può dire che il protocollo CEI, che impone più o meno implicitamente la Comunione solo in mano ai fedeli è illegittimo per vizi di forma, non obbligante per espressa previsiona normativa, oltre che annullabile per incompetenza, forse anche assoluta, di legge (il soggetto che ha siglato il protocollo non aveva l'autorità nè la competenza in materia per siglarlo).
Discorso chiuso.
Complimenti ai fedeli di Parma per questa arguta analisi che, per quel che ne sappiamo, rappresenta un unicum e che assorbe tutte le altri eccezioni pur ottime formluate da più parti (come ex plurimus il riferimento al n. 91 Redemptionis Sacramentum, diritto dei fedeli a ricevere la Comunione in bocca o in mano).
Complimenti ai fedeli di Parma per questa arguta analisi che, per quel che ne sappiamo, rappresenta un unicum e che assorbe tutte le altri eccezioni pur ottime formluate da più parti (come ex plurimus il riferimento al n. 91 Redemptionis Sacramentum, diritto dei fedeli a ricevere la Comunione in bocca o in mano).
Roberto
Qui il testo della lettera.
COMPAGNIA DI SANTA GIOVANNA D'ARCO
Associazione privata di
fedeli laici, eretta in Soragna PR, in data 30.5.2018
RACCOMANDATA
S.Em. Rev.ma
e a mezzo
e-mail
Card. ROBERT
SARAH
cultodiv@ccdds.va CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
Piazza Papa PIO XII, 10
00193 ROMA
p.c. POSTA
ORDINARIA S.E.
Rev.ma
e a mezzo
e-mail Card. LUIS FRANCISCO LADARIA FERRER
cdf@cfaith.va CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA
DELLA FEDE
Piazza del Sant'Uffizio, 11
00193
ROMA
p.c. POSTA
ORDINARIA S.E. Rev.ma
e a mezzo
e-mail
Mons. ENRICO SOLMI
vescovoenrico@diocesi.parma.it Piazza Duomo, 1
43121 PARMA
Oggetto: considerazioni circa il
Protocollo per le celebrazioni liturgiche con il popolo in vigore dal 18 maggio
2020
IL
BENE PIU' PREZIOSO NELLA CHIESA E' LA SANTISSIMA EUCARESTIA
Facciamo seguito alla lettera
raccomandata a.r. 21.5.2020, inviata a S.E. Rev.ma Mons. Enrico Solmi, Vescovo
di Parma e, per conoscenza, a codesta Congregazione, nella quale denunciavamo i
vizi riscontrati nel cosiddetto "Protocollo per le celebrazioni liturgiche con il popolo invigore dal 18 maggio 2020", siglato di
intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Conferenza Episcopale
Italiana in data 7.5.2020, nonchè le relative incongruenze rilevate nelle "Indicazioni per l'attuazione delle misure previste dal Protocollo per le celebrazioni liturgiche col popolo in vigore dal 18.05.2020",
pubblicato sul sito della Diocesi di Parma, a firma del Vicario Generale Don
Luigi Valentini, datato 15 maggio 2020.
Dopo avere riletto
l'Istruzione Redemptionis Sacramentum pubblicata da codesta
Congregazione in data 25 marzo 2004, non possiamo fare a meno di
OSSERVARE
QUANTO SEGUE
1. Nella lettera raccomandata
inviata al Vescovo di Parma, avevamo denunciato l'irrilevanza canonica del
predetto Protocollo 7.5.2020 e i profili di nullità che a nostro parere lo
viziavano (Codice di Diritto Canonico, can. 455).
L'Istruzione Redemptoris Sacramentum al n. 28 afferma inequivocabilmente
che "Tutte le norme attinenti alla materia liturgica, stabilite a norma del diritto da una Conferenza dei vescovi per il proprio territorio, vanno sottoposte alla recognitio della Congregazione per il Culto
Divino e la Disciplina dei Sacramenti, senza la quale non posseggono alcuna
forza obbligante".
Va da sé che detto
Protocollo, non essendo stato sottoposto alla recognitio di codesta
Congregazione, allo stato è da
considerarsi quantomeno privo di forza obbligante, vale a dire che esso è, sul
piano del diritto, privo di qualsivoglia effetto.
2. Sul piano della prassi, al
contrario, esso è applicato dai Vescovi d'Italia con scrupolosità e modalità
che attentano alla sacralità della Liturgia: vedere sacerdoti sull'altare che
indossano la mascherina e utilizzano saponi igienizzanti deturpa gravemente la
sacralità della Liturgia, essendo le mani dei sacerdoti sante per definizione e
santissime dopo che hanno consacrato il pane e il vino.
3. Si ribadisce che l'obbligo
di ricevere la Comunione sulla mano è un'insopportabile imposizione che deroga
inammissibilmente al diritto dei fedeli di riceverla sulla lingua, anche stando
in ginocchio: "Non è lecito, quindi, negare ad un fedele la santa Comunione per la semplice ragione, ad esempio, che egli voglia rivere l'Eucarestia in ginocchio, oppure in piedi" (Istruzione Redemptionis Sacramentum n. 91); "benchè ogni fedele abbia sempre diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca... etc..." (ibidem, n. 92 e relativa nota al testo).
Si ricorda che lo stesso
Protocollo di Intesa non parla di obbligo di distribuzione della santa
Comunione sulla mano: "abbiano cura di offire l'ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli" (punto 3.4), quindi si denuncia la
distorsione applicativa operata durante le celebrazioni, non solo in spregio ai
punti richiamati dell'Istruzione Redemptionis Sacramentum, ma
anche conseguenti a un'errata e non obiettiva lettura del punto 3.4 del Protocollo
di Intesa, operata dagli Ordinari.
4. E' principio generale del
diritto quello secondo il quale nel caso di promulgazione di leggi speciali
dettate da qualsiasi tipo di emergenza, venuta meno l'emergenza esse debbano
essere abrogate: nel momento in cui scriviamo il numero dei ricoverati con
sintomi covid negli ospedali italiani è inferiore a mille e quello dei
ricoverati in terapia intensiva è inferiore a cento (dati ufficiali ISS,
facilmente reperibili sul sito del Dipartimento della Protezione Civile), su
una popolazione di circa sessanta milioni di abitanti; questi dati confermano
senza ombra di dubbio che l'emergenza Covid19 è finita; quando autorevoli
membri di area governativa e dei media affermano il contrario, mentono,
contribuendo solo ad alimentare un clima di terrore già ampiamente diffuso nel
nostro Paese; e la Chiesa italiana, nel dar loro ascolto per porre in essere i
Suoi protocolli, anziché fare affidamento sui predetti dati statistici
oggettivi, cade gravemente in errore.
CONCLUSIONI.
Il Protocollo di Intesa
scalfisce gravemente uno dei principi fondamentali nella vita della Chiesa,
ovvero la Libertas Ecclesiae: il contingentamento dei fedeli
nelle chiese, il rispetto delle distanze di sicurezza (specie al momento della
distribuzione della SS. Comunione) che, come abbiamo visto e documentalmente
dimostrato al n. 4, non hanno più ragione d'essere, attentano alla Libertas Ecclesiae; con la sottoscrizione di questo Protocollo
lo Stato-Cesare ha sottoposto la Chiesa italiana al suo giogo, e la Chiesa
italiana, occorre rilevarlo con dolore, ha piegato il collo senza opporre
resistenza al giogo di Cesare, rinunciando a onorare e liberamente celebrare il
bene più prezioso che Essa ha il dovere di custodire, la Santissima Eucarestia,
poichè ECCLESIA DE EUCHARESTIA VIVIT.
Deferenti saluti.
Parma, 16 luglio 2020, B.V.
del Monte Carmelo
I MEMBRI FONDATORI DELLA
COMPAGNIA
F.to Francesco Agnetti, Luca Ghirardi, Emanuele Ghirardi, Uberto Mondino.
Quanto più un'argomentazione è stringente e inconfutabile, tanto più l'interloquito si chiude a riccio, considerando una iattura da esorcizzare l'ammissione del proprio errore.
RispondiEliminaCari vescovi della CEI (com'è impersonale e anonima codesta CEI - P), non vi chiedo di auto-smentirvi pubblicamente, non vi chiedo di ]ammettervi in errore: Scrivete semplicemente due righe : "Si distribuisca la Santa Eucarestia sulla lingua o sulla mano del fedele, a sua scelta".
Tanto basterebbe per molti sacerdoti che rifuggono dalle fatiche dell'argomentare, e si acquietano nelle parole dei superiori [etiam discoli..., ma non diciamolo]
ammiro il vostro coraggio, ma temo che la scure dei misericordiosi calerà su di voi
RispondiEliminaSi consiglia di contattare la Fraternità S. Pio X.
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